Capitolo 10

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È passato parecchio tempo da quando ho avuto quella discussione con Filip, da quel giorno l'ho evitato in tutti i modi possibili anche se lui si è fatto sentire parecchio: messaggi di buongiorno, buonanotte, fiori a casa, colazioni a domicilio e chi più ne ha più ne metta.
Non nego che tutto questo mi fa piacere, ma sono sicura che lo stia facendo solo perché Alice gli ha consigliato di farlo, insomma a lui non sarebbe mai venuto in mente.
Dal canto mio, ho evitato di andare allo stadio o comunque in posti che sapevo avrebbe frequentato, mi sono concentrata sull'università e sugli esami, è il mio penultimo anno e non posso permettermi di perdere di vista le mie priorità.
Oggi la Juventus gioca in casa con il Lecce ed io, anche oggi, la vedrò da casa. Al contrario mio, Alice continua ad andare allo stadio sia per sostenere la squadra sia per sostenere Dusan, con cui ormai fa coppia fissa ma mi ha promesso che oggi dopo la partita saremmo uscite io e lei, ce lo meritiamo un po' di svago d'altronde.




Dopo la partita, che la Juve ha vinto 2-1 con una gran punizione di Paredes ed un gran gol di Vlahovic, io e Alice ci dirigiamo in un locale del centro ed essendo mercoledì non è molto affollato fortunatamente.
Iniziamo a bere qualcosa, chiacchieriamo, lei mi racconta come va con Dusan, mi dice che è felice ma che ha paura che se lui venisse venduto a qualche squadra estera non avrebbe il coraggio di seguirlo.
Io:"Perché lo pensi ora? Ha detto che vuole andare via?" Chiedo sorseggiando il mio drink e mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
A.P:"No, alla Juve sta benissimo, ma lo sai anche tu com'è la vita del calciatore. Un giorno sei in Italia e il giorno dopo potresti essere a Londra oppure a Madrid o Manchester ed io non potrei mai negargli un'opportunità del genere, gli rovinerei la carriera e sicuramente non è ciò che voglio fare."
Io:"Devi stare tranquilla, Dusan è cotto di te e sono sicura che se dovesse arrivare un'offerta estera ne parlerebbe con te prima di prendere qualsiasi decisione. E poi potresti fare un erasmus o addirittura iscriverti in qualche università del luogo, non credo andrebbe a giocare nel deserto infondo." Le accarezzo un braccio per rincuorarla e lei annuisce. È sempre stata quella forte e sicura delle due, ma quando si tratta di affetto vacilla come una bambina piccola e, stranamente, quella che le dà conforto sono io.

Ad un certo punto mentre chiacchieriamo del più e del meno si avvicina un ragazzo che mi chiede di ballare. Io guardo Alice che annuisce lievemente, lui è carino ed infondo mi ha chiesto solo un ballo, così mi alzo e andiamo in pista.
X:"Come ti chiami?" Chiede cercando di sovrastare il volume della musica che ci circonda.
Io:"Sofia. Tu?"
X:"Lorenzo, piacere." Sorrido al ragazzo e continuiamo a ballare finché la canzone finisce, poi lo saluto e torno dalla mia amica.
Quando mi giro per andare da lei però noto che non è più sola: Dusan Vlahovic, Federico Gatti, Matias Soulé, Enzo Barrenechea ma soprattutto Filip Kostic sono al tavolo con lei, fortunatamente nessuno di loro mi ha ancora vista così decido di fare retromarcia ed esco un attimo dal locale a prendere aria.


Lor:"Sei da sola?" Mi giro spaventata verso quella voce, ero sovrappensiero e non l'ho sentito arrivare.
Io:"No, ma la mia amica è con persone con cui non mi va di interagire." Affermo alzando le spalle.
Lor:"Andiamo a fare un giro? Magari poi ti porto a casa io." Lo guardo un attimo in silenzio, è sempre uno sconosciuto ed è sempre meglio non fidarsi.
Io:"No grazie, ora torno dentro. Buona serata." Faccio per andarmene ma lui mi blocca per un polso.
Io:"Che fai? Lasciami." Cerco di strattonare via il polso ma lui stringe sempre di più.
Lor:"Dai, sei così bella, hai degli occhi verdi stupendi e poi quei capelli neri, sei perfetta. Perché non vieni a fare un giro con me? Ti piacerà sicuramente." Afferma toccandosi il cavallo dei pantaloni ed a me viene un conato di vomito, e non per l'alcol.
Io:"Ti ho detto di lasciarmi stare, vai a prostitute se hai bisogno di sfogarti." Sembra che questa frase lo faccia scattare talmente tanto che mi sbatte contro il muro e mi stringe la gola con un braccio, respiro a fatica e non riesco a muovere un muscolo.
X:"Lasciala stare pezzo di merda!" Ho le lacrime agli occhi e non sento più l'ossigeno arrivare al cervello, ma quella voce la riconoscerei tra milioni.
Il ragazzo in un momento di distrazione mi lascia ed io corro verso Filip.
Lor:"Scusa amico, non pensavo fosse già occupata, stavo solo scherzando." Dice quasi spaventato ed effettivamente quando alzo la testa capisco perché: ci sono anche gli altri ragazzi dietro Filip e sicuramente non trasmettono tranquillità.
Quel viscido scappa via ed io scoppio in un pianto disperato accasciandomi a terra.
Io:"Prima Correa, ora questo, ma non è che il problema sono io? Ve lo giuro che non ho fatto niente per provocarlo, abbiamo solo ballato insieme una canzone ma poi niente più, vi prego credetemi."
M.S:"Sofi non ci devi nessuna spiegazione, anche se l'avessi provocato non deve permettersi di fare ciò che ha fatto, non si fa così." Dopo quell'affermazione di Matias mi tranquillizzo un po' ma continuo a piangere, le lacrime non hanno intenzione di fermarsi.
Gli altri, Alice compresa, capiscono che è il caso di lasciarci soli e, dopo che la mia amica mi ha abbracciata forte, vanno via.

Io:"Grazie, mi hai salvato la vita." Dico guardandolo negli occhi per la prima volta dopo giorni.
F.K:"Lo rifarei altre mille volte. Ora andiamo a casa, ti va? Ti accompagno."
Io:"Vuoi fermarti da me? La verità è che mi manchi." Lui sembra illuminarsi e subito annuisce contento.

Dopo una mezz'oretta siamo a casa e dopo esserci lavati ci mettiamo a letto abbracciati.
Dopo questa sera ho la certezza che, nonostante tutto, se nella mia vita ho Filip sarò sempre al sicuro.

Destino/Filip Kostic Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora