La porta principale del palazzo reale si aprirono appena la carrozza di Lady Ferro si fermò dinanzi ad essa.
Viola scese dalla carrozza con l'aiuto di Arnold. Il suo vestito celeste da giorno si confondeva quasi con il cielo limpido sopra di lei e Jacopo, che la stava osservando dalla porta, rimase senza fiato per la sua bellezza.
«Mia signora.» Viola si girò in direzione di quella voce vedendo il principe scendere le scale e arrivare davanti a lei con un sorriso smagliante. Jacopo le prese la mano e ne baciò il dorso tenendo gli occhi fissi su di lei per non perdersi neanche un secondo di quel bellissimo sorriso che nacque sulla labbra di lei.
La ragazza non poteva negare che, se solo avesse potuto scegliere tra i due principi, Simone non avrebbe vinto la sfida per lei. Jacopo l'aveva sempre affascinata e, per quanto sembrassero uguali esteriormente, per lei le differenze tra i due erano lampanti.
Simone era gentile, testardo, intelligente e determinato. Jacopo invece era dolce, romantico, coraggioso e, al punto giusto, un pochetto arrogante - ma era proprio quello il suo bello! L'aria misteriosa che aveva Jacopo aveva da subito catturato la sua attenzione ma, ahimè pensò Viola guardando il principe negli occhi, non era lui che la stava corteggiando da settimane - e che andava a letto con suo fratello da altrettanto tempo.
Quel pensiero la turbò e Jacopo sembrò notare il cambiamento nel suo volto sempre sorridente. «Prego, da questa parte.» Il principe le porse la mano invitandola all'interno del palazzo per fare ciò per il quale era venuta: parlare con Simone.
Viola non aveva dormito la notte prima, troppo impegnata a pensare e ripensare a cosa suo fratello le aveva confessato in un momento di rabbia e dolore. Li aveva immaginati insieme e, come si sarebbe aspettata, l'idea non le aveva dato per niente fastidio.
Quello che l'aveva fatta arrabbiare, che l'aveva turbata tanto, era stato sapere che l'unica persona che si era interessata a lei in realtà non lo fosse affatto. E, mentre rifletteva su cosa fare con il principe, Manuel piangeva in silenzio nella sua stanza pensando che da lì a poco avrebbe perso definitivamente l'amore della sua vita.
Jacopo scortò la ragazza lungo i maestosi corridoi della reggia e, più la guardava, più capiva che qualcosa turbava la ragazza - forse è ciò che turba i miei pensieri da giorni? sospirò abbassando lo sguardo mentre la ragazza lo alzava facendolo posare sul profilo di lui.
«Eccoci arrivati. - borbottò fingendo entusiasmo il ragazzo - Mio fratello vi aspetta dentro. È un po'... triste ma... non fateci caso.» Jacopo gli regalò un sorriso triste prima di farle un mezzo inchino e girarsi per lasciarli soli.
«Aspetti! - Viola poggiò la mano sul suo braccio fermandolo e i loro occhi si incontrarono - Altezza, potrei... potrei farle una domanda?»
«Può chiedermi tutto ciò che desidera.» Viola arrossì abbassando lo sguardo non riuscendo a mantenere il contatto con quello fin troppo intenso di Jacopo. «La sera del vostro compleanno, tra tante dame e principesse presenti, perché avete chiesto a me di ballare?»
Jacopo sgranò gli occhi per un istante per poi, mordendosi l'intento guancia per reprimere un sorriso, ridacchiare leggermente e prendere le mani della ragazza tra le sue. «Non è ovvio? - le guance di entrambi si colorarono di rosso - Volevo avere l'onore di danzare con la ragazza più bella della festa.»
«E sarei io?»
Il principe si strinse nelle spalle «Non ho ballato con nessun'altra quella sera. A essere sinceri, mia signora, - Jacopo si avvicinò al suo orecchio - io non ballo mai con nessuno.»
Viola arrossì abbassando lo sguardo sulle sue mani strette in quelle del ragazzo, «Siete come mio fratello quindi. Lui non balla, con nessuno. - un sorriso triste nacque sul suo volto - ma con suo fratello lo ha fatto.» sussurrò l'ultima frase come se stesse parlando più a sé stessa che al principe che, sentendo quella frase, trattenne il fiato capendo che la ragazza sapeva.
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The Prince's Lover
FanfictionAU! Simuel Tanti anni or sono, in un paese molto molto lontano, viveva un principe che non aveva mai incontrato l'amore. Così, un bel giorno, l'amore si presentò alla sua porta - peccato non fosse un amore ritenuto consono dalla società.