Capitolo 21

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Non so quanto tempo passi da quando mi ha abbracciato e sono scoppiata a piangere, so solo che quando smetto di farlo, mi sento completamente svuotata, non neanche dire se mi sento meglio o peggio di prima.
Risaliamo in macchina senza parlare, fino a quando non entriamo a casa mia
G - vuoi andare a dormire? -
Ar - si va bene tu non dormi? -
G - si più tardi - lei sale di sopra e va a riposarsi, mentre io resto di sotto e apro il mobiletto che cura ogni mio dolore, scelgo un Whisky che tra l'altro è uno dei miei preferiti e lo verso nel bicchiere con del ghiaccio.

Comincio a girarlo all'interno di quel contenitore fatto di vetro e capisco che in quel momento mi sento come quel liquido che sta all'interno, in gabbia, pressato e spostato continuamente.
Lo bevo e poi me ne verso ancora un po', il sapore è buono, quel leggero bruciore che lascia quando scende nella gola mi piace e inoltre allevia ogni singolo pensiero, facendolo lentamente svanire.

Non ho ancora parlato con Arianna di cosa possa essere successo ieri sera, sto provando a ricordare, ma non ci riesco, ho un vuoto totale eppure non ho bevuto così tanto da quel che ricordo, al mio risveglio non avevo neanche mal di testa.
Decido che è arrivato il momento di andare a dormire un po', raggiungo la mia stanza e noto che lei dorme tranquillamente, mi metto sotto le lenzuola e crollo in un sonno profondo.

Mi risveglio che ormai è tarda notte e lei sta preparando qualcosa da mangiare, probabilmente si è svegliata da poco anche lei, il letto era ancora caldo al mio risveglio.
La guardo  in silenzio mentre cucina, non mi ha neanche notato, è una bella ragazza, ma tra noi non potrà mai esserci più niente e so che lei si sta illudendo del contrario, ho sbagliato a chiamarla l'altra sera.

G - ei, da quando sei sveglia? -
A - da poco in realtà saranno al massimo 15 minuti -
G - hai dormito bene? -
A - si grazie tu? -
G - devo dire che dopo un'intera bottiglia di whisky ho dormito benissimo - mi guarda con disapprovazione, ma non dice nulla, sa che non avrebbe senso dire qualcosa perché non l'ascolterei.

Ci mettiamo a tavola ha fatto una semplice pasta gamberetti e zucchine, una delle mie paste preferite in realtà, non so se lo abbia fatto apposta o meno, ma non sono sicura di voler sapere la risposta, quindi non chiedo nulla.
La guardo per qualche secondo mentre aspetto che temini di mangiare, per parlare poi di cosa sia successo ieri sera e quanto ho esagerato.
G - che è successo ieri? -
A - lo vuoi davvero sapere? -
G - si o non te l'avrei chiesto - annuisce e comincia a raccontare.

Pov Arianna

Incomincio a narrarle cosa sia successo e la sua faccia cambia mano mano che vado avanti nel racconto, diventano sempre più confusa o arrabbiata
Ieri sera quando siamo arrivate in spiaggia eri tutta felice di bere e svagarti un po' finalmente dopo il brutto periodo che hai passato, hai cominciato a fare drink su drink e all'inizio non hai bevuto neanche tanto, eri troppo impegnata a preparare da bere per concentrarti su te stessa, poi hai visto Sofia e hai letteralmente dato di matto, hai cominciato a parlare da sola e hai preso una bottiglia di non so cosa e sei sparita con la prima tipa che ti è capitata sotto mano.

Sei tornata un'oretta dopo circa che barcollavi parecchio e ridevi con questa ragazza di cui sicuramente non ti ricordavi neanche il nome, ma hai rivisto Sofia e il buon umore è sparito di nuovo, ci hai preso da parte a noi ragazze e ci hai detto una cosa
G - sono stata io a tradirla in realtà non fisicamente, ma sono stata io, volevo solo che fosse colpa sua e non mia e ci ho mentito mi dispiace - dopo aver detto questo hai preso un'altra bottiglia e sei andata via sta volta da sola e ti sei seduta non molto distante da noi, ma abbastanza da sentire la musica come sottofondo e non avere gente intorno.

MIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora