XIII

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è corto e non revisionato ma sono a lavoro ed è il massimo che sono riuscita a fare 😔






«Altezza!»

Stewart, fermo davanti alla porta della sua camera, richiamò l'attenzione del principe appena lo vide entrare nel salotto. Dopo la cena con la famiglia Ferro, il Re lo aveva chiamato nelle sue stanze per parlargli ancora dei suoi doveri e per ricordargli cosa doveva fare al più presto: chiedere la mano della signorina Ferro.

L'umore di Simone ovviamente si era fatto scuro e, mentre camminava scortato dalle guardie verso i propri alloggi, non aveva fatto altro che pensare a Manuel e a come poteva solamente dare inizio a un discorso del genere.

Sai, ti amo ma devo sposare tua sorella."

"Amore, mi daresti il consenso di chiedere la mano a Viola?"

"Sei l'amore della mia vita ma-"

«Altezza.» lo richiamò il maggiordomo facendo scattare il principe e tirandolo fuori dai suoi pensieri, «Ditemi Stewart.» borbottò sospirando stanco e con la testa piena di pensieri.

«Avete una visita che vi aspetta nella vostra stanza.» Simone spalancò gli occhi e, toccandosi nervosamente l'anello reale che il padre gli aveva dato qualche minuto prima, si avviò verso la stanza senza dire una parola e lasciando Stewart e le guardie fuori.

Appena entrò vide una figura incappucciata e con un mantello lungo fino ai piedi dargli le spalle. Il principe si schiarì la voce non sapendo chi fosse ma, quando si girò, il profumo fin troppo familiare gli fece capire di chi si trattasse prima ancora di vedere il suo volto.

Manuel si tolse il cappuccio sorridendo al ragazzo che, in fretta, lo raggiunse stringendolo tra le braccia e lasciando il lord per un attimo senza parole.

Quando poi sentì la testa del principe affondare nel suo collo, gli circondò il busto con le braccia stringendolo a sé capendo che c'era qualcosa che non andava. «Sono stato via solo due ore, che è successo amore mio?»

Simone alzò la testa senza però sciogliere l'abbraccio e, poggiando la fronte contro quella del moro, sospirò. «Sono stato fino ad ora a parlare con mio padre e... - non sapeva come dirlo, non sapeva da dove iniziare e gli occhi pieni di gioia e il sorriso di Manuel non lo stavano aiutando -... ha voluto solo ricordarmi quali sono i miei compiti da principe, come se non li sapessi a memoria da quando ho due anni, e darmi questo.»

Tolse una mano dalla schiena del lord e mostrò l'anello in argento con una pietra nera al centro a Manuel che strabuzzò gli occhi, «Ti ha dato l'anello reale? Non è quello che lui..»

«È una copia, si. L'ha fatto fare per me. Dovrebbe passarmi quello che ha ma ci è troppo affezionato quindi lo ha fatto replicare per me.» I due ragazzi guardarono l'anello senza accorgersi che, i loro occhi, stavano esprimendo la stessa cosa: paura per il loro futuro.

Manuel alzò gli occhi su Simone vedendolo turbato ma, forse un po' per paura o per egoismo, decise che quella notte era ancora loro e che non voleva gettarla in pasto alla tristezza e alla paura per un futuro che sapevano dall'inizio non avrebbero speso insieme.

Le mani di Manuel sciolsero il nodo al collo che teneva su il mantello lungo facendolo scivolare via dal suo collo. Quando l'indumento toccò terra, Simone alzò gli occhi sul ragazzo vedendo nei suoi occhi uno strano luccichio che sapeva un po' di paura e un po' di determinazione.

The Prince's LoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora