IV

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Chan uscì molto presto quella mattina. il sole stava sorgendo da dietro al boschetto e il cielo era ancora buio, leggermente tinto di arancio e rosa. con cautela chiuse la porta e si diresse verso la stradina che conduceva al villaggio in collina.

sulla via incontrò il suo amico Jisung accompagnato dal suo bastone in legno di pino che, come al solito, portava quel misero gruppetto di pecore ai piedi della montagna per pascolare.

"Chan! alla buon'ora" esclamó Jisung non appena vide il giovane "che ci fai fuori così presto?"

"devo dirti una cosa" disse Chan avvicinandosi al ragazzo "non puoi fermarti per un attimo?"

"si certo" disse Jisung con fare leggermente preoccupato.

i due accostarono e si sedettero sotto una quercia. le pecore si stesero stanche sull'erba, dove il sole iniziava ad illuminare.

"cosa è successo, Chan?" chiese Jisung, una volta che si fu assicurato che tutte le pecore si furono sedute.

"ha a che fare con ieri" rispose Chan "quando sono entrato nel bosco, dopo aver camminato fino allo stagno, ho visto un ragazzino" disse appositamente.

"magari si era solo perso.." disse Jisung.

"Jis fammi finire" esclamó Chan dando uno schiaffetto sul ginocchio dell'amico "era strano, molto bello, ma strano. aveva le orecchie allungate, a punta.."

"una fata!!" esclamó Jisung "io lo sapevo che erano reali"

"ma che diavolo dici?!" disse Chan "non esistono le fate"

"e allora come spieghi il ragazzino del bosco? eh?!" disse Jisung con fare di sfida.

"ci.. ci sarà una spiegazione logica a tutto questo.." borbottó Chan, incrociando le braccia.

"tu hai visto una fata, caro mio" rise Jisung "solo che non lo vuoi ammettere"

Jisung si avvicinò all'amico "Han Jisung ha sempre ragione, fidati di me" disse.

Jisung si alzò dalla sua seduta sull'erba e recuperó il bastone di legno da terra.

"è ora di andare" disse spolverandosi il pantaloni "si è fatto tardi"

Jisung richiamó tutte le pecore e si rimise sulla via di pietruzze che portava alla valle.

"se dovessi vedere ancora quel ragazzino" disse Jisung, prima di riprendere il cammino "chiedigli se è una fata.. almeno, io penso sia così"

Jisung scomparve dalla vista di Chan dopo aver superato le prime collinette.

Chan rimase steso sotto l'ombra della quercia, pensieroso.
sicuramente sperava di ritrovare quel ragazzo, ma era fermamente convinto che non fosse una fata, o qualunque altra creatura.

passò molto tempo a pensare del come e del perché, che, nel mentre, il sole era sorto e bel alto nel cielo.

decise di alzarsi e di incamminarsi verso il bosco.
la piccola foresta era molto luminosa, il vento muoveva le foglie e il sole riusciva a far passare i suoi raggi caldi.

Chan decise di andare diritto al lago, dove aveva più possibilità di ritrovare quel ragazzo.
quando ci arrivò, si sedette e iniziò ad osservare l'ambiente circostante.

mentre guardava la natura attorno a sé, udì un canto soave, ma triste, malinconico, accompagnato dalla melodia di quella che sembrava una lira.
la voce della persona che cantava era splendida e limpida, ma le parole Chan non le capiva, forse erano un'altra lingua.

Chan ne era ammaliato. seguì la direzione del suono per capire da chi proveniva.
si diresse dietro il grande salice e rimase ad ammirare la figura del ragazzino del giorno prima mentre cantava ad occhi chiusi su un ramo dell'albero, dondolando i piedi scalzi.
imbracciava una piccola lira dorata, dalle corde luminose, mosse e pizzicate dalle sottili dita del ragazzo.

~I saw him standing there~ ^JeonChan^ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora