Te quiero

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Giovanni's pov

Mi sveglio con il suono di qualcuno che bussa alla porta, ma non ci do molto peso e mi volto dal lato opposto alla porta.

Mi incanto a guardare Cassie dormire, le sposto una ciocca di capelli dal viso e mi rivolge un verso infastidito che mi fa sorridere.

Controllo l'orario sul telefono e noto che siamo un po' in ritardo, poi sento nuovamente i colpi alla porta.

«Giovanni sei sveglio? Siamo in ritardo per la colazione» la mia collega riesce sempre ad arrivare nei momenti meno opportuni.

«Cassie svegliati» la scuoto e comincia ad aprire gli occhi.

«Giovanni se non apri questa porta andrò a chiedere la chiave alla reception» Cassie sgrana gli occhi e fa per alzarsi dal letto, ma poi si porta il lenzuolo fino al mento.

«Cazzo! Sono nuda e i miei vestiti sono sparsi ovunque» recupero da terra i suoi slip e la mia maglia e le indico di nascondersi nell'armadio; fa come le dico, io mi infilo i boxer e apro la porta quanto basta per non far intravedere l'interno della camera.

«Buongiorno Silvia» mi guarda con sguardo indagatore, apre la porta con la forza e si precipita in camera mia.

Un'imprecazione mi sfugge mentre lei osserva i miei vestiti e quelli di Cassie sparsi sul pavimento.

«Giovanni hai capito che questa è una gita scolastica?» annuisco ma lei non sembra credermi.

«Dimmi chi è e dove si trova adesso... è una spagnola?» non faccio in tempo a rispondere alle sue domande che un rumore proveniente dall'armadio attira la sua attenzione, così io mi pianto davanti all'armadio con aria disinvolta.

«Sarà caduta una giacca» Silvia riesce a superarmi e apre l'armadio, scoprendo Cassie mezza nuda e con la mia maglia addosso.

«Buongiorno professoressa» dice Cassie con un sorriso imbarazzato, mentre Silvia diventa bianca come un fantasma e cerca a tentoni il letto per sedersi.

«Giovanni ma che cosa ti è venuto in mente? Lei è una minorenne e per altro anche una tua alunna, potresti essere denunciato!» Cassie esce dall'armadio e si avvicina a me.

«Professoressa è anche colpa mia... lo conosce il detto "al cuor non si comanda"? Noi ne siamo la prova» passo un braccio sulle spalle di Cassie e lei poggia le mani sul mio petto.

«Da quanto tempo va avanti questa cosa?» chiede Silvia con un po' di panico nella voce.

«Più o meno da sette mesi» rispondo in tono serio.

«E chi ne è a conoscenza?»

«Solamente Mauro e la sua amica Anna... e adesso anche tu Silvia»

«E i miei genitori» precisa Cassie.

La mia collega comincia a riprendere un colorito umano e si guarda intorno come se un'idea potesse fuoriuscire dal pavimento.

«Non lo andrà a dire al preside, vero?» chiede Cassie cominciando a torturarsi le dita.

«Signorina Giuliani per caso vede il preside qui? Faremo finta che tutto questo non sia mai successo e se arriverà qualche voce al preside non sarà da parte mia» un sorriso si accende sul mio volto e stringo Silvia in un abbraccio colmo di gratitudine.

«Adesso però vestitevi perché siamo in ritardo» Silvia si libera dal mio abbraccio ed esce dalla porta.

«Non è andata molto male» dice Cassie avvicinandosi a me.

«Direi di no» la attiro a me e poggio le mie labbra sulle sue, portando le mie mani sul suo viso, ma lei si stacca di colpo mozzandomi il fiato.

«Vai a prepararti, io torno in camera mia, ci vediamo dopo» sbuffo e comincio a raccogliere i miei vestiti mentre lei fa lo stesso con i suoi e si avvicina alla porta.

Distanti, ma fatti d'istantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora