Capitolo 22 - "Electric Touch"

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L'avrei ammazzato

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L'avrei ammazzato.

Giuro che l'avrei ammazzato.

Come diamine osava presentarsi nel mio hotel senza alcun invito, sopratutto dopo quello che aveva fatto?

E aveva anche il coraggio di darmi ordini.
mentre io ero a farmi un bagno caldo, per alleviare i muscoli della schiena che da due giorni a questa parte erano doloranti, lui era, non so come, entrato dentro la mia stanza, aveva sistemato tutto all'interno delle mie due valigie e aveva lasciato fuori un cambio completo, compreso di biancheria intima.

E poi, si era messo steso, con le scarpe e i vestiti che aveva usato per fare un volo transatlantico, sul mio letto.

Lo odio.

Eppure eccomi qui ad asciugarmi i capelli.
non sono riuscita a dirgli di no, anche se la sua non è stata proprio una richiesta.

Le sue esatte parole in realtà sono state: "oh finalmente sei uscita dalla vasca, vestiti e torniamo a Monaco abbiamo degli impegni"

L'avevo guardato, gli avevo fatto il dito medio, l'avevo mandato a quel paese e poi mi ero vestita.

La verità è che voglio andarmene, però non lo ammetterò mai davanti a lui.

<<ci sei?>> mi chiede appoggiato allo stipite della porta del mio bagno.

<<quasi>> rispondo senza nemmeno guardarlo in faccia.

<<sbrigati, scendo e faccio il check-out, ci vediamo in macchina>> mi dice sbrigativamente prendendo anche la mia valigia e uscendo.

<<dio che razza di...>> non riesco a finire la frase.

non so nemmeno che aggettivo dargli.

lo odio tantissimo ma nemmeno così tanto se ci penso bene.

dopo aver lasciato anche la mia copia della camera alla reception e aver ringraziato l'hotel salgo nella Ferrari di Charles.

lui mette in moto mentre qualche fan ci saluta e qualche paparazzo ci scatta delle foto.

<<sorridi>> mi dice ed io semplicemente obbedisco.

<<sarà un viaggio lungo, per cui dormi un po', poi parliamo>> mi avvisa ad una decina di minuti dalla partenza e io non posso fare altro che sospirare.

prendo la mia borsa ma non trovo le cuffie quindi constato di averle lasciate in valigia.

<<cazzo>> impreco a bassa voce e il ragazzo affianco a me gira la testa di scatto.

<<che succede?>> mi chiede.

<<credo di aver lasciato le cuffie in valigia>>

mi osserva per qualche secondo e poi torna con gli occhi sulla strada <<tieni le mie>>  le prende dalla tasca dei suoi pantaloni e me le passa.

Call It What You Want - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora