Gli ospedali mi hanno sempre messo addosso una tristezza infinita, in questi luoghi nasciamo, è vero, ma ci sono anche persone che qua dentro perdono la vita, perdono un loro caro oppure combattono contro malattie impossibili da battere.
La mia stanza è tutta bianca, ho una flebo attaccata al braccio e varie medicazioni per tutto il corpo, non avrei sicuramente pensato di finire le vacanze in questo modo, pensavo che avrei passato la notte a fare l'amore con Filip, pensavo che saremmo tornati a Torino insieme e felici ed io una settimana dopo l'avrei raggiunto in America insieme alle altre ragazze, ma la realtà è che lui ancora non si è fatto vedere né sentire ed io non so cosa fare, mi sento vuota senza di lui e mentirei se dicessi che non lo penso costantemente, ma più di tutto voglio sapere se veramente mi ha tradita, ho bisogno di saperlo.Come se mi leggessero nel pensiero, sento un gran casino fuori la mia porta e poco dopo i miei amici entrano come una mandria di bufali impazziti.
Parlano tutti insieme e non si capisce niente ma mi viene da ridere, smetto però nel momento in cui non vedo Theo.
Io:"Ma dove avete lasciato il bambino?" Chiedo alzando un sopracciglio.
M.L:"Tranquilla, Nicolò Barella è qua in vacanza dalla sua famiglia e mi ha detto che potevamo lasciarlo da lui per venire qua, è in ottime mani." Annuisco più tranquilla ma il mio sguardo si posa sul numero diciassette bianconero, gli altri capiscono la situazione e ci lasciano da soli, così lui finalmente si avvicina.F.K:"Come stai?" Ha le occhiaie ben marcate e gli occhi arrossati, tipico di quando non dorme.
Io:"Mi riprendo, tu invece? Perché non hai dormito?" Gli accarezzo una mano e lui scoppia in lacrime, non credo di averlo mai visto così.
F.K:"Mi dispiace tanto Sofia, è tutta colpa mia. Sarei dovuto rimanere con te, non sarei dovuto andare in quel locale e non mi sarei dovuto fare toccare da quella con le sue mani sudice. A quest'ora saremmo a casa nostra insieme e non qua, mi dispiace Sofia, perdonami se puoi." Mi stacco dalle sue mani come se fossero lava incandescente, ha appena ammesso che un'altra lo ha toccato come solo io facevo.
Io:"Esci Filip, per favore." Sto piangendo silenziosamente e lui insieme a me, ma questa volta non per qualcosa di bello che ci è successo, queste lacrime speravo di non doverle mai provate sulla mia pelle, questo dolore è troppo, fa più male delle botte perché arriva dall'uomo che amo, lo stesso uomo che aveva giurato che non mi avrebbe mai fatta soffrire.
Lui esce dalla stanza e, probabilmente, anche dalla mia vita.Una settimana dopo
Sono tornata a casa mia, a Torino, gli esami in ospedale sono andati tutti bene e mi hanno dato il permesso. Ho ripreso tutte le mie cose da casa di Filip e le ho riportate a casa mia, devo riabituarmi a vivere da sola ma la realtà è che io senza Filip non ci so stare, sul momento ho giurato che non lo volevo più vedere, che con me aveva chiuso, ma la realtà è che io e Filip Kostic non chiuderemo mai.
A.P:"Che hai intenzione di fare?" Alice, così come le altre ragazze, non mi lasciano un attimo da sola da quando è successo quel brutto incidente in Sardegna ed io sono grata a tutte quante.
Io:"Andiamo in America, no? Abbiamo già i biglietti." Vedo i suoi occhi illuminarsi e saltare giù dalla sedia per venire ad abbracciarmi forte, le manca tanto Dusan e non posso impedirle di vedere lui solo perché io e Filip siamo in questa situazione di merda. Che poi, non saprei nemmeno come definirci, paradossalmente è lui ad essere sparito e sono stata io, invece, a mandargli messaggi per sapere come stesse o se avesse bisogno di qualcosa, messaggi a cui è seguito solo un silenzio di tomba.
Finisco di preparare le ultime cose e poco dopo siamo su un aereo in direzione San Francisco, la Juventus avrà la prima partita della tournée contro il Barcellona proprio là.Dopo troppe, troppissime ore di aereo finalmente siamo arrivate, non sento più le gambe ed il collo è totalmente a pezzi, però tra poco rivedrò Filip e conta solo questo.
Lucia è venuta a prenderci in aeroporto per accompagnarci alla casa che abbiamo affittato, ma giusto il tempo di una rinfrescata ed un cambio abito che siamo subito dirette agli allenamenti.
Appena arriviamo il mister ci saluta e mi chiede come sto, probabilmente gliene hanno parlato e, fortunatamente, poco dopo l'allenamento finisce così dobbiamo solo aspettare che i ragazzi si facciano la doccia.F.K:"Sofia? Cosa fai qua?" Non riesco a capire la sua espressione, felice? Sorpreso? Infastidito? Non lo so, fatto sta che rivederlo dopo una settimana a me fa scoppiare il cuore.
Gli vado incontro e lo abbraccio forte, ma sento quanto lui sia titubante nel ricambiare la mia stretta.
Io:"Sono qua perché, nonostante tutti i casini, le varie intromissioni, le discussioni e tutto il resto, io sono tua e questo non cambierà mai." Cerco di baciarlo ma lui si allontana, anche se di poco. Lo guardo confusa e con gli occhi lucidi, non mi sarei sicuramente aspettata una cosa del genere.
F.K:"Sofia, ormai è finita, io ho fatto troppe cazzate e non dovresti perdonarmi." Sentite questo tonfo? È il mio cuore che si è spaccato in mille pezzi.
Non gli rispondo, semplicemente me ne vado. Torno alla casa e sistemo di nuovo le mie cose, torno in aeroporto e torno a casa, passo la giornata in aereo ma poco importa, ormai non importa più niente.Sono passati parecchi giorni da quando ho chiuso la mia relazione con Filip, sto cominciando ad accettarlo e sto provando a riprendere in mano la mia vita, mi prendo più cura di me e tutto sta andando benissimo, tranne la notte che mi distrugge.
In questo momento sto aspettando Thessa e Theo per andare a fare una passeggiata e, quando suona il campanello, corro ad aprire con il sorriso stampato sulle labbra, che mi muore appena vedo chi è realmente.F.K:"Ciao." Che faccia tosta.
Io:"Ah sei tornato? Beh, ben tornato." Faccio per chiudere la porta ma lui la riapre ed entra.
F.K:"Sono tornato per te. Tu hai ragione, nonostante tutto quello che è successo, nonostante il tempo che abbiamo passato separati, io sono tuo."
Io:"Mio, certo." Dico ironica. Faccio per andarmene, ma lui mi trattiene per un polso.
Io:"Guarda Filip, se non mi lasci andare in camera mia a piangere le ultime lacrime che mi sono rimaste giuro che-"
F.K:"Ma io credevo che fossi contenta.."
Io:"Certo, sono contenta che mi hai dimostrato per l'ennesima volta di quanto sei egocentrico. Mi hai lasciata in un letto d'ospedale, ti ho scritto per giorni e non mi hai mai risposto, sono venuta da te a migliaia di chilometri da casa e tu mi hai mandata via, senza sapere se avessi un tetto sopra la testa, un posto per mangiare o un letto per piangere per quella tua faccia di merda. Cos'è successo ora? Hai trovato il coraggio? Hai fatto il grande rientro? Perché ovviamente, mica è colpa tua se noi ci siamo lasciati, no! È colpa di quella del pub, è colpa dei nostri amici che ti hanno portato fuori ed ora devono tenere loro il fardello del nostro amore, cos'è la nostra storia Filip, una partita di palla avvelenata? C'è però un'unica regola: la palla non deve mai arrivare a te. Ma sai che c'è? Ora tu ti prendi i tuoi piagnistei, i tuoi mezzi sorrisi, le tue scuse strappalacrime e te ne vai dritto all'inferno!"Ciao a tutt*🥰 innanzitutto volevo scusarmi se ci metto tanto ad aggiornare, ma i capitoli che faccio non li scrivo prima, scrivo tutto al momento e poi pubblico, questo è anche il motivo per cui a volte trovate degli errori.
La parte della litigata, non è una mia idea, è tratta da una serie TV, se indovinate di quale serie sto parlando (e se vi va) vi dico un piccolo spoiler in privato🥰
Spero che il capitolo vi piaccia, in caso contrario fatemi sapere dove potrei migliorare.
Grazie per il supporto, siete fantastic*❤️
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Destino/Filip Kostic
Novela JuvenilSofia Mansi, classe 1997, sta per conseguire la laurea magistrale in Comunicazione, finanza e marketing presso l'università degli studi di Torino. Da sempre tifosa della Juventus ed ogni anno compra l'abbonamento in tribuna per seguire la sua squadr...