Capitolo 12 - "la scadenza"

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"But we were dancingDancing with our hands tied, hands tiedYeah, we were dancingLike it was the first time, first timeYeah, we were dancingDancing with our hands tied, hands tiedYeah, we were dancingAnd I had a bad feelingBut we were dancing

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"But we were dancing
Dancing with our hands tied, hands tied
Yeah, we were dancing
Like it was the first time, first time
Yeah, we were dancing
Dancing with our hands tied, hands tied
Yeah, we were dancing
And I had a bad feeling
But we were dancing..."

"dancing with our hands tied" risuona nel mio ufficio mentre mi diverto a cantarla a squarciagola, sapendo benissimo che la stanza è insonorizzata, mentre mi godo la vista su tutta New York City.

<<se non fossi una scrittrice saresti una perfetta pop-star ragazza>> Michael, il direttore del reparto illustrazioni, e uno dei miei migliori amici in assoluto, entra nel mio ufficio.

<<che colpo, stavo dando un occhiata all'ultimo libro che pubblichiamo, Dan Gray sta volta si è superato, mi azzardo a dire che questo è probabilmente il miglior libro che abbia mai scritto fin ad ora>>

<<dichiarazioni scottanti da parte della nostra direttrice editoriale>> dice e io gli sorrido.

<<a proposito di dichiarazioni, il tuo maritino super-sexy è qui fuori, non aveva idea di dove si trovasse il tuo ufficio e mi sono preso l'opportunità di accompagnarlo qui, sai per il bene dei miei occhi>> mi fa un occhiolino ed io alzo gli occhi al cielo.

<<placa gli ormoni che ho io il suo anello al dito, fammelo entrare per piacere, deve firmare una cosa>> non ho idea di come sia uscita una frase del genere dalla mia bocca, ma sembra averlo convinto.

<<la gattina ha tirato fuori gli artigli, va bene va bene, nessuno te lo tocca. te lo mando dentro>> mi dice poi, con un pizzico di allusione nella voce, e muovendo le dita nella mia direzione per salutarmi.

<<arrivare a te è praticamente impossibile Bonnet, mi hanno perquisito all'ingresso, non sapevano chi ero?>> mi chiede scocciato, sedendosi sulla sedia davanti alla mia.

<<potrei aver omesso il tuo arrivo o potrei aver mostrato una tua foto dicendo di perquisirti, scegli tu quale delle due opzioni ti piace di più>> gli sorrido mentre sospira esasperato.

<<simpatica>> mi rivolge un sorriso falso.

<<mi firmi qui? è il contratto di condivisione della proprietà, tuo fratello ha detto che basta che firmiamo entrambi>> prende la penna dalla mia mano e firma il foglio che gli porgo.

<<da quando parli con mio fratello?>> domanda fidandomi il foglio.

<<a differenza tua, lui e Charlotte sono molto simpatici, e ci hanno anche invitato a cena quando torneremo da NewYork>> lo informo e alle mie parole la sua testa scatta verso di me, ma non dice niente.

o meglio mi sta per dire qualcosa ma veniamo interrotti dal suono del telefono fisso che c'è sulla mia scrivania.

<<si?>>

Call It What You Want - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora