XI

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Baci dolci e il suono delle loro risate che si mescolavano.

Simone e Manuel passarono il resto della notte così, stesi su quel tappeto, avvolti da una grande coperta rossa a ridere, scherzare, baciarsi e parlare dopo aver fatto l'amore per l'ennesima volta.

Manuel accarezzò il naso di Simone con la punta del proprio ridendo mentre si stringeva in quella coperta calda che celava i loro corpi completamente nudi e intrecciati dalle mani fino ai piedi.

«Tra qualche minuto sorgerà il sole.» constatò Manuel lanciando un occhiata alla grande finestra vicino al caminetto ormai spento.

Simone portò una mano sul volto del ragazzo sentendo la barba ispida sotto i polpastrelli e passando il pollice su quelle labbra morbide e gonfie di baci di cui si era saziato nelle ore precedenti. «Che sorga pure, tutto ciò di cui ho bisogno per illuminare le mie giornate è proprio tra le mie braccia.»

Il principe non era mai stato uno melenso, romantico o sentimentale ma ogni volta che guardava Manuel non riusciva a non pensare a quanto si sentisse più leggero tra le sue braccia, con i suoi occhi addosso o solamente sapendo della sua esistenza.

Manuel rise prima di lasciagli un piccolo bacio sulle labbra, «L'unico sole in questa stanza, e su questa terra, sei tu. Ne porti anche il simbolo sui vestiti ogni giorno, quei due gemelli dorati rappresentano proprio la luce che emani. - lo sguardo di Simone passò dalle labbra del moro ai suoi occhi scuri - Ma io volevo dire che tra poco sarà giorno e io dovrei tornare a casa prima che-»

All'improvviso Manuel si trovò con la schiena contro il tappeto e il corpo nudo del corvino sopra il suo. Simone lo guardò con aria regale mentre si avvolgeva la coperta intorno al corpo mettendo su una faccia seria.

«Lord Ferro, per decreto reale, lei è obbligato a rimanere nudo tra le braccia del sottoscritto - il principe si piegò in avanti cercando le labbra di un Manuel decisamente divertito - pena per chi trasgredisce questo ordine: perdersi un intera mattinata d'amore con il principe e non scoprire mai la colazione deliziosa che prepara la cuoca di questo palazzo.»

Manuel lo guardò e, tirandoselo addosso sul pavimento, gli morse il lobo sussurrandogli «E questo decreto reale da chi è stato emanato?»

Simone lo guardò con un sopracciglio alzato per poi alzare la testa, «Dal tuo principe, ecco da chi. Nonché legittimo erede al trono.» rispose gemendo appena sentì la lingua di Manuel sul collo.

«Oh, allora come potrei mai disobbedire a un ordine diretto del mio re?»

«Non sono ancora re-» Manuel invertì nuovamente le posizioni facendo scivolare via la coperta e bloccando le mani del principe sopra la sua testa. Gli occhi del ragazzo passarono su tutto il corpo nudo ed esposto e Manuel ci lesse tutto il desiderio e l'amore che aveva tanto atteso e cercato in tutti quegli anni.

«Sei il mio però. Il mio principe, il mio re.» Simone deglutì a vuoto sentendo il corpo fremere a quelle parole, cosa che non passò inosservata al lord. «Quanto ti eccita essere chiamato così, eh? mio re.» Il corvino gemette sentendo i fianchi di Manuel scontrarsi con i suoi.

Manuel riprese la coperta portandola nuovamente a coprirli entrambi e, mentre li nascondeva dal freddo della stanza e dal mondo intero, Simone rise leggero sentendosi la persona più felice al mondo.

«Ora le mostrerò, mio re, cosa può fare un umile suddito per lei.» disse Manuel baciandogli le labbra prima di scendere sul collo ed essere fermato dal corvino.

«Parlando di cosa puoi fare per me, prima di tornare a noi, puoi dirmi se mi puoi aiutare con una cosa?» Manuel lo guardò confuso e, vedendo gli occhi di Simone brillare di speranza, si fermò iniziando ad ascoltarlo.

The Prince's LoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora