Come se il tempo si fermasse

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Cassie's pov

Dopo essere tornati dalla palestra, mi ritrovo sul banco un pacchetto di OREO, i miei preferiti, subito capisco le sue intenzioni e dirigendomi verso di lui glieli sbatto sul banco

<<Sono stanca dei tuoi giochetti, smettila di tormentarmi>>

Lui mi guarda come la prima volta, attraverso i piedi, che aveva poggiato sul banco.

Sbattendo i palmi sul banco mi piego verso di lui e ad un passo dal suo viso gli mormoro

<<Ezio, basta, ci siamo lasciati mesi fa, fatti una vita!>>

Lui, guardando le mie labbra, mi prende il viso in modo brusco e quando vedo le sue labbra avvicinarsi alle mie, lo allontano con violenza.

Mi giro per andarmene, ma appena muovo il primo passo, sento la sua mano stringermi il polso, con una smorfia di dolore mi giro verso di lui e lo fulmino con lo sguardo

<<Cosa c'è? Ti fa male il polso? Non puoi dare la colpa a me anche per questo, la colpa è solo tua>>

Mi sputa quelle parole dritto nel cuore e con gli occhi appannati dalle lacrime, cogliendolo di sorpresa, allungo la mano libera per dargli uno schiaffo.

Mi lascia il polso per toccarsi la guancia e io scappo via, l'unica cosa che so fare e che ho sempre fatto quando la situazione non mi piaceva o non volevo che mi vedessero piangere.

Mi avvio verso il bagno con le guance rigate dalle lacrime e presa dal pianto non mi accorgo di essere andata a sbattere contro qualcosa.

Alzo lo sguardo e riconosco immediatamente quelle pupille, le sue.

Mi guarda confuso, con le mani alzate, come se gli fossi appena piombata addosso...ripensandoci è proprio quello che è successo.

Ci metto poco a rendermi conto che avevo le mani sul suo petto e che sulla sua maglietta c'erano delle goccioline, le mie lacrime

<<Mi scusi tanto prof...>> tutto quello che riesco a dire prima di scappare via, ancora.

Arrivo in bagno, mi siedo sul pavimento freddo, avvicino le ginocchia al petto e faccio uscire quelle lacrime che avevo cercato di trattenere fino a quel momento, ma con scarsi risultati.

Piango fino a rimanere senza fiato, cerco un po' d'aria con la bocca, ma è come se avessi un macigno sul petto, che impedisce all'aria di arrivare ai polmoni.

Dopo dieci minuti sento bussare alla porta

<<Posso entrare?>>

Una voce maschile cattura la mia attenzione e rispondo con un flebile "Si", subito uno spiraglio di porta si apre e mi ritrovo davanti l'ultima persona che potessi aspettarmi.

<<Professore? Cosa ci fa qui?>> chiedo asciugandomi una lacrima con la manica della felpa.

<<Sono venuto a vedere come stessi, prima mi sei venuta addosso piangendo, e vedo che la situazione non è proprio migliorata>>

Per quanto avesse ragione, la situazione, in realtà, è un minimo migliorata, il mio respiro è tornato normale da quando lui è apparso sulla soglia della porta.

Si guarda intorno per accertarsi che non ci sia nessuno ed entra nel bagno, chiude a chiave la porta, poggia lo zaino che ha sempre con sé e si inginocchia di fronte a me.

Io resto immobile, con gli occhi bassi, stremata dal pianto e cercando di recuperare più fiato possibile.

Lui cerca di guardarmi negli occhi, così mi prende il mento tra le dita e sposta il mio sguardo sul suo.

Entro di nuovo in quel mondo racchiuso nei suo occhi, mi sorride e con il pollice accarezza la mia guancia, asciugandomi una lacrima

<<Chi ti ha fatta piangere?>>

Sbatto un paio di volte gli occhi e ritorno alla realtà, ma senza staccare mai lo sguardo dal suo

<<Niente, non è successo niente>>

Allora distolgo lo sguardo e lo sposto di lato, ma lui mi prende il viso tra le mani e riporta il mio sguardo sul suo

<<Chi ti ha fatto questo?>>

Esito un attimo e poi gli rispondo

<<Il mio ex...ci siamo lasciati mesi fa, ma è ancora ossessionato da me>>

Faccio uscire tutti i pensieri che mi passano per la mente in questo momento

<<Non so perché ma sento di potermi fidare di lei, e il mio sesto senso non sbaglia mai>>

Inclina la testa di lato e mi guarda come se cercasse qualcosa nel mio sguardo.

Io, a mia volta, inclino la testa dallo stesso lato e gli porgo un sorriso sincero.

<<Ti dirò la verità, ho la stessa sensazione anch'io Cassie Giuliani>>

Il suo viso è ad un passo dal mio, ma all'improvviso qualcuno bussa alla porta

<<Professore deve nascondersi, non dovrebbe essere qui>>

Lo porto in uno dei bagni, mi accendo una sigaretta e apro la porta.

Entra una ragazza, una del primo anno, mi guarda con un pizzico di paura negli occhi ed entra in uno dei bagni.

Tiro un sospiro di sollievo e faccio uscire il professore dal bagno, esce dalla porta e continuo ad aspirare il fumo.

La sigaretta finisce e torno in classe, la professoressa di filosofia è già seduta alla cattedra

<<Scusi per il ritardo professoressa, non mi sentivo bene>> metto le mani sulla pancia e fingo una smorfia di dolore

<<Tranquilla, a proposito il professor Cavaliere ha lasciato un foglio per te, ha detto che serve per un torneo>>

Mi porge il foglio, vado a posto e lo apro, appena leggo cosa c'è scritto sorrido

'Sorridi più spesso perché sei stupenda'

Angolo autrice💕
Sono tornataaa.
Era da un po' che non pubblicavo, ma ho avuto un vero e proprio blocco, alla fine però sono riuscita a produrre questo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate. ❤️❤️

Distanti, ma fatti d'istantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora