4 - Le Cascate di Rio

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Lara era seduta su quella sedia da almeno mezz'ora.
Come ogni giorno, si allenava ad usare il potere Bianco. Creare sfere o barriere era diventato facile. Aveva imparato da sola, ma con Yuma era riuscita ad aumentare la sua potenza. Adesso le stava insegnando nuove abilità che non conosceva.
-Finché non vedo quel barattolo spostarsi, non potrai uscire- disse Yuma -E non provare ad usare l'Elemento dell'Aria, come hai fatto l'altro giorno-
Lara sbuffò -Ma se non te ne sei nemmeno accorta-
-Quindi i fogli sulla mia scrivania sono volati per terra da soli?- chiese sarcastica.
Lara alzò le spalle, facendo finta di non sapere nulla.
-E poi il barattolo non deve muoversi semplicemente, deve scomparire e riapparire in un punto diverso- continuò la maga.
-Lo so- alzò gli occhi al soffitto. Non era la prima volta che si esercitava con quell'abilità. Il primo oggetto con cui Yuma la fece esercitare era un ago, era riuscita a spostarlo solo al terzo giorno. Quando era successo, per poco non si era spaventata. Una luce bianca aveva inghiottito l'ago, che era sparito, per poi ricomparire, sempre con una luce bianca, cinque centimetri più lontano -Forte- aveva detto ridendo.
Guardò intensamente il barattolo. L'istinto le diceva di muovere le mani, ma Yuma le aveva detto che muovendole avrebbe usato l'Elemento dell'Aria.
Socchiuse gli occhi, aumentando la sua concentrazione, poi in meno di un secondo successe. Il barattolo scomparve in una luce bianca e apparve un centimetro più a destra.
-Non è molto, ma meglio di niente- commentò Yuma.
-Il barattolo è grosso, è già tanto se sono riuscita a spostarlo- Lara incrociò le braccia al petto e si appoggiò allo schienale della sedia -Ora posso uscire? Mi staranno già aspettando-
-Sì, ma devi essere a casa prima del tramonto-
-Va bene- alzò di nuovo gli occhi.
-E non alzare gli occhi- disse Yuma, mentre la colpiva sulla testa con il bastone.
-Ehi- Lara si massaggiò la parte colpita e corse fuori, schivando un altro colpo del bastone e ridendo felice.
Mentre correva tra gli alberi, saltando le radici scoperte, ricordò il giorno in cui aveva incontrato Edon, Randi e il piccolo Leykos.
Yuma le aveva consigliato di fare un giro fuori, di esplorare la zona, ma senza allontanarsi troppo dalla casa. Lara, però, si era persa nei suoi pensieri. I primi tempi per lei erano stati difficili, non riusciva ad accettare di aver perso tutte le persone a lei care che si trovavano nella Terra dei Comuni.
Così, senza saperlo, si era ritrovata nel territorio di una delle tante specie di Creature che vivevano nelle Terre Antiche.
Se ne accorse solo quando si ritrovò davanti un lupo dal manto grigio scuro, tranne per una macchia bianca sotto il collo e sulla zampa destra. Le stava ringhiando contro e aveva il pelo ritto.
Lara restò immobile, cercando di non innervosirlo. Notò che non era un lupo molto grande, probabilmente era giovane. Guardandolo negli occhi vide che aveva più paura lui di lei.
Prima che potesse fare qualcosa per calmarlo, sbucarono altri due lupi molto più grandi, uno aveva il manto nero con delle piccole macchie bianche sparse un po' ovunque, l'altro aveva il manto marrone. Quest'ultimi stavano ringhiando, mostrando i denti, pericolosi. Sembravano protettivi nei confronti del lupo giovane.
-Buoni- disse alzando le mani davanti a sé -Ora me ne vado- fece un passo all'indietro lentamente, poi si accorse di un dettaglio. La macchia bianca che aveva sotto il collo il lupo giovane era a forma di stella. Ricordò di aver letto qualcosa in proposito nel libro delle Creature. Quello era il simbolo degli Alpha per i Licantropi, ma il lupo non aveva gli occhi rossi, quindi dedusse che fosse il futuro Alpha.
-Non volevo entrare nel vostro territorio, è successo per sbaglio- disse facendo un altro passo indietro.
Il lupo nero e bianco ringhiò più forte.
-So che siete dei licantropi. Non voglio farvi del male, quindi adesso me ne vado- risvegliò i suoi poteri e gli occhi diventarono bianchi.
Il lupo nero e bianco si sentì minacciato e attaccò. Lara fece un altro passo indietro, per mettersi in posizione, ma inciampò su una radice e finì per terra. Il lupo le saltò addosso, con i denti a pochi centimetri dalla sua faccia.
-Edon, aspetta- disse una voce.
Lara non vide chi era stato a parlare perché il lupo le stava coprendo completamente la visuale.
-Guarda i suoi occhi, sono bianchi, come quelli dell'Angelo- continuò la voce, che sembrava essere molto giovane.
-Sono figlia dell'Angelo- specificò Lara. Stufa di quella situazione, creò una barriera di Luce che respinse il lupo, allontanandolo da lei. Si rialzò, togliendosi di dosso la terra.
Al posto del lupo giovane c'era un bambino con i capelli castani scompigliati e gli occhi di un bellissimo color ambra. Sul collo aveva una voglia a forma di stella. Portava una maglietta nera e un paio di pantaloncini larghi fino al ginocchio con una fantasia arancione e gialla.
Gli altri due lupi non ne volevano sapere di tornare umani. Anche se non ringhiavano più, continuavano a restare sulla difensiva.
Lara si accucciò e sorrise al bambino -Fanno sempre così?- chiese indicandoli.
Il bambino ci pensò su -Sì. Mi stavo nascondendo, ma mi sono allontanato troppo dal branco-
-Si erano preoccupati per te perché non ti trovavano- dedusse Lara.
Il bambino annuì -Come ti chiami, figlia dell'Angelo?-
-Lara e tu?-
-Leykos, ma tutti mi chiamano Ley-
-Va bene Ley, puoi dire a Edon e all'altro lupo che possono ritrasformarsi, non sono una minaccia- dette un'occhiata veloce ai due lupi, poi aggiunse -Sei il futuro Alpha, dovrebbero ascoltarti-
-Come fai a saperlo?- chiese Leykos sorpreso.
-La stella. L'ho letto in un libro-
-E cos'altro sai su di noi?- chiese un'altra voce in tono arrogante.
Lara alzò gli occhi, al posto del lupo nero e bianco c'era un ragazzo dai capelli e occhi neri. Aveva le braccia incrociate sul petto muscoloso e la guardava male. Aveva una maglietta bianca che sembrava stretta per colpa dei muscoli e dei pantaloni grigi di una tuta.
Lara si rialzò con calma, per niente impaurita -So che avete il controllo dell'Elemento dell'Acqua, perché Rio ha donato i poteri al primo Licantropo-
Il ragazzo alzò un sopracciglio, infastidito.
-Vieni con noi, ti facciamo conoscere il nostro branco e l'Alpha- disse una voce femminile.
Al posto del lupo marrone c'era una ragazza dai capelli castano scuro corti a caschetto e gli occhi verde che tendevano al castano. Aveva una canottiera verde e dei leggings neri. Lei era più gentile e allegra rispetto al ragazzo, anche se poco prima le stava ringhiando contro.
-Non se ne parla, Randi. Non mi fido- disse Edon -Sono anni che quelli della sua specie non sono più nelle Terre Antiche. Ora è arrivata lei, che è entrata nel nostro territorio. Chi ci dice che è veramente la figlia dell'Angelo?-
-Hai visto i suoi occhi!- protestò Leykos.
Lara guardò i tre licantropi mentre venne percorsa da un brivido. Era pieno inverno e faceva molto freddo eppure loro erano a maniche corte e pantaloncini. Si strinse nel suo giacchetto cercando di riscaldarsi.
-Sentite- la ragazza interruppe i tre che stavano ancora discutendo -Che mi crediate o meno non importa. Sono entrata nel vostro territorio per sbaglio- poi più piano disse -Ora devo tornare da Yuma, si starà chiedendo dove sono finita-
Fece per andarsene ma Randi la fermò, perchè con il suo udito sviluppato era riuscita a sentirla lo stesso -Aspetta, conosci la maga Yuma?-
-Sì, vivo a casa sua da quando mi ha salvato la vita-
Randi si girò verso Edon con le mani sui fianchi.
-Se conosce veramente Yuma, possiamo fidarci- disse poi il ragazzo, anche se non era molto convinto.
Dopo quell'incontro, quasi ogni giorno Lara aveva incontrato i tre Licantropi. Lei aveva raccontato loro cosa le era successo e dei suoi poteri e loro le avevano fatto conoscere il branco. Aveva anche parlato in privato con l'Alpha. Si chiamava Connor e le aveva rivelato di conoscere suo padre e che l'aveva vista quando ancora non aveva un mese. L'Alpha le aveva spiegato di come i suoi lupi avessero provato ad aprire la prigione, senza successo, e dei loro sensi che si erano indeboliti, soprattutto l'olfatto. Era per questo che quel giorno Leykos, Edon, e Randi non si erano accorti subito della sua presenza. Nell'aria aleggiava qualcosa di strano. Connor disse che tutto era cominciato quando il Signore dell'Oscurità si era liberato.
Lara non aveva sentito niente di strano perché non ricordava le Terre Antiche prima che Targom si liberasse.
Così lei e i tre Licantropi erano diventati molto amici. L'arroganza di Edon era solo una facciata, invece Randi era sempre allegra, raramente si faceva vedere triste o turbata.
-C'è ne hai messo di tempo- disse Edon andando incontro a Lara, che si fermò con il fiatone.
-È colpa di Yuma- disse riprendendo fiato -Non mi lasciava più andare-
-Forza, andiamo. Randi ci sta aspettando in piazza-
Randi li stava aspettando seduta sul bordo della fontana con la statua di Rio, dalle cui mani usciva l'acqua. Quando li vide, si alzò e li raggiunse.
-Ciao Lara- salutò la licantropa -Sei pronta a vedere le Cascate di Rio?-
-Dopo tutte le volte che me le avete nominate, non vedo l'ora di vederle. Ma perché si chiamano così?-
-Perché lì è dove Rio donò il suo Elemento al nostro antenato- spiegò Edon.
-Per noi è un luogo sacro, infatti senza l'autorizzazione dell'Alpha non possiamo fartele vedere- aggiunse Randi.
-Che ha detto?- chiese Lara impaziente.
-Ha detto di sì e ha aggiunto che non poteva negarlo alla figlia dell'Angelo e che ormai sei un'amica del branco-
-Forza allora che stiamo aspettando- disse Edon con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

Lara seguì i due licantropi lungo le strette e tortuose vie del villaggio, fino al bosco, dove imboccarono un sentiero poco visibile.
Lungo il tragitto Edon e Randi raccontarono di come Leykos avesse fatto infuriare il padre e per questo non gli aveva permesso di venire con loro.
-Menomale- commentò Edon.
-Edon!- lo rimproverò Randi.
-Che c'è? Almeno non dobbiamo badare a lui-
Dopo un po' che camminavano, Lara si accorse dello scrosciare dell'acqua che diventava sempre più forte man mano che si avvicinavano alle Cascate di Rio.
Randi si fermò davanti a della vegetazione che copriva la visuale. Lara aveva intuito dal forte rumore dell'acqua che le cascate era proprio lì dietro.
-Sei pronta?-
Lara annuì e Randi spostò il ramo, in modo che la ragazza potesse ammirare il paesaggio.
Le cascate erano altissime, almeno settanta metri, e si tuffavano in un lago dentro una valle racchiusa su ogni lato da alte pareti rocciose. Le gocce d'acqua e il sole creavano l'arcobaleno.
Lara era rimasta meravigliata davanti a tanta bellezza.
-Allora che ne pensi?- chiese Randi.
-Wow- rispose la ragazza ancora rapita da quella bellezza.
Edon rise -Mi sa che le piace solo un pochino-
Quando anche Randi rise, Lara tornò alla realtà.
-È una bella giornata, che ne dite se ci facciamo un tuffo?- propose Edom.
-Sì- esultò Randi.
-Ma non era un luogo sacro?-
-Sacro nel senso che solo i licantropi possono venirci o, come nel tuo caso, solo chi è autorizzato dell'Alpha- spiegò il licantropo -Noi ci veniamo spesso- poi corse verso il lato più vicino al lago, seguito da Randi e da una Lara dubbiosa.
-Volete buttarvi da qui?- chiese la ragazza, mentre Edon e Randi si toglievano maglie e pantaloncini -Voi siete pazzi- ma i due licantropi non l'ascoltarono -Ehi, c'è un piccolo problema, io non sono un licantropo, morirò di freddo-
-Non ti preoccupare l'acqua è calda- spiegò Randi con solo l'intimo addosso.
-Sì certo, per voi-
Edon prese la rincorsa e quando saltò, urlò -L'acqua è speciale, siamo alle Cascate di Rio-
-Fidati. La temperatura dell'acqua si adatta a qualsiasi corpo, lo sanno tutti- disse Randi prima di prendere la rincorsa e tuffarsi nel lago.
Lara imprecò, poi lentamente si tolse il giacchetto e la felpa rabbrividendo. Quando rimase in intimo guardò oltre il dirupo e vide i suoi amici farle segno di tuffarsi. Fece qualche passo indietro. Buttò fuori l'aria, mettendo in un angolino della sua mente la paura dell'altezza, menomale non era tanto alto. Poi, senza pensarci due volte, scattò e poco prima del precipizio saltò con tutte le sue forze. Si rannicchiò in aria mentre il vento ghiaccio le trafiggeva come lame la pelle nuda. Colpì la superficie dell'acqua molto forte e andò giu. Si aspettava di sentirla congelata, invece un piacevole calore l'avvolse. Nuotò per tornare in superficie e quando riemerse prese una bella boccata d'aria.
La scarica di adrenalina che aveva avuto durante il salto la fece sentire euforica.

La Prima Figlia 2 - I Templi degli ElementiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora