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"che cos'è una fata, nonna?" chiese il piccolo Chan alla sua nonna mentre ondeggiavano su una sedia a dondolo davanti al caminetto scoppiettante.

"devi sapere, tesoro mio, che le fate sono degli esserini graziosi, magici. stanno nei boschi, sui laghi e presso le radici degli alberi. sono creature sensibili e gentili, ma ci sono anche delle fate cattive, piccolo mio. bisogna stare attenti" rispose con voce dolce la nonna.

"le fate cattive.. nonna, come farò a capire se sono brave o no?" disse Chan preoccupato.

"quelle brave sono chiare, vestite di velluto bianco e sono luminose e calde, bimbo mio. quelle cattive non si fanno vedere da nessuno, si dice che siano brutte, che si vestano di nero e che emanino tristezza e gelo"

"nonna, tu hai mai visto una fata?"

"certo che sì, Chan, ne vidi una in gioventù. sembrava un ragazzino, proprio come te"

"come me?! quindi ci sono anche le fate maschi, nonna?"

"ma certo, piccolo. ricordo il suo viso come se l'avessi appena visto. sembrava un angelo, aveva la pelle chiara, le ciglia lunghe, gli occhi allungati e neri come la notte più buia"

"ma nonna, se aveva gli occhi neri, allora era cattivo"

"non ti so dire, tesoro. ricordo che aveva i capelli biondi, quasi bianchi, ed indossava una coroncina di fiori e argento prezioso"

"allora forse era buono"

"mi dispiaque molto, poiché, non appena sentì la mia presenza, mi guardò e si dileguó nella boscaglia"

"tranquilla nonna, un giorno lo ritroverò e lo porterò a casa"

la nonna sorrise al piccolo Chan, che sembrava entusiasta dell'idea di cercare una fata.

era il sogno di un bambino innocente che pian piano si degradava con l'avanzo della crescita.

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"nonna, io esco" gridó Chan, ormai maggiorenne da un po', alla nonna, prima di uscire per raccogliere i funghetti nel bosco vicino alla cascina dove vivevano da sempre.

"fai attenzione alle fate, ragazzo mio" disse la nonna tremolante, ormai molto anziana.

"non esistono le fate, nonna" ribattè Chan.

il ragazzo uscì dalla casa sbattendo la porticina di legno.
dalla lontana stradina di campagna vide, come ogni mattino, Han Jisung, il pastorello, nonché suo miglior amico.

"anche oggi in giro, signor Bang?!" scherzó Jisung.

"buon giorno anche a te Jisung" rispose Chan.

i due si avvicinarono e si abbracciarno, dandosi pacche sulle spalle.

"te ne vai ancora in giro con queste vecchie e lente pecore?!" esclamó Chan "perché non ti trovi una bella ragazza?"

"non iniziare, Chan. lo sai che non preferisco le donne" si lamentó Jisung "parla per te, poi, che stai tutto il tempo con tua nonna"

"ma dai, smettila" disse Chan colpendogli la spalla "oggi sei uscito tardi"

"si è vero.." disse Jisung grattandosi il capo "non avevo voglia di alzarmi dal letto, mio padre mi ha letteralmente buttato giù"

i due iniziarono a camminare verso il bosco, dove poi Jisung avrebbe dovuto svoltare, dato che il luogo perfetto per far pascolare le pecore era il prato ai piedi delle montagne.

"a proposito di tua nonna" disse Jisung continuando il discorso di prima "come sta?"

"è vecchia, Jisung" rispose Chan "quasi delirante. fantastica ancora sulla sua gioventù"

"ti racconta ancora della storia del bambino-fata?"

"no, e menomale. sembra pazza quando la racconta"

"e se ha visto davvero una fata?" disse Jisung "io da piccolo ci credevo davvero"

"eri un bambino, Jisung. ci credevamo perché eravamo entrambi dei mocciosi" disse Chan scocciato da quel discorso.

"dici.." mormoró Jisung osservando il cielo.

"la nonna avrà visto un bel ragazzino e avrà pensato che fosse una fata" disse Chan scuotendo il capo "lo sai che è sempre stata un po' fantasiosa, con la testa fra le nuvole"

Chan alzò gli occhi al cielo e sbuffó
"pfh, fate. non esistono le fate"

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spazio autrice

ehehehehe sono tornata più forte di prima dopo "Nightclub Guy"
(spero vi sia piaciuta)

AND spero vi piaccia anche questa storia

🦖she was a fairy🦖

~Zeta☄️

~I saw him standing there~ ^JeonChan^ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora