Prologo

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Era quasi cascata dalla sedia quando aveva sentito quella ondata di Energia Bianca. Era sicura che non fosse l'Angelo perché aveva qualcosa di familiare, che lei conosceva molto bene.
Yuma si fece largo tra le grosse radici degli alberi che spuntavano fuori dal terreno, rischiando di inciampare. Per l'età che aveva era ancora molto forte, ma era meglio se evitava di farsi male. Non era più una ragazzina, da molto tempo.
Per raggiungere la Grotta del Portale salì lungo un ripido e stretto sentiero che probabilmente conosceva solo lei. Aiutandosi con il suo bastone, arrivò fino alla cima con il fiatone.
La prima cosa che notò fu la Grotta che non c'era più. Grandi massi erano usciti dall'ingresso, che adesso era bloccato.
Poco lontano vide una ragazza distesa a terra in modo scomposto. Non si muoveva.
Le si avvicinò preoccupata. Appoggiò due dita sul collo, sentendo il battito. In un primo momento pensò che fosse morta, ma poi lo sentì molto debole, il battito del cuore che ancora stava lottando.
Doveva portarla a casa sua al più presto, per poterla curare.
Toccò il corpo della ragazza con la punta del bastone, da cui uscirono delle scintille viola. Il suo corpo lentamente si alzò da terra e rimase sospeso a circa un metro da terra.
Yuma ripercorse la strada fatta poco prima, mentre la ragazza la seguiva fluttuando a pancia in su.
Dal quel momento Yuma giurò a sé stessa che si sarebbe presa cura di lei.

La adagiò delicatamente sul suo letto e la guardò con attenzione. Aveva graffi e tagli su tutto il corpo. Le mani erano macchiate di sangue, ma non sembrava il suo. Il braccio sinistro era fasciato, ma c'erano delle macchie rosse. Probabilmente la ferita si era riaperta, ma sarebbe stato un problema togliere la fasciatura perché il sangue si era seccato. Con un po' di difficoltà riuscì a liberare il braccio e vide quattro lunghi tagli di un brutto color verdognolo. Yuma riconobbe subito l'opera di un Serptor e capì la ferita era avvelenata.
Il braccio destro, invece, aveva un taglio fresco fatto da un Ombra, perché c'erano dei residui di Oscurità. Yuma si chiese cosa le fosse successo.
Prima di pulire e curare i vari tagli doveva capire che Zemit era la ragazza.
Avvicinò le mani sopra il suo corpo, tenendole aperte con il palmo rivolto verso il basso. Un bagliore viola uscì da esse.
Poi Yuma fece un passo indietro scioccata. Era stata la ragazza a creare quell'onda di Energia Bianca. A scioccarla, però, non era stato quello e nemmeno il fatto che avesse tutti e quattro gli Elementi. Ora capiva da dove veniva quel senso di familiarità che aveva sentito prima, quella giovane ragazza possedeva il potere Bianco del Signore della Luce, Rayke.
Ne era sicurissima, perché l'Angelo possedeva un diverso tipo di potere Bianco, un potere secondario che deriva da quello del Signore della Luce.
Yuma aveva deciso di vivere isolata dagli Zemit, anche dopo l'attacco del Signore dell'Oscurità aveva deciso di rimanere nelle Terre Antiche. Era una potente maga, non aveva paura di qualche Creatura, anche se sotto l'effetto del controllo mentale di Targom.
Curò le ferite della ragazza con creme e pozioni e un po' della sua magia. Non si preoccupò della ferita inferta dall'Ombra, perché il potere delle Luce della ragazza avrebbe impedito all'Oscurità di fare il suo corso, quindi la curò come una normale ferita. Quando ebbe finito sperò di aver fatto tutto il possibile per salvarla, ma ora toccava a lei. Doveva lottare e svegliarsi. Yuma poteva solo vegliare su di lei, in modo che le sue condizioni, già precarie, non si aggravassero. 
Si mise a sedere sulla sua poltrona comoda, inforcò gli occhiali e prese il libro che stava leggendo prima di essere interrotta dall'onda di Energia.
Il camino era acceso e le fiamme riscaldavano la stanza, rendendola confortevole. Dalla tranquillità della casa nessuno avrebbe potuto dire che lì c'era una ragazza che lottava tra la vita e la morte.

La Prima Figlia 2 - I Templi degli ElementiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora