Capitolo 22

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Sono ancora al parco con Arek, stiamo facendo una passeggiata insieme e stiamo parlando tantissimo, non pensavo fosse così piacevole parlare con lui.
Ad un certo punto però, vedo che si ferma di colpo.
Io:"Tutto bene, Arek?"
A.M:"Sì certo, solo che c'è Filip, se non vuoi vederlo ci giriamo e andiamo da un'altra parte." Guardo davanti a noi e vedo Filip con la sua nuova ragazza, lei non l'avevo mai vista ma devo dire che è bellissima. E poi, lui sorride, quindi a me va bene così.
Io:"No, è tutto okay, ormai è storia vecchia." Gli sorrido e lui mi prende la mano, come a rassicurarmi e poi andiamo incontro alla coppia.

A.M:"Ciao Filip!" Il serbo ci nota e il suo sguardo scende sulle nostre mani intrecciate.
F.K:"Ciao ragazzi. Lei è Veronica, la mia ragazza." Abbassa la voce nell'ultima parte di frase, come se poi non fosse ovvio.
Io:"Piacere, io sono Sofia!" Le sorrido e allungo la mano per stringerla ma vedo che lei non ricambia ma, anzi, mi guarda pure male. Ma che problemi ha?
Vero:"Sofia la sua ex? Pensavo fossi più bella sinceramente." Sbatto le palpebre un paio di volte, pensando di aver capito male, ma considerando lo sguardo dei due ragazzi ho capito benissimo.
A.M:"Veramente è perfetta così, ma non ti preoccupare, non ti ruberà il fidanzato. Ora noi dobbiamo andare, ciao!"

Io:"Grazie per avermi difesa da quell'arpia." Gli dico sinceramente per poi abbracciarlo. Se pensavo che Filip fosse alto, lui lo è ancora di più.
A.M:"Se vuoi sdebitarti, vieni a mangiare una pizza con me." Annuisco contenta, non mi ero nemmeno resa conto fosse arrivata ora di cena, il tempo con Arek vola.

Mentre siamo a tavola a parlare del più e del meno mi arriva una chiamata da Filip, che decido d'ignorare, non mi rovinerà questa serata. Che problemi ha? Lui può rifarsi una vita ed io devo stare ad assistere? Ha capito proprio male.
A.M:"Domani vuoi venire agli allenamenti?"
Io:"Certo! Così ne approfitto anche per salutare gli altri ragazzi." Con tutti i ragazzi della squadra sono rimasta in buoni rapporti, hanno capito che semplicemente non tutte le storie hanno un lieto fine e non hanno dato la colpa a nessuno, come se poi ci fosse un colpevole per forza quando qualcuno si lascia.
Ogni tanto sento anche Leandro e Camila, più che altro il piccolo di casa, loro quest'anno sono a Roma, gioca insieme a Paulo, infatti ho deciso che a Juve-Roma andrò allo stadio, così posso salutarli tutti.

La serata passa in modo molto tranquillo, dopodiché Arek mi accompagna a casa e mi dice che mi sarebbe venuto a prendere il giorno dopo per andare agli allenamenti, così gli do un bacio sulla guancia e salgo in casa.

La notte, però, è il momento più brutto di tutti. Devo ancora abituarmi a non avere lui al mio fianco, devo abituarmi al fatto che non posso più cercare la sua mano quando ho paura di qualcosa.
Non lo so se un giorno ti renderai davvero conto di quello che hai perso. Forse questo non succederà mai, forse la tua mano, di notte, non cercherà mai la mia, sotto le coperte, in quelle notti fredde in cui ci salva solo un po’ d’amore. Forse non ti scoppierà mai il cuore per quello che  poteva essere. Forse per te non poteva essere niente di più di quello che è stato. Forse non dirai mai: “Lei era lì, era mia, mi amava, e me la sono fatta scappare”. Forse non succederà, e questo è un po’ l’emblema della nostra storia: tu sei uno che non ha capito. Che non mi ha capito. Che non mi sentiva. Tu non mi amavi, perché chiama non si comporta così. E forse nemmeno io, nemmeno io mi amavo.





Pov's Filip

Mi rigiro nel letto, ormai sono le 2 e non ho chiuso occhio. Rivederla dopo tutto questo tempo, soprattutto insieme ad Arek, mi ha scombussolato nuovamente.
La verità, purtroppo per me, è che anche se non la amo più, possono passare anche anni ma lei sarà sempre il punto debole della mia vita.

Decido di alzarmi e andare a fare una passeggiata, opto per il parco in cui porto sempre Zach.
Mi avvio silenziosamente con le cuffie nelle orecchie e, una volta arrivato là, la vedo. È seduta su una panchina e ha le cuffie nelle orecchie ed uno sguardo spento, cosa diavolo ci fa qua da sola? È tardi, potrebbe succederle qualcosa.
Faccio per avvicinarmi e lei e lei, come al solito, mi precede alzando la testa. Ci fissiamo in silenzio per un tempo che a me sembra infinito, poi è lei che mi sorride e inizia a parlare.
S.M:"Cosa fai qua?"
Io:"Non riuscivo a dormire. Tu?" E mi siedo accanto a lei.
S.M:"Anche io, ultimamente faccio fatica a prendere sonno." Fa un sorriso amaro ed io capisco perfettamente a cosa si riferisce.
Io:"Ti penti di qualcosa di noi due?" Butto fuori quella domanda come una bomba in un asilo nido, ma devo saperlo, devo sapere se ha dei pentimenti nei miei confronti o se tutto ciò che ha fatto resterà nel suo cuore per sempre.
Lei fa un sorriso e risponde.
S.M:"Filip, tu sei l'amore della mia vita, non potrei mai pentirmi di niente di ciò che ho vissuto con te. Piuttosto mi pento di com'è andata a finire, avremmo potuto gestire le cose in modo diverso, ma ho imparato che non tutto va come vuoi che vada, magari tra qualche anno torneremo insieme e formeremo una famiglia, ma ora tu sei fidanzato ed a me inizia ad interessare un'altra persona. A proposito, simpatica la tua fidanzata." Fa una smorfia sull'ultima parte ma io sono ancora fermo a "tu sei l'amore della mia vita" e "inizia ad interessarmi un'altra persona". Sta parlando di Arek?
Io:"Parli di Arek?"
S.M:"Non lo nego, sto bene con lui, ma è troppo presto per dire qualsiasi cosa. Comunque, ora devo tornare a casa che si è fatto tardi, buonanotte Filip." Se ne va in modo talmente veloce che quasi mi chiedo se sia mai stata qua.
Ormai l'ho persa definitivamente, devo anche smettere di sperare di poterla riconquistare ed è anche giusto così.

Torno a casa anche io, consapevole che ormai non avrò più il suo sorriso appena aprirò gli occhi l'indomani.

Destino/Filip Kostic Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora