VII

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«Fuori!» urlò Simone alle guardie entrando nella camera privata del fratello facendolo scattare a sedere sul letto.

La prima cosa che notò Jacopo fu il fiato corto di Simone e, dopo aver acceso le candele illuminando la stanza, furono gli occhi a mandarlo in allarme.

«Che è successo? - scattò in piedi e lo raggiunse stringendosi nella camicia da notte e poggiando le mani sulle braccia del fratello - Simone, che è successo? come stai? qualcuno ti ha fatto del male?»

L'erede al trono tremava e, tenendo lo sguardo fisso verso il basso, boccheggiò davanti alle domande del fratello che si preoccupò ancor di più. «Simone, guardami! - poggiò due dita sotto il suo mento e gli alzò il volto vedendo quegli occhi così simili ai suoi colmi di paura e confusione - Qualcuno ti ha fatto del male? È successo qualcosa mentre tornavi? Parla!»

Simone strinse gli occhi sussultando al tono del fratello e, poggiando le mani sulle sue spalle, prese un respiro profondo per poi guardarlo dritto negli occhi.

«Ho... ho bisogno che tu risponda a una mia domanda. È una domanda seria, Jacopo.»

Il gemello annuì in fretta, «Tutto ciò che vuoi.»

«Però ti vieto di chiedermi spiegazioni, va bene? Non puoi fare domande sul perché di questa domanda.» la voce di Simone tremava come il suo corpo scosso dal panico. Jacopo sospirò e annuì guardandolo confuso per poi fargli un cenno di parlare.

«Cosa... cosa provi quando baci qualcuno? Quando sei... vicino a una ragazza tanto da sentirne il fiato sulle labbra?»

«Simone, cosa-» «Non puoi far domande!» Gli ricordò Simone zittendolo.

Il fratello si scostò da lui e, lasciandosi cadere sul letto ormai sfatto, si strinse sulle spalle cercando una risposta a quella domanda e allo stesso tempo una risposta al perché di quella domanda.

«Se è una ragazza che ti piace dovresti sentire l'aria mancare, lo stomaco contorcersi per l'attesa di un momento che desideri tanto. Il suo respiro che si fonde al tuo ti dovrebbe far rabbrividire e riscaldare allo stesso tempo. La testa non dovrebbe pensare ad altro che a quello, a quell'incontro di labbra che magari desideri da tempo.»

Simone si irrigidì sul posto e Jacopo lo notò subito, «Hai... - la voce gli si bloccò in gola - hai provato a... baciare Viola, vero?»

Il fratello lo guardò più confuso di prima, «Eri da lei, no? Nostra madre mi ha detto che ti sei recato alla residenza dei Ferro nel tardo pomeriggio.»

«Si, io... cioè no. Ero lì ma no, non... - Jacopo cercò di sopprimere il sospirò di sollievo che si stava facendo largo dentro di sé - Viola non c'entra era solo... solo una domanda.»

Una domanda che ti ha mandato nel panico così senza un motivo? si chiese Jacopo osservando il fratello fare su e giù per la stanza con lo sguardo basso e fisso nel vuoto.

«C'è qualcosa che mi devi dire, Simone? Hai... hai conosciuto un'altra donna? magari che i nostri genitori non approverebbero e così non vuoi-»

«No, no! - Simone fece un gesto con la mano come a chiedergli di smettere di fare domande. Sicuramente i nostri genitori non approverebbero. - Grazie per... per la risposta. Buonanotte.» disse poi prima di sparire dalla stanza lasciando Jacopo da solo con qualche candela accesa e la sensazione di essersi sognato l'intera conversazione.

«Sei pronto? La carrozza sarà qua a brev-» Viola entrò nella stanza di Manuel trovandolo seduto sul letto con le testa tra le mani e lo sguardo perso nel vuoto - e con degli abiti sicuramente non adatti a un ballo.

The Prince's LoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora