XVIII

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"c'era un ragazzino biondo con te, vestito di bianco, caro" disse ancora la nonna "chi era..?"

Chan balbettó ancora.

sua nonna l'aveva scoperto davvero. aveva visto Jeongin.

"nessuno.. non era nessuno, nonna" mentì Chan, provando ad essere il più convincente possibile "forse h-hai visto male.."

la nonna, ancora dondolandosi sulla sedia, guardò negli occhi il nipote, con sguardo ghiacciato.

"ragazzo mio, io ti conosco da una vita" sussurró ancora la nonna "capisco quando menti"

Chan ingoió a fatica, preso dall'ansia. iniziò a giocare nervosamente con le mani, graffiandosi le nocche e scrocchiandosi le dita.
sentiva il sudore che gli scendeva dalla fronte, la voce tremante.

non aveva nessun'altra scelta.

"è.. lui è un ragazzo.." balbettó Chan "in realtà è il mio.. fidanzato"

la nonna lo guardò in modo strano. Chan aveva già previsto un'occhiata del genere, poiché sapeva che sua nonna avrebbe voluto che lui avesse una moglie, per poi avere dei figli.

"viene dal villaggio ai piedi della montagna" disse ancora Chan; di certo non aveva intenzione di far scoprire alla donna che Jeongin era, in realtà, una fata.

"da villaggio... della montagna" ripetè la nonna.

"si, esatto!" esclamó Chan "viene da lì"

"perché non vi incontrate al villaggio?" disse la nonna.

"perché.. uhm" borbottó Chan, cercando di trovare una scusa plausibile "non vogliamo farci vedere da nessuno.."

la nonna annuì lentamente, posando lo sguardo prima su di Chan, poi sul caminetto acceso.
Chan aspettò impaziente la risposta della vecchia, che parlò lentamente poco dopo.

"va bene, caro.." disse a bassa voce la nonna "speravo che ti trovassi una ragazza, però.."

Chan abbassò lo sguardo, sentendo un forte peso nel petto dopo aver udito le parole della nonna.
si sentiva non accettato; sentiva che non sarebbe mai successo ma dentro di sé viveva ancora una piccola speranza, che fu purtroppo spenta da quelle parole pungenti come aghi.

Chan si diresse silenziosamente verso la cucina, poiché doveva finire di preparare la cena.
mentre mescolava con un grande mestolo la pietanza nella pentola, qualche lacrima cadde inevitabilmente dai suoi occhi, bagnandogli le guance.

non voleva di certo farsi vedere, né sentire dalla nonna, perciò si asciugò con la manica le lacrime con un gesto veloce. finì velocemente di preparare la cena, poi la versò in due ciotole e si diresse ancora in salotto.

arrivò, e si guardò attorno.

la stanza, che prima era illuminata dal fuoco vivo e scoppiettante nel camino in quel momento era buia e fredda. il caminetto era spento, qualche carbonella era rimasta leggermente accesa ma comunque non era in grado né di illuminare, né di riscaldare l'ambiente.

Chan, confuso, guardò il camino e vi si avvicinò, per capire cosa lo aveva fatto spegnere e soprattutto perché sua nonna, che era proprio di fronte ad esso, non lo aveva avvisato per riaccenderlo.

"nonna, hai spento tu il camino?" chiese allora Chan, aspettandosi una risposta più o meno immediata.

quella risposta non arrivò, la nonna non rispose.

Chan, ancora scosso dalle parole precedenti della vecchia, si sentì ignorato. la frustrazione si faceva sentire, con rabbia strattonò la sedia a dondolo, girandola verso di sé.

~I saw him standing there~ ^JeonChan^ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora