Chan ritornò in mattinata a casa sua, dopo essersi lavato nel laghetto insieme a Jeongin.
quando arrivò in casa, vide la nonna che dormiva beata sulla sedia a dondolo davanti al caminetto spento.
sorrise e salì in camera sua, per cambiarsi e sistemarsi per bene.non appena ebbe finito, uscì silenziosamente di casa.
voleva incontrare Jisung per raccontargli tutto ciò che gli era successo.Chan s'incamminò verso la solita stradina di pietruzze, scendendo verso il villaggio, nella speranza di incontrare prima l'amico.
e così fu. in lontananza, vide Jisung circondato dal gregge di pecore bianche e morbide.
"Jisung!!" gridó Chan, agitando le braccia, così che l'amico potesse vederlo.
Jisung lo adocchió e agitó anche lui le braccia in segno di saluto.dopo poco, i due si ritrovarono seduti sotto la solita quercia, sull'erba fresca, ancora ricoperta della brina mattituna. tutte le pecore erano distese attorno a loro, e cercavano di prendere il calore del sole che sorgeva.
"allora" disse Jisung "cosa dovevi dirmi?"
"il ragazzo del bosco.. è davvero una fata" disse Chan.
"lo sapevo!!" urlò Jisung, alzandosi dall'erba e iniziando a fare i salti di gioia.
"smettila Jisung" disse Chan "ho capito.. avevi ragione tu"
"lo so che ho ragione" disse Jisung, con tono fiero di sé stesso "io ho sempre ragione"
Chan roteó gli occhi, mentre Jisung ridacchiava.
"me lo dovrai far conoscere prima o poi" disse Jisung dopo poco.
"se lui vorrà.." disse Chan.
"cosa intendi con se lui vorrà?" chiese Jisung, confuso.
"lui preferisce che rimanga un segreto.." disse Chan "te lo presenterei volentieri, ma non posso.. per ora"
Jisung annuì "ti capisco.." disse "ora devo andare, Chan"
Jisung si alzò dal tappeto d'erba verde e richiamó tutte le pecore."ci si vede, Jis" lo salutò Chan.
"ciao Chan" disse sorridendo Jisung.
il ragazzo s'incamminó verso la montagna, e presto scomparve dalla vista di Chan.Chan, una volta che Jisung se ne fu andato, s'immerse nella folta foresta.
gli odori dei fili d'erba e delle foglie erano sparsi dal vento all'interno del bosco, dato che quella mattinata era abbastanza ventosa.lasciò che il vento gli sfiorasse il viso e gli scompigliasse i capelli prima di dirigersi verso il laghetto.
lì vide, come ogni giorno, Jeongin sulla riva del laghetto, intento a suonare dolcemente la lira dorata.
Chan gli si avvicinò e si sedette accanto a lui.
Jeongin lo guardò, ma continuó a suonare lo strumento, indisturbato.Chan ondeggiava al suono delicato che le dita di Jeongin producevano pizzicando e muovendosi sulle corde della lira d'oro.
Jeongin sorrideva leggermente e suonava ad occhi chiusi, Chan si lasciò trasportare da quel soave suono."sei troppo bravo" sussurró Chan ad un certo punto.
Jeongin smise di suonare e lo guardò negli occhi.
"suonami qualcosa" disse il minore, porgendo a Chan lo strumento."non sono così bravo.." disse Chan, rifiutando la lira.
"insisto" disse Jeongin, mettendogli tra le mani la lira "vai. suonami qualcosa"
Chan sbuffó leggermente e sorrise al minore.
"solo perché sei tu" gli disse, iniziando a pizzicare le corde sottili.la musica era leggera e lenta, Jeongin si lasciò trasportare da quella melodia. chiuse gli occhi e posò la testa sulla spalla del maggiore.
nonostante Chan fosse un principiante, la sua melodia era splendida e Jeongin ne era stupito.entrambi ondeggiavano leggermente al suono delicato della lira, i loro capelli erano mossi dolcemente dalla brezza.
il venticello si univa alla musica della lira, con fruscii tra le foglie degli altissimi alberi, tra i fiori e l'erba.mentre Chan suonava e Jeongin si rilassava sulla spalla del maggiore, entrambi udirono un suono, un rumore.
Chan smise di pizzicare le corde della lira, Jeongin sollevó di colpo il capo, osservandosi attorno con gli occhi spalancati, colmi di panico."che cos'era?" chiese confuso Chan.
Jeongin sembrava spaventato. "cacciatori" bisbiglió terrorizzato.
Chan lo guardò stupito "come.. hai fatto?"
"ho imparato a riconoscere e ricordare il suono dei loro passi e del tintinnio delle loro armi" disse Jeongin.
"sei in pericolo, Jeongin" disse Chan preoccupato "non puoi restare qui"
i due udirono passi sul pavimento erboso e coperto di fogliame del bosco.
erano passi pesanti e tozzi, inoltre veloci. potevano essere due o più persone che in quel momento si stavano avvicinando.Jeongin salì sul salice e Chan lo seguì. i passi si facevano sempre più vicini, svelti, mentre i due cercavano rifugio tra i grandi rami del salice.
forse le sue grandi foglie gli avrebbero protetti.Chan abbracció il minore, come per nasconderlo col suo corpo, e Jeongin si tenne stretto al petto di Chan, nascondendovi il capo.
in quel momento, due uomini arrivarono al laghetto. ne analizzarono la riva, controllando tra i canneti e l'erba folta e alta.
"mi era sembrato di aver udito della musica" disse uno di loro, che in mano portava un fucile.
"era una lira, classico strumento delle fate" rispose l'altro, che invece impugnava una lama "deve essere nei paraggi"
Jeongin chiuse gli occhi, sembrava che stesse per iniziare a piangere, poiché il suo respiro si faceva irregolare, spezzato.
Jeongin si strinse ancor più al petto di Chan, che lo avvicinava a sé e gli accarezzava la schiena mentre guardava i due uomini.i cacciatori si allontanarono dopo pochi minuti, non avendo fortunatamente trovato nulla.
Chan e Jeongin scesero dal salice, ancora l'uno abbracciato all'altro, il minore ancora stretto al petto del più grande."va tutto bene Jeongin" disse Chan accarezzando i capelli del minore, ancora stretto a lui "tranquillo.. se ne sono andati"
"grazie Chan.." disse sottovoce Jeongin, rompendo l'abbraccio tra i due "grazie"
i due si sedettero ai piedi dell'albero, poggiando le loro schiene contro il tronco e intrecciando le loro mani e dita.
"Jeongin" disse Chan dopo poco "come mai i cacciatori cercano le fate?"
"non lo so.." disse il minore "molte fate dicono che i cacciatori ci uccidono per le nostre ghirlande di fiori e pietre preziose o per i nostri capelli.. altre dicono che lo fanno solo per divertimento"
Chan rimase davvero scosso dall'ultima risposta.
si poteva davvero essere così crudeli? "mi dispiace Jeongin.." disse Chan.Jeongin scosse il capo, poi gli sorrise "fa nulla.." disse il ragazzo "sono abituato a questo genere di situazioni"
dopo quel momento, l'unico pensiero di Chan fu di proteggere Jeongin, a qualunque costo.
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spazio autrice
JUST FEEL THE ROCK
🦖she was a fairy🦖
~Zeta☄️
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~I saw him standing there~ ^JeonChan^
FanfictionChan non ha mai creduto nelle fate boyxboy JeonChan ‼️la storia è ambientata in un tempo e in un luogo immaginario‼️ started: 15/01/2024 finished: 26/02/2024 ⚠️ -smut [?]