Uno spiraglio di luce

13 4 0
                                    

Cassie's pov

Dopo una domenica passata nella maniera più tranquilla possibile, arriva lunedì mattina, un giorno che volevo arrivasse il più tardi possibile... Il 9 novembre.

Mi preparo con pochissima voglia di andare a scuola e vado in cucina a fare colazione, qui trovo mia madre intenta a farcire una porzione di pancake, quando arriva questo giorno lei cucina tutti i suoi piatti preferiti.

<<Buongiorno mamma>> le lascio un delicato bacio sulla guancia e mi porge la mia porzione di pancake.

<<Buongiorno my love, come va?>> faccio spallucce per evitare di risponderle e mangiamo in silenzio.

...

In classe passo le prime due ore a fissare il muro finché non arriva l'ora di storia dell'arte.

Il professore entra, fa l'appello e subito proietta alla lavagna un quadro che riconosco immediatamente, la Guernica di Picasso, e inizia a spiegarne la storia.

<<Con questo quadro l'autore vuole denunciare tutte le violenze che accadono, non solo in guerra, ma anche nelle nostre strade>> resto talmente ammalata dalla spiegazione da non accorgermi che Ezio si era alzato in piedi e cercava l'attenzione di tutta la classe, compreso il professore.

<<Mi scusi se interrompo la sua eccellente spiegazione professore, ma avrei una domanda da farle... quanto può essere pericolosa una rapina?>> sgrano gli occhi e vedo il suo sguardo puntato su di me, mi sorride nel modo più falso possibile e torna a guardare il professore.

<<Devo dire che mi hai messo davvero in difficoltà con questa domanda Ezio...posso dire che dipende dalle circostanze in cui avviene la rapina... vedete ragazzi, anche questo fa parte delle violenze denunciate da Picasso... >> il professore continua la spiegazione, ma la mia attenzione è tutta concentrata sul taglierino nel mio astuccio, nell'attesa che quest'ora, cominciata in maniera stupenda, finisca al più presto.

...

Al suono della campanella mi precipito fuori dalla mia classe per andare in bagno, ma incrocio Gina la bidella, che nota subito il mio evidente attacco di panico e mi fa entrare nel suo stanzino.

<<Cassie fai dei respiri profondi, adesso vado a chiamare Anna, va bene?>> annuisco e cerco di calmare il tremore alle mani almeno per poter avvicinare la lama al mio polso, ma questa volta è troppo forte per poter essere placato, così mi rimetto il taglierino in tasca e aspetto che ritorni Gina con l'unica persona che riesce a calmarmi.

...

Giovanni's pov

Sono a prendere il mio solito caffè nell'ora buca, quando vedo Gina correre verso una classe e far uscire un'alunna che, in un secondo momento mi accorgo essere Anna l'amica di Cassie.

Noto un'espressione di terrore sul volto di entrambe e, appena Gina pronuncia la frase "Cassie è nel mio stanzino e non sta bene" lascio il caffè sul tavolo e mi avvio con passo spedito verso il luogo di cui parlava la collaboratrice.

Mi ritrovo davanti ad una porta chiusa, esito un attimo, mi sembra di essere tornato a quel giorno in cui l'ho trovata rannicchiata in bagno e mi ha raccontato un po' del suo passato, apro la porta e l'immagine è quasi la stessa, lei rannicchiata in un angolo con le ginocchia vicino al petto, ma questa volta le sue mani tremano in maniera incontrollata, i suoi grandi occhi sono chiusi e sembra che faccia una fatica immane a respirare.

Mi precipito verso di lei, mi inginocchio alla sua altezza e inizio a spostarle i capelli dalla fronte sudata, avvicino due dita al suo polso e sento il cuore battere come un treno.

Distanti, ma fatti d'istantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora