secondo.
sono arrivato secondo.
non posso crederci, ero a tanto così, a tanto così da vincere il gran premio di casa mia.
io e max abbiamo passato il traguardo insieme, o meglio dire, quasi insieme.
lui, per veramente pochi, pochissimi centimetri, è arrivato primo.
ed io, diamine, potevo spingere di più, potevo dare qualcosa di più.
ed invece sono secondo.
<<bravo Tesoro sei stato bravissimo, va bene lo stesso>> mi dice mia madre abbracciandomi appena scendo in cucina dopo la doccia.
ad un lato del tavolo della cucina, oltre a mia madre, c'è Soleil che sta colorando con dei pastelli un libro delle principesse ed affianco ha Claire che la guarda.
all altro capo ci sono Lorenzo e Eric che chiacchierano di affari con carte in mano di cui non capisco niente.
<<si beh, potevo fare meglio, potevo essere primo. la macchina andava una meraviglia oggi, potevo dare di più e vincere>> mi lamento, sapendo che non porterà a niente.
la colpa è solo mia, ho deluso il team, la mia famiglia e Monaco.
ma è la vita di un pilota, prendersi le proprie responsabilità e le proprie colpe.
<<oh andiamo cherié, avete fatto un ottimo lavoro, sia tu che il team, e siete tornati sani e salvi a casa, questo è l'importante>> continua mia madre.
Claire mi guarda di soppiatto, credendo che non l'avessi notata, ma con quella coda alta era quasi impossibile non notare il movimento che faceva quando alzava e abbassava la testa.
<<sta sera siamo stati invitati ad una festa in piscina a casa di Max e Kelly, quindi sfoggia il tuo sorriso migliore>> le dico.
<<non posso venire, dopodomani devo essere a New York e domani mattina devo andare presto in ufficio per sistemare alcune faccende, quindi porta i miei ossequi>>
<<ossequi? che sei nata nell'800? manda un messaggio>> la prendo in giro.
<<tu ci andrai.>> le dice in tono duro Eric, facendo scattare la testa della mora subito nella sua direzione.
<<ma->> il suo ribattere muore sul nascere perché Eric le lancia un altro sguardo che non riesco a decifrare, facendola annuire.
poi guarda me e dice <<va bene, vengo>>
<<come ti pare>> alzo le spalle.
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Call It What You Want - Charles Leclerc
Romansa"é solo un ragazzo, il matrimonio oggi non vale più niente" continuavano a ripeterle. eppure loro erano costretti a sposarsi. costretti a sposarsi solo per una tregua tra le loro famiglie che entrambi sapevano sarebbe durata tanto quanto un giro vel...