Rivelazioni

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Giovanni's pov

Durante la mia convalescenza Cassie mi è rimasta accanto in ogni momento, si è presa cura di me in ogni maniera, dal preparare il pranzo a rifarmi il letto a farmi prendere le medicine.

In alcuni momenti forse è un po' troppo apprensiva, ma credo sia per la paura che io possa finire come Daniel, il suo fratellino, anche se ho il presentimento che mi stia nascondendo qualcosa riguardo il suo passato, ma non vorrei metterle pressioni che potrebbero generare un altro attacco di panico.

Dopo i cinque giorni trascorsi a letto, ha aspettato altri tre giorni per essere sicura della mia guarigione.

Ora posso dire di essere completamente guarito ma se devo essere sincero, mi mancano alcune delle sue attenzioni: il modo in cui mi accarezzava la testa quando credeva che io dormissi, le canzoni che mi cantava per farmi addormentare, i baci a stampo per evitare che prendesse anche lei la febbre.

Quando sono guarito del tutto la prima cosa che ho fatto è stata prenderla in braccio e baciarla così intensamente che abbiamo trascorso alcuni minuti a riprendere fiato.

Mi ha molto sorpreso come hanno reagito i suoi genitori nello scoprire di noi e mi ha sorpreso ancora di più sapere che oggi sono invitato a pranzo a casa loro.

All'uscita faccio salire Cassie in macchina e metto in moto per arrivare a casa sua.

<<Quindi adesso è ufficiale?>> le chiedo senza distogliere lo sguardo dalla strada.

<<Che stiamo insieme?>> annuisco e mi rivolge uno sguardo interrogativo.

<<Prima non era ufficiale?>>

<<Si, ma dal momento che i tuoi genitori lo sanno e che mi hanno invitato a pranzo, siamo ufficialmente fidanzati>> le rivolgo uno sguardo un po' titubante.

<<Sei nervoso?>>

<<Un po', lo ammetto>> scoppia a ridere e io le rivolgo un'occhiata confusa.

<<Mia madre ha già detto che ci trova carini, mio padre ha apprezzato molto che tu abbia dato una lezione ad Ezio e mio fratello ti considera un supereroe, cosa ti preoccupa?>>

<<Forse il fatto che loro non sanno come ci siamo conosciuti e chi sia realmente il tuo professore di educazione fisica>>

<<Io credo che dovremmo dirgli la verità>> fermo l'auto di scatto e mi giro verso di lei, guardandola un po' impanicato.

<<E se cambiassero idea su di me? E se mi prendessero per uno psicopatico? Un approfittatore?>> Cassie cerca il mio volto con la mano e punta i suoi occhi nei miei.

<<Non pensare neanche per un secondo che tu sia una di queste cose, d'accordo? I miei riusciranno a capire, e se non sarà così... ci penseremo dopo, tanto alla fine il nostro primo incontro è avvenuto fuori dalla scuola>> mi fa un occhiolino e poggio le mie labbra sulle sue, prendendole il viso tra le mani, poi riparto con una sgommata strappandole unarisata.

Arriviamo a casa sua in pochi minuti, cerca di rassicurarmi prendendomi la mano e gira la chiave nella serratura del portone.

La prima cosa che noto quando entro è il profumo di pollo arrosto e mi lascio cullare un po' da quest'odore, finché sua madre non sbuca di colpo di fronte a noi, facendomi sussultare.

<<Siete un po' in anticipo... meglio così>> mi rivolge un sorriso sincero e poggia una mano sulla guancia della figlia, guardandola con sguardo fiero.

<<Andiamo a sederci sul divano nel mentre che aspettiamo tuo padre e Daniel>> Cassie annuisce e io le seguo nel salotto.

<<Dimmi un po' Giovanni, qual è il tuo cognome?>>

Distanti, ma fatti d'istantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora