IX

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Le labbra morbide di Manuel si staccarono per l'ennesima volta da quelle di Simone e, ridendo, passò le mani sulle sue guance per poi infilarle nei capelli perfettamente acconciati del principe guardandolo negli occhi per la milionesima volta.

«Dovremmo tornare alla vostra festa di compleanno.»

Simone avvicinò nuovamente le loro labbra schioccandogli un bacio veloce, «Sei tornato a darmi del voi dopo aver passato chissà quanto tempo a baciarmi?» Manuel rise contro le sue labbra, «Mi riferivo a te e tuo fratello.»

Il principe arrossì leggermente e, mentre Manuel tentava di ritrarsi per sistemarsi prima di uscire dalla stanza, lui glielo impedì tirandolo a sé per il gilet. «Ancora un minuto, ti prego

Manuel sospirò guardandolo prima di schiudere la bocca su quella del principe baciandolo di nuovo e lasciando che le loro lingue si intrecciassero nuovamente mescolando i loro sapori mentre i loro corpi si schiacciavano l'uno contro l'altro. Le mani di Simone stringevano il gilet e quelle di Manuel affondavano sempre di più in quei capelli corvini così morbidi.

«Andiamo prima che ci diano per dispersi - o prima che pensino che abbia rapito l'erede al trono!» rise Manuel accarezzandogli una guancia prima di lasciargli un altro bacio e staccarsi completamente lisciando il più possibile la camicia e il gilet stropicciati da Simone.

Entrambi cercarono di rimettersi al loro meglio e, dopo aver lasciato la stanza, fecero ritorno alla sala da ballo sperando che nessuno avesse notato la loro assenza. Però, quando furono quasi arrivati, il mormorio dei vari ospiti che messo tutto insieme creava un rumore quasi assordante, si bloccarono capendo che forse c'era qualcosa che non andava.

«Aspetta qua.» sussurrò Simone poggiando una mano sulla spalla del lord prima di recarsi nella sala a passo veloce.

«Simone, figliolo! - in un secondo Floriana, sua madre, gli fu accanto prendendolo per il braccio - Ti stiamo cercando da minuti interi.»

«Scusa madre, io... avevo bisogno di stare un attimo da solo.» disse mentre la madre lo tirava via dalla folla e lui si girava verso il corridoio da dove era appena uscito cercando con lo sguardo gli occhi di Manuel ma non trovandovi nessuno.

«Che... che è successo, madre? Il re sta bene, Jacopo sta bene?» chiese preoccupato vedendo la regina prendere il corridoio che portava agli appartamenti del Re.

«Mentre eri assente è successa una cosa incresciosa, tesoro. Tuo padre ti vuole al suo fianco per risolvere la questione così che tu possa iniziare a capire che fare il re comporta compiti spiacevoli molte volte.»

Simone si irrigidì al fianco della donna e, appena si fermarono davanti alla porta dell'ufficio del padre, prese un respiro profondo non sapendo cosa lo attendeva dall'altra parte.

Le guardie reali lo fecero entrare e, nel silenzio tombale della stanza, lo scoppiettare del fuoco e la sua fiamma alta e viva erano le uniche cose a riscaldare l'ambiente completamente serio e glaciale.

Il padre, fermo davanti al camino, dava le spalle alla porta dove Simone era fermo e a due figure in ginocchio sul tappeto con le teste basse e i vestiti sgualciti e a tratti stracciati.

«Maestà - attirò la sua attenzione Simone facendo girare il padre - volevate vedermi?»

L'uomo fece un cenno con la mano verso il figlio di raggiungerlo al suo fianco e, posizionandosi vicino a lui dando le spalle al camino, scrutò da vicino le due figure a terra.

Erano due ragazzi giovani, leggermente più grandi di lui forse, e con i vestiti sicuramente pregiati strappati sul davanti e sulle maniche.

«Vedi Simone, una delle nostre guardie reali ha trovato questi due deviati - il cuore del ragazzo perse un battito e, spalancando gli occhi guardò il padre sperando con tutto se stesso che non fosse per ciò che pensava - in un ala chiusa del castello mentre praticavano sodomia e altre cose disgustose, contro natura e contro Dio che non starò qua ad elencarti.»

The Prince's LoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora