XIV

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era passata una settimana da quando Chan e Jeongin avevano litigato.

ogni mattina Chan tornava nel bosco nel tentativo, nella speranza di poter reincontrare Jeongin ma il ragazzo non c'era più. Chan si sentiva perso, ogni giorno che passava era un'agonia.

ogni notte dormiva tormentato; sognava il volto felice e splendente del ragazzo, i suoi occhietti vispi, le labbra morbide e i suoi baci caldi e leggeri. ricordava i momenti più belli, quando le loro labbra andavano a combaciare; quando nuotavano assieme nel laghetto, e si accarezzavano la pelle.

Chan sapeva che quelli erano ormai solo dei ricordi. probabilmente non avrebbe mai più rivisto Jeongin, né avrebbe mai potuto accarezzargli le guance o baciargli le morbide e dolci labbra.

"ragazzo mio" disse la nonna quella mattina a Chan "c'è qualcosa che non va?"

Chan scosse leggermente il capo e si diresse verso la porta, con lo sguardo basso "va tutto bene, nonna..." bisbigliò, aprendo la porta "sono solo un po'.. stanco"

richiuse la porticina dietro di sè e, speranzoso, s'incamminò verso il bosco. molto presto vi entrò e, come era solito fare ogni giorno, si diresse verso il laghetto.

quando arrivò nei dintorni del lago, udì una melodia. era il suono della voce di Jeongin, che cantava la sua solita, triste canzone, accompagnando il suo splendido canto con il suono gentile della lira.

Chan si avvicinò di corsa al laghetto, sperando di non fare troppo rumore, ma purtroppo Jeongin l'aveva già notato e si apprestava alla fuga.

"no!! Jeongin, aspetta" gridò Chan, prima che Jeongin potesse scappare via dopo esser saltato giù dalla cima del salice.

"va via Chan" disse Jeongin, indietreggiando, pronto a correre via "non voglio più avere nulla a che fare con te.."

"Jeongin.. io non voglio finirla così.. ti prego" disse Chan, provando ad avvicinarsi "non voglio tornare ad essere uno sconosciuto per te.."

"n-no.." balbettò Jeongin, voltandosi "lasciami stare"

Jeongin iniziò a correre via, ma Chan non sarebbe rimasto a guardare mentre se ne andava per sempre dalla sua vita. non ci pensò due volte. subito, prese a rincorrerlo e sapeva che poteva riuscire ad acchiapparlo.

dopo poco, Chan riuscì ad atterrare il minore. la nuca e tutto il corpo di Jeongin erano stesi tra l'erba fresca ed il maggior si posizionò in perfetta corrispondenza col suo bel viso. nonostante il minore si dimenasse e le sue mani stringevano e scuotevano con rabbia la maglia di Chan per allontanarlo, il maggiore non era intenzionato a lasciarselo scappare.

"lasciami andare Chan!!" gridò Jeongin, mentre si muoveva per riuscire a fuggire "mi sembrava di averti detto che non voglio avere niente a che fare con te"

"no Jeongin.." disse Chan, bloccando i movimenti bruschi del più piccolo tenendo stretti le braccia e il corpo con le mani "non voglio vederti andare via.. non voglio che tu scompaia dalla mia vita"

"basta.. smettila Chan" disse Jeongin con la voce fievole e quasi con le lacrime agli occhi, mentre portava le mani alle orecchie per non ascoltare le parole del maggiore.

Chan prese delicatamente le mani del minore e fece intrecciare loro sottili dita, come facevano ogni pomeriggio ai piedi del salice, quando si lasciavano riscaldare dei caldi raggi solari e dondolavano al soffio del vento.

"Jeongin.. io ti amo..." disse Chan, sottovoce, in un bisbiglio.

le lacrime ricadevano dagli occhi di Jeongin e gli bagnavano il volto arrossato. il ragazzo rimase muto, senza emettere nemmeno un singhiozzo silenzioso o un suono. ogni qualvolta che provava a dire qualcosa, le parole gli rimanevano bloccate in gola, strozzate dal pianto.

"ti amo.." ripeté Chan, accarezzando le guance lisce del minore per asciugargli le lacrime "ti ho sempre amato.."

"s-smettila Chan.." balbettò Jeongin, scoppiando in un pianto doloroso, che distruggeva pian piano il cuore di Chan "basta... ti prego.."

Chan si avvicinò al viso del minore, baciandogli dolcemente gli occhi, asciugandogli le lacrime che scendevano ininterrotte.
Jeongin continuava a scuotere leggermente il capo, balbettando cose senza senso. non riusciva a smettere di piangere al tocco delle dita di Chan sulle sue guance, a quello delle sue labbra, che tanto gli era mancato.

"ti prego Jeongin.. smettila di piangere" disse Chan. il ragazzo avvicinò il viso a quello di Jeongin e gli toccò leggermente le labbra arrossate del minore con le proprie. inaspettatamente, Jeongin rimase fermo, lasciò combaciare le labbra di Chan con le sue, fino a quando non fu il maggiore ad allontanarsi.

"fa male.." disse Jeongin tra i singhiozzi "m-mi fa tanto.. male"

"io... non capisco" disse Chan, guardando Jeongin con sguardo preoccupato.

"mi f-fai male.. l-le tue parole, i tuoi baci... m-mi confondi tanto.." balbettò Jeongin, portando le mani sugli occhi, nascondendoli.

"Jeongin.." sussurrò Chan, intrecciando ancora una volta le proprie dita con quelle di Jeongin.

proprio mentre Chan stava iniziando a parlare, i due udirono un suono ad entrambi fin troppo familiare. era il classico tintinnio delle armi dei cacciatori di fate.

Jeongin stava andando nel panico mentre il suono dei passi pesanti dei cacciatori si faceva sempre più vicino.

"va via Chan" disse Jeongin, spingendo verso l'alto il busto del maggiore "vattene"

"non ti lascerò alla mercè di questi cacciatori" disse Chan, guardando negli occhi il minore "mai"

Chan si alzò e, con una mossa molto svelta, tirò su Jeongin. lo prese in braccio e salì velocemente su un albero lì accanto a loro.

furono fortunati, poiché i cacciatori erano in molti ed arrivarono nella loro zona in un men che non si dica.

Chan avvicinò il corpo di Jeongin al suo e lo strinse tra le sue braccia. Jeongin non poté far altro se non lasciarsi avvolgere dalle braccia di Chan, stringendo il tessuto della maglietta del maggiore.

il respiro di Jeongin era ancora affannato e il ragazzo non riusciva ancora a trattenere i singhiozzi.
Chan fece poggiare il capo del minore sul suo petto per farlo calmare e iniziò ad accarezzargli i capelli biondi, e Jeongin strizzò gli occhi e lasciò la testa sprofondare nel suo petto.

i cacciatori persistettero nella zona per molto tempo, e i due rimasero per svariati minuti, stretti l'uno all'altro, tra la chioma e le foglie dell'albero.

il gruppetto di cacciatori se ne andò dopo molto, i due ragazzi finalmente scesero dall'albero, ancora abbracciati.

"Jeongin... mi dispiace davvero.." disse Chan, stringendo il corpo del minore.
Jeongin non gli rispose, semplicemente lo abbracciò e strinse ancor di più, mentre cercava di calmarsi dopo quel lungo pianto.

"mi.. perdoni?" chiese Chan, poco dopo, guardando negli occhi il minore.

Jeongin ricambió lo sguardo, ma si limitó ad annuire semplicemente, poiché aveva ancora la voce tremolante e spezzata.

Chan sorrise, e tornò a stringere a sé Jeongin, che si aggrappó alle spalle del maggiore, piagnucolando leggermente.

"ti amo.. Chan" sussurrò Jeongin.

Chan sorrise "ti amo anch'io"

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spazio autrice

piango.

🦖she was a fairy🦖

~Zeta☄️

~I saw him standing there~ ^JeonChan^ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora