XIII

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"ti prego Chan!! voglio conoscerlo" disse Jisung all'amico, qualche giorno dopo.
come al solito i due erano stesi sotto la quercia, e le pecore di Jisung li circondavano distese sull'erba fresca.

"non posso Jis, come te lo devo dire?!" disse Chan seccato, roteando gli occhi.

"dai, non crederai che io gli faccia del male.." borbottó Jisung, incrociando le mani al petto.

"non è per quello" disse Chan "non posso portarti da lui se non vuole essere visto dagli estranei"

"ma io sono troppo curioso di vederlo..." disse Jisung, avvicinandosi all'amico.

"no, Jisung! non essere così insistente" disse Chan, allontanando il capo da quello di Jisung.

"sei geloso?" chiese Jisung con un sorrisetto beffardo sul viso.

Chan arrossì leggermente sulle guance e cercò di non darlo a vedere, ma, a quanto pare, Jisung lo notò, poiché si fece scappare una risatina.

"come sei geloso amico mio.." sussurró Jisung scuotendo il capo, ancora con quel suo sorrisetto sulle labbra.

"non sono geloso, Jis" esclamó Chan "ti porterei da lui ma, come ti ho detto, non vuole vedere gli estranei"

Chan si alzò e si spolveró i pantaloni, guardando l'amico ancora seduto, che stava facendo degli occhioni enormi e irresistibili, gonfiando le guance.

"no, Jis, non mi convincerai.." disse Chan scuotendo il capo.

"ti prego, Chan" disse Jisung, facendo le labbra a cuoricino e gli occhi dolci "solo questa volta"

"no.. Jisung, smettila"

"ti prego~"

Chan non poteva resistere a lungo agli occhietti e alle tenere guance da scoiattolo dell'amico, e questo Jisung lo sapeva benissimo.
sarebbe stata solo una questione di tempo, prima che Chan potesse cedere allo sguardo tenere di Jisung.
infatti, il sospiro arreso di Chan non tardó ad arrivare.

Jisung saltó in piedi, facendo gridolini di gioia e piccoli saltelli.
Chan sorrise leggermente, sbuffando.

"ora smettila" disse Chan "altrimenti non ti ci porto"
Jisung, allora, si fermò di colpo.

"andiamo" sospirò Chan.

i due amici entrarono presto nella folta foresta. Jisung non era stato tante volte nella foresta, perciò non la conosceva bene e non riusciva ad orientarsi tra gli alberi, alti e folti. Jisung preferiva rimanere incollato all'amico, per non perdersi, mentre Chan procedeva sicuro, a passi leggeri sul prato coperto di foglie secche.

i due arrivarono poco dopo al laghetto. Jisung rimase a bocca aperta nel vedere l'acqua cristallina che si increspava leggermente al tocco del vento, le bianche ninfee e l'imponente e malinconico salice piangente, e tutta la natura che circondava quello splendido lago.

ad un certo punto, dalla cima del salice, i due videro scendere la figura di un ragazzo.

"Chan, sei arrivato!! ti stavo aspettando da tanto" disse sorridendo Jeongin, facendo qualche passo per raggiungere il maggiore.
quel sorriso, però, scomparve dalle sue labbra quando vide Jisung, per lui un perfetto sconosciuto, accanto al ragazzo.

spalancò gli occhi, rimase pietrificato. indietreggiò spaventato, andando a far scontrare la sua schiena con la fredda corteccia del salice.

"t-tu.." balbettó Jeongin, evidentemente impaurito dalla presenza dell'amico di Chan.

"ecco.. Jeongin.. lui è Jisung" disse Chan, avvicinandosi al minore.
Jeongin si ritrasse con una mossa agile.

"Chan.. p-perché lo hai fatto..?" balbettó ancora Jeongin.
ormai nella sua voce erano facilmente riconoscibili tracce di rabbia.

~I saw him standing there~ ^JeonChan^ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora