Quello sguardo che conosco

32 3 0
                                    

Giovanni's pov

Sono passati tre giorni e di Cassie neanche l'ombra, sono passato alcune volte nella sua classe solo per poterla vedere, ma ogni volta il suo banco era sempre vuoto.

Oggi provo a fare un altro tentativo, ma non appena avvicino la mano alla porta per bussare, mi sento chiamare da dietro.

Mi giro e vedo Gina, la "collaboratrice scolastica", che agita la mano per attirare la mia attenzione.

Mi avvicino a lei che, con un sorriso, mi porge un biglietto e con gli occhi indica la porta della sua classe.

La apro come se dentro ci fossero scritti dei segreti di stato, e ci trovo un'unica parola: "Grazie :)".

Non so perché ma quello smile sorridente strappa un sorriso anche a me.

<<Oggi è presente>>

La voce di Gina mi riscuote da quello stato di trance

<<Come?>> la guardo confuso

<<Ho detto che oggi è presente>> mi fa un occhiolino e mi rivolge un sorriso sincero.

Come se mi si fosse accesa una lampadina sopra la testa, prendo dallo zaino che ho sempre con me, un foglio per le olimpiadi

<<Ha una matita?>> mi rivolgo a Gina

<<Certamente>> me la porge e in un angolo scrivo un messaggio per lei.

Restituita la matita a Gina, prendo coraggio e busso alla porta.

Appena varco la soglia i miei occhi cercano subito i suoi, cerco di non destare sospetti e mi rivolgo al professore

<<Buongiorno Mauro, sono venuto a consegnare un foglio alla signorina Giuliani>>

Il mio collega annuisce e mi avvicino a lei, le consegno il foglio e indico il punto dove le ho scritto il messaggio.

<<Qui devono firmare i tuoi genitori, va bene?>>

So che ha capito il vero senso della mia domanda perché alza lo sguardo su di me, mi sorride e annuisce, rompo quella connessione che si era creata tra noi ed esco dalla classe.

...

Per le ore successive non ho fatto altro che guardare l'orologio e appena suona la campanella dell'ultima ora, mi precipito dietro la palestra e aspetto.

Dopo venti minuti i pensieri iniziano a sovrapporsi nella mia testa

'Forse ho sbagliato a chiederle di venire qui?'

'Forse mi ha preso per un maniaco?'

Scuoto la testa e faccio per andarmene, ma una voce blocca ogni parte del mio corpo, interrompe i miei pensieri, persino il cuore sembra aver pulsato una volta di meno e quel battito perso lo recupera iniziando a battere con una frequenza altissima, nel momento in cui incrocio il suo viso.

<<Non è molto gentile invitare una persona e poi andarsene, professore>> le sorrido un po' incredulo

<<Credevo non venissi più>> lei sorride e scuote la testa

<<La professoressa ci ha trattenuti più del solito, e poi io sono la regina del ritardo>> scoppia in una risata sincera e una folata di vento le scompiglia i capelli.

Prima che possa sistemarseli, mi avvicino a lei e con una mano le sistemo i capelli dietro l'orecchio, mentre con l'altra le accarezzo il viso.

Sorrido nel vedere un smorfia confusa comparirle sul volto e mi perdo ad osservare alcuni particolari del suo viso: come i suoi occhi diventano di un marrone più chiaro sotto i raggi del sole o come arriccia il naso quando sorride; piccoli particolari che la rendono ancora più irresistibile.

Con la mia mano ancora sulla sua guancia, si gira di scatto verso la fermata del pullman e inizia ad imprecare vedendolo partire, io la osservo e inizio a ridere, beccandomi un'occhiataccia da parte sua.

<<Cosa c'è da ridere? Ora dovrò tornare a casa a piedi>> sbuffa ed estraggo dalla tasca le chiavi della macchina

<< Vieni che ti do un passaggio>> lei esita per un momento, ma non avendo altre alternative mi segue, saliamo in macchina e metto in moto.

Poco dopo le faccio una domanda che non si aspettava

<<Come mai in questi giorni eri assente?>>

Rimane immobile per qualche secondo, con gli occhi persi nel vuoto, poi sposta lo sguardo su di me e con un sorriso mi risponde

<<Mi sentivo poco bene...>> torna a guardare fuori dal finestrino.

Io la guardo con circospezione, fermo la macchina in un piazzale, poi le prendo il mento e la costringo a guardarmi negli occhi.

<<Sicura?>> ci guardiamo intensamente per i minuti successivi, poi distoglie lo sguardo e mi da le spalle, mi arrendo e, con una sgommata, riparto.

Per il resto del tragitto non mi rivolge la parola, usa solo dei monosillabi per indicarmi la strada di casa sua.

Arrivati davanti al portone fa per uscire dalla macchina, ma le afferro il polso e la faccio tornare dentro, me la ritrovo ad un palmo dal viso e noto le sue guance che avvampano.

Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro

<<Ci vediamo domani>>

Mi sposto e le faccio un sorriso per invitarla a scendere dall'auto, lei abbassa lo sguardo ed esce.

Appena chiude il portone, rilascio il fiato che avevo trattenuto e appoggio la testa sul manubrio.

Scuoto la testa per riprendermi, metto in moto la macchina e riparto.

Angolo autrice💕
Eccomiii, è passato un po' di tempo dall'ultimo capitolo ma credo ne sia valsa la pena, spero vi piaccia, grazie davvero per il supporto❤️❤️

Distanti, ma fatti d'istantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora