Capitolo 29 "Guilty As Sin?"

968 82 2
                                    

sono calmo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

sono calmo.

tanto calmo.

controllo ogni tre secondi l'orologio perché sono calmo.

20:45

la mia Claire è seduta su una poltrona con il suo vestitino a fiori rossi e una birra in mano.

siamo insieme ai nostri amici nella veranda a mangiare pizza e bere in compagnia.

è bellissima, sopratutto ora che ride ad una battuta scema di Pierre.

non riuscivo però a levarmi dalla testa quelle Mail, e il fatto che tra meno di 15 minuti deve incontrarsi con lui dietro l'Hotel.

vorrei godermi la serata ma ho i nervi così tesi che se ne sono accorti tutti.

credo perfino Claire, che mi lancia delle occhiate da una mezz'oretta.

sto cercando un modo per tenerla incollata a quella poltrona, ma oltre a delle manette, che tra l'altro non ho, non mi è venuto in mente niente che possa tenerla qui con me.

la vedo controllare velocemente il telefono prima di alzarsi.

<<vado a prendere una felpa, torno tra poco>> spiega, per poi uscire dalla veranda e risalire le scale dell'Hotel.

chiudo gli occhi perché so che sta andando da lui e non posso fermarla.

<<tutto bene Charles?>> mi chiede Pierre ed io mi affretto ad annuire.

i nostri problemi rimangono comunque i nostri problemi.

prendo un birra chiusa e la stappo velocemente portando il collo della bottiglia alla bocca.

sto quasi per iniziare a scolarmela in un sorso solo quando Claire rientra con una felpa addosso.

mi sorride e sta per tornare al suo posto a sedere, ma d'istinto le afferro il braccio e la trascino su di me.

la faccio sedere sulle mie gambe, facendo piegare le sue sulle mie e avvolgendo il braccio attorno alla sua vita.

<<tutto bene?>> mi chiede e sento una sua mano poggiarsi sul mio petto.

il mio cuore perde un battito per il contatto ravvicinato ed appena la guardo negli occhi le sue gote si arrossano improvvisamente.

deglutisco a fatica e annuisco.

e lei annuisce a sua volta, sistemandosi sopra di me e tornando alla discussione degli altri che adesso si è spostata su Shakespeare.

e lei annuisce a sua volta, sistemandosi sopra di me e tornando alla discussione degli altri che adesso si è spostata su Shakespeare

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

torniamo in camera dopo appena due ore e mentre Claire è in bagno a struccarsi e cambiarsi le arriva una chiamata dal computer.

il numero è segnato come "Fermin" ed ancora una volta non riesco a trattenermi dal rispondere.

sento che Claire ha aperto l'acqua del bagno quindi ho il via libera per dirgli una volta per tutte di stare lontano da mia moglie.

rispondo alla chiamata convinto di essere pronto a quello che mi aspetta.

Claire esce dal bagno infuriata e si posiziona davanti a me.

ha il suo telefono poggiato all'orecchio e la bocca spalancata.

<<bastardo>> dice chiudendo la chiamata.

<<cosa?>> chiedo non capendoci un cazzo della situazione.

<<tu sei uno stronzo che sta notte dorme sul pavimento, se non in balcone, ecco cosa>> mi lancia la prima cosa che si trova sotto le mani, che è un cuscino.

appena il cuscino mi colpisce in faccia capisco cosa sta succedendo.

<<perché tu, stronzo, spii i miei messaggi e le mie mail?>>  mi chiede poggiando le mani sui fianchi.

ha il respiro leggermente accelerato e capisco che è arrabbiata.

<<ascolta non volevo, ma il computer era aperto ed ho letto il nome, poi ho curiosato, scusa>>

<<ancora non so il perché, stronzo>> mi tira un pugno sul petto non appena mi metto davanti a lei.

<<ma secondo te perché?>> alzo di poco la voce e vedo che fa un piccolo sussulto.

mi guarda dal basso con quei suoi occhi così belli ed ha le braccia lungo il busto con i pugni serrati.

la conosco abbastanza bene da sapere che nella sua testa stanno scorrendo un migliaio di scenari diversi tutti con un finale diverso.

nella mia di testa invece sono settimane che se ne ripete solo uno, con lo stesso finale tutte le volte.

prendo coraggio più di quanto io ne abbia mai preso prima di qualsiasi altro bacio.

le prendo il viso tra le mani e lei punta i suoi occhi nei miei.

<<posso baciarti?>> le domando.

<<perché chiedi il permesso, di solito lo fai e basta?>> mi chiede in un sussurro.

<<perché l'ultima volta sei scappata da me ed io non voglio e non posso permettere che succeda mai più>>

<<ho bisogno di te, qui, con me>> continuo e sul suo viso si forma un piccolo sorriso.

<<si Charles, puoi baciarmi>>

ed io non aspetto nemmeno mezzo istante per farlo.

Call It What You Want - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora