Capitolo 14 - "pancake"

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ci eravamo già baciati, è vero

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ci eravamo già baciati, è vero.

ed io avevo baciato altri ragazzi, anche questo è vero.

ma nessun uomo, ed intendo nessuno, mi aveva mai baciata così.

sentivo le farfalle nello stomaco.

ed il modo in cui mi aveva avvolto la mano intorno al collo.

dio.

sarei potuta morire in quel momento.

anche se, ho sempre scritto di un amore dolce, mai rude e passionale, perché ho sempre creduto in quel tipo di amore.

ma ieri sera è stato diverso, e quel bacio mi ha mandato fuori di testa, molto più di quanto avessi mai potuto immaginare.

tornata a casa avevo troppa adrenalina in corpo che avrei potuto fare bungee jumping e paracadutismo nello stesso momento.

quella stessa adrenalina mi ha permesso di scrivere tre capitoli molto, ed intendo molto, dettagliati sulla notte di passione dei miei protagonisti.

alle 4 avevo già revisionato e mandato tutto alla mia editor che, stranamente sveglia, è stata molto felice della cosa.

dopo qualche ora di sonno rigenerante scendo in cucina e con mia sorpresa trovo Charles sveglio che parla al telefono mentre cucina qualcosa.

indossa solo degli shorts e una maglietta nera a maniche corte che gli avvolge per bene i bicipiti.

ed improvvisamente tutte le emozioni di ieri sera tornano a farsi strada dentro il mio corpo.

sento le bollicine in tutto il corpo e poi un leggero fastidio in mezzo alle gambe.

<< sì mamma, stiamo bene, New York è bellissima, un giorno ti ci porterò sicuramente. Va bene mamma. Si Mamma. saluta tutti. un bacio.>> intuisco che parla con Pascale per la quantità di volte che ha detto mamma.

mette giù il telefono e si gira mettendo dei pancake in due piatti.

appena alza lo sguardo incrocia i miei occhi ed io barcollo leggermente sentendo di nuovo le stesse sensazione della sera prima.

<<buongiorno>> dico flebilmente.

<<buongiorno Bonnet>> sorride leggermente, come a non volersi farsi vedere, ma le sue fossette lo tradiscono.

l'imbarazzo da parte di entrambi si potrebbe tagliare con il coltello.

mi dirigo verso il frigo per prendere il necessario per prepararmi il mio cappuccino mattutino, magari mi mette di buon umore.

<<hai dello sciroppo d'acero per caso?>> è lui a spezzare il silenzio, mentre cerca nei vari scaffali qualcosa da mettere sopra i suoi pancake.

<<no, non siamo mica in Canada Leclerc>> ecco la risposta sgarbata che mi serviva per tornare in me.

<<e poi voi piloti non siete tipo fissati con la dieta?>> chiedo riferendomi ai pancake che ha appena fatto.

<<siamo obbligati a seguirla si, ma uno sgarro ogni tanto non uccide nessuno, anche perché altrimenti non mangeremmo più>>

alzo le spalle e torno a bere il mio cappuccino mentre leggo la prima pagina del times di oggi.

faccio per alzarmi ma la voce di Charles mi blocca <<non mangi?>> indica il piatto di pancake pieno sul tavolo.

scuoto la testa per dire no <<la mattina mangio poco, preferisco bere qualcosa di caldo, possibilmente caffè>>

<<oh ma andiamo, è l'unica cosa che so cucinare senza mandare a fuoco la cucina, almeno provali>> il suo tono sembra quasi una supplica.

<<non mi va, magari più tardi>> rispondo semplicemente

<<ma adesso sono caldi e più buoni, per favore>>

alzo gli occhi al cielo per la sua insistenza.

<<dio e va bene, li provo>> prendo un pezzo di pancake e dopo averci messo un po' di nutella sopra metto in bocca.

ah.

sono davvero buoni come dice.

che cavolo sono squisiti.

<<sono buonissimi, dove hai imparato a farli così?>> mangio un boccone dietro l'altro.

<<ehm veramente, si ecco, mi ha insegnato la mia ex ragazza>> alle sue parole sento un leggero fastidio alla bocca dello stomaco.

come una punta di gelosia.

ma sicuramente è perché lei sa fare dei pancake buonissimi.

<<beh di alla tua ex che voglio la sua ricetta perché diamine>> finisco il piatto e non mi ricordo di aver mai mangiato così tanto a colazione quanto oggi.

nel mentre mi vibra in telefono e la notifica del gruppo "Wags".

è tutta la mattina che scrivono ma che diamine si stanno dicendo?

controllerò dopo.

<<alle 3 abbiamo il volo per la Spagna te lo ricordi si?>> mi dice l'uomo davanti a me.

che?

<<te l'ho detto l'altra sera, ti sei scordata?>>

<<non me lo hai detto>> gli faccio notare

<<no non l'ho fatto>> gli spunta un sorrisetto sul volto.

continua a sorridere <<preparati Bonnet saranno giorni di inferno, perché io avrò bisogno di prepararmi e tu sarai sotto la custodia delle ragazze il che vuol dire...>>

domanda su domande su domande con sessioni di gossip e shopping sfrenato girando la cittá si, ecco cosa voleva dire.

<<no, ti prego, non farmi questo>> glielo chiedo in tono supplicante.

ed io non supplico nessuno.

mai.

<<felice che ti siano piaciuti i miei pancake Principessa>> mi fa un occhiolino e se ne va.

stronzo.

io lo odio.

Call It What You Want - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora