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Jeongin e Chan giacevano insieme sull'erba del bosco, avvolti nella coperta che il ragazzo aveva portato qualche ora prima.
i due era abbracciati e si tenevano stretti, Chan accarezzava le braccia lisce del ragazzino, Jeongin teneva il capo sul petto del maggiore e si lasciava trasportare dalla dolcezza delle carezze.

"Chan.." sussurró Jeongin "mi dispiace per aver pianto"

Chan si alzò dall'erba e guardò il ragazzo negli occhi "non dirlo neanche" disse "non scusarti.. piangere fa bene qualche volta"

Jeongin annuì "hai sonno?" chiese.

"un po'.." disse Chan, per poi sbadigliare.
abbracciò ancora Jeongin e lo riportó a stendersi assieme a lui.

"buonanotte Jeongin"

"notte Chan"

i due caddero addormentati dopo pochissimi minuti, avvolti dalla coperta di velluto e l'uno dalle braccia dell'altro.

si risvegliarono all'alba, toccati dai caldi raggi del sole che riuscivano a filtrare dalle foglie scure degli alberi della piccola foresta.

"devi andare per forza?" chiese Jeongin, dopo che entrambi si furono svegliati del tutto e sciacquati il viso nell'acqua fresca del laghetto.

"mi dispiace Jeongin" disse Chan mentre piegava la coperta di velluto "avrei dovuto tornare già ieri a casa.. mia nonna sarà in pensiero"

Chan porse la soffice coperta a Jeongin. il ragazzo scosse il capo e gliela porse indietro "tienila" disse Jeongin "ritorna qualche volta.. okay?"

"certo.. vengo ogni giorno qui" disse Chan sorridendo.

"non dire a nessuno di me, per favore.." disse Jeongin
Chan annuì e gli sorrise.

Jeongin salutò Chan e il maggiore lo vide dileguarsi tra la boscaglia.
quando Jeongin scomparve dalla vista del maggiore, Chan strinse la coperta e s'indirizzó verso l'uscita del bosco.
una volta fuori, si lasciò riscaldare dai raggi mattutini che, nel bosco, arrivavano minimamente.

attraversó il piccolo prato che separava il bosco da casa sua, rigato dalla stradina che Jisung percorre a tutte le mattine per portare le pecore al pascolo, che partiva dal villaggio e, fino a dove sapeva lui, arrivava al villaggio ai piedi della montagna.

Chan non sapeva cosa c'era dopo quel villaggio, non lo aveva nemmeno visitato. Chan non sapeva proprio nulla del mondo.
le uniche cose che conosceva bene erano casa sua, il boschetto, i due villaggi e la valle dei pascoli.

pensante, entró in casa. come al solito la nonna lo salutò con voce tremante, e lui ricambió.

"ragazzo mio.." disse la nonna "come mai ieri non sei tornato?"

"dai nonna, non incominciare a farmi la predica" disse scocciato Chan, per poi salire in soffitta e posare la delicata coperta sul suo letto.

"caro.." si sentì chiamare Chan dalla nonna.

Chan scese la scala a pioli di legno e raggiunse la nonna, seduta, come ogni giorno, sulla sedia a dondolo, che oscillava lentamente.

"caro ragazzo.." disse la nonna "dove sei stato ieri notte? mi hai fatto preoccupare, sai"

"ero da Jisung" mentì Chan, cercando di essere il più credibile possibile "siamo stati insieme e alla fine mi sono addormentato"
la nonna parve credergli.

poco dopo, la voce tremolante della vecchietta si fece di nuovo spazio nelle orecchie di Chan "dove hai preso quell'oggetto?"

"cosa intendi, nonna?" disse Chan confuso "quale oggetto?"

"quella coperta bianca e profumata" continuó la nonna "dove l'hai trovata?"

"ohh.." mugugnó Chan, giocando nervosamente con un lembo della maglia "la mamma di Jisung l'ha cucita.. e Jisung ha voluto regalarmela"

"davvero!?" disse stupita la nonna "non sapevo che la mamma di Jisung sapesse cucire così bene"

"già.. nemmeno io" disse Chan grattandosi il capo.
il ragazzo si voltò e fece per salire nuovamente le scale, quando udì ancora la nonna bisbigliare qualcosa.

"era così bella.." diceva la donna, ma tre si alzava dalla sedia e prendeva il bastone per camminare "sembrava cucita dalle fate.."

Chan rimase immobile, pietrificato, alle parole della nonna.

"cucita dalle.. f-fate..." balbettó Chan.

"già.. ragazzo mio. le fate" disse la nonna.

ormai in piedi, la vecchia donna camminó fino alla porta della sua stanza e vi entró.
Chan non aveva mai visto la stanza della nonna, non aveva idea di come fosse.
quando era un bambino, la nonna gli aveva sempre proibito di entrare in quella stanza.

"non voglio che tu rompa qualcosa a me caro, tesoro mio" diceva la nonna.

in effetti la donna aveva sempre amato collezionare amuleti, candele di cera colorata e profumatissima, vasi di ceramica dipinta, libri e pietruzze colorate.
la sua paura che un bimbo potesse rompere qualcosa era chiaramente giusta, ma ciò che Chan non capiva era perché la donna non lo lasciava entrare ora che era 19enne?

con tante domande in testa, Chan iniziò a preparare il pranzo.

°°°°

spazio autrice

capitolo un po' a caso

tra poco ci sarà il drama

🦖she was a fairy🦖

~Zeta☄️

~I saw him standing there~ ^JeonChan^ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora