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Il rumore di passi fece alzare lo sguardo di Anita che, guardando verso la porta, vide uno dei suoi camerieri entrare a testa bassa.

«Mia signora, il principe Simone è alla porta principale.» La donna scattò in piedi con sguardo confuso e, a passo svelto, si diresse verso l'ingresso della casa rischiando di inciampare su l'orlo del proprio vestito.

«Vostra Altezza! - esclamò Anita appena vide la figura del principe davanti a sé - Scusate per la nostra mancata accoglienza, non sapevamo del vostro arrivo.»

Simone avvicinò alla donna e, inchinandosi, le lasciò un bacio sulla mano in segno di saluto e rispetto. «Non vi preoccupate, Lady Anita. Avrei dovuto avvertire del mio arrivo - sussurrò imbarazzato e con un sorriso teso sul volto - Non esitate a mandarmi via se la mia presenza vi arreca disturbo!»

«Oh, assolutamente! È stato solo inaspettato - lo sguardo della donna si addolcì - ma voi non disturbate ma, vostra altezza.»

Simone sorrise più tranquillo e, sospirando, schiuse due o tre volte le labbra per fare una domanda che, per quanto innoqua e normale, al principe sembrava sconveniente e pesante solo da pronunciare.

«Mia figlia non c'è se è lei che state cercando.» parlò Anita prima di lui ma, quando vide lo sguardo confuso del reale, capì che forse aveva frainteso la sua visita.

Il ragazzo abbassò la voce come a temere che qualcuno lo potesse sentire e, avvicinando il volto a quello della donna, sussurrò un «In realtà, mia signora, io sarei qua per-»

«Simone!» la voce di Manuel lo fece scattare e, insieme alla madre, si girarono verso le scale vedendo il lord scendere e avvicinarsi a loro.

«Manuel!» lo riprese Anita appena gli fu a fianco per l'appellativo informale usato dal figlio facendolo irrigidire, «Cosa la porta nella nostra umile - se si può chiamare così un palazzo del genere - dimora, vostra altezza

Simone sorrise e, lasciando uno sguardo lungo tutto il corpo del lord osservando come quel completo grigio gli stesse d'incanto, piegò leggermente la testa in avanti. «Sono solito mantenere le mie promette e, come spero ricordiate, l'altra sera a palazzo ve ne ho fatta una.»

«Oh» Manuel spalancò gli occhi. Lui ricordava bene quella sera, troppo bene, e ogni dettaglio era impresso nella sua mente a fuoco ma mai avrebbe pensato che il principe si sarebbe ricordato di quella sera dopo tutto lo scotch che avevano bevuto.

«Posso sapere in cosa consiste questa promessa? - si intromise la madre mentre Manuel annaspava negli occhi profondi del principe - se il principe vuole, ovviamente.»

Simone e Manuel si scrutarono a vicenda e il primo, senza staccare gli occhi dai suoi, sussurrò «Preferirei fosse una sorpresa - Anita si irrigidì al fianco del figlio che non le stava prestando la minima attenzione - Fate strada, Lord Ferro? Tra qualche ora dovrei tornare a palazzo e non vorrei perdere altro tempo.»

Anita fece un inchino al principe e, dopo un "con permesso" dei due ragazzi, rimase da sola all'ingresso con le guardie reali e l'assistente di Simone fermi sulla porta per ordine dello stesso principe.

«Mi sembrate sbigottito dalla mia presenza qui.» ruppe subito il ghiaccio Simone mentre seguiva il padrone di casa verso una stanza più appartata. «Non pensavo ve ne sareste ricordati sinceramente. O che avreste trovato del tempo da perdere con un imbranato come me nel ballo.»

Simone rise e il cuore di Manuel sussultò per un secondo, «Siamo arrivati.»

Appena entrarono nella stanza il principe si rese subito conto che essa non era altro che la camera privata del lord. «Non voglio che si sappia di queste lezioni.»

The Prince's LoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora