16 - La famiglia dell'Alpha

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Tornare alla realtà fu piuttosto veloce, ma Lara non si sentiva affatto bene, era come se gli avessero strappato via un arto.
-Sei stata coraggiosa, ti ringrazio- disse Rio -Adesso sono in forze come anche il mio Elemento-
Lara si appoggiò all'altare con una mano, le sue gambe era fatte come di gelatina, l'altra mano l'alzò con l'indice che puntava Rio, ma lo spirito era già scomparso. Avrebbe voluto prendersela con lei perché non le aveva detto chiaramente che cosa avrebbe dovuto affrontare.
Poi si osservò la mano alzata, era completamente rossa. Si era dimentica del taglio sul palmo e quando era entrata in trance l'asciugamano era caduto in terra.
Lo raccolse lentamente, non solo si sentiva debole ma era dolorante, come se l'avessero presa a botte.
Uscì dal Tempio guardandosi indietro solo una volta. La statua di Rio la stava guardando con espressione severa, Lara lo interpretò come un invito ad andarsene. Notò che sulla fronte, in mezzo agli occhi, c'era una pietra che emanava una luce blu. Prima non c'era.
Fuori, i due licantropi la stavano aspettando impazienti.
Edon stava facendo avanti e indietro a grandi falcate -Ci sta mettendo troppo, ora io entro-
-Ha detto che doveva farlo da sola- rispose esasperata Randi.
-E se le fosse successo qualcosa?-
-Stai tranquillo, sono sicura che andrà tutto bene- poi sbottando disse -Stai fermo Edon, mi stai facendo venire il mal di ma... Ah eccola-
Edon si girò così velocemente che quasi inciampò.
-Allora come è andata?-
-Provate ad usare i vostri poteri- disse sorridendo debolmente.
Edon e Randi non se lo fecero ripetere due volte. Preso una piccola quantità d'acqua dal lago e la fecero roteare intorno a loro, poi la rimisero nel lago.
-Mi mancava questa sensazione- Randi era al settimo cielo, ma nell'osservare l'amica si preoccupò -Lara stai bene? Mi sembri strana-
La ragazza stava per rispondere, ma Edon disse -La tua mano-
Lara la guardò di nuovo, il sangue continuava ad uscire dal taglio, ma non se ne preoccupava. Si sentiva intontita, nell'altra mano aveva l'asciugamano ma non lo stava usando per fermare il sangue.
Randi glielo tolse di mano e delicatamente lo avvolse intorno alla ferita, stringendolo con un nodo.
-Non so cosa è successo là dentro ma hai bisogno di riposo, forza torniamo indietro-
Lara scosse la testa -Non posso tornare sott'acqua, non ce la posso fare-
-Ma io e Randi abbiamo di nuovo i nostri poteri, possiamo essere più veloci di prima-
-È uguale, sento che potrei svenire da un momento all'altro- disse, allarmando i due licantropi -Userò il teletrasporto fino al villaggio-
-Se stai per svenire non puoi usare il teletrasporto- obbiettò Randi.
-Ho Energia solo per un viaggio poi credo che sverrò, al quel punto qualcuno al villaggio spero si prenda cura di me sennò dovrò aspettare il vostro arrivo-
-Non mi piace questo piano- disse Edon incrociando le braccia al petto.
-Avverto l'Alpha del tuo arrivo- disse Randi, poi si mise a guardare il vuoto.
Lara non aveva idea di come facevano i Licantropi a comunicare tra loro, ma avrebbe chiesto in un altro momento.
-Dove apparirai?- chiese ancora Randi.
-Nella piazza, vicino alla fontana-
Edon le si avvicinò preoccupato -Sei sicura di farcela?-
Lara sorrise debolmente -Sì, tranquillo- poi fece un passo avanti per mettergli una mano sulla spalla ma inciampò e gli cadde addosso. Il ragazzo la prese subito e l'aiutò a rimettersi in equilibrio.
-Altro che tranquillo, se fai così mi preoccupo ancora di più-
Randi li raggiunse, anche lei preoccupata -Cosa è successo?-
-Niente- rispose Lara stizzita allontanandosi da Edon -Sto bene, smettetela di preoccuparvi-
Si mise lo zaino in spalla e senza dire altro si teletrasportò. La luce bianca l'avvolse, riscaldandola, fino a quel momento non si era accorta di avere freddo.
Aveva detto a Randi che sarebbe apparsa vicino alla fontana ed era quello che intendeva fare.
Confusa si ritrovò con i piedi in acqua, capì troppo tardi che si era teletrasportata dentro la vasca della fontana.
Poco dopo svenne e cadendo batté la testa contro il bordo.

Lara si svegliò con un gran mal di testa. Si portò la mano alla testa e scoprì di averla fasciata. Batté più volte le palpebre prima di aprire del tutto gli occhi, perché continuava a vedere leggermente sfocato, come se fosse dietro a un vetro sporco.
-Sei sveglia- disse una voce gentile.
La ragazza non si era accorta di non essere sola. In un angolo della stanza c'era una donna, che chiuse il libro che stava leggendo.
La donna che aveva parlato era molto bella, aveva i capelli lunghi biondi quasi bianchi con boccoli che le incorniciavano il viso dai lineamenti delicati. Gli occhi erano di un azzurro chiarissimo. Era seduta su una sedia vicino alla finestra. Aveva un vestito lungo a fiori con le maniche corte che metteva in risalto il fisico snello e le gambe lunghe accavallate.
Al collo portava una collanina con un pendente a forma di spicchio di luna.
-Chi sei?-
-Mi chiamo Sveva e sono la Luna del branco- aveva un sorriso dolce.
-Perché mi trovo in questo letto? E perché sembra che mi si stia per aprire il cranio?- la testa le stava pulsando terribilmente.
-Cosa ricordi?-
-Ricordo di essermi teletrasportata nella piazza del villaggio ma per sbaglio ero finita dentro la fontana, poi niente-
-Sei svenuta ed hai sbattuto la testa, per fortuna Connor ti stava aspettando così ha potuto soccorrerti subito. Ti ha portato in casa nostra, questa è la stanza degli ospiti- spiegò Sveva.
Solo ora Lara aveva collegato i puntini, la donna davanti a lei era la compagna dell'Alpha e la madre di Leykos. Quando le aveva detto di essere la Luna non ci aveva dato molto peso.
Cercò di alzarsi -Devo andare da Yuma, devo dirle come è andata la missione-
-Non ti preoccupare, Edon e Randi hanno avvertito Yuma. È venuta più volte a trovarti mentre eri incosciente, mi ha anche dato una pozione perché sapeva che avresti avuto mal di testa- si alzò e su una mensola prese la boccetta contenente un liquido azzurro dal sapore terribile, Lara conosceva bene quella pozione.
-Quanto tempo sono stata incosciente?- chiese prima di buttare giù la pozione. Sapeva già che era passato tanto tempo dalla missione, ma non sapeva quanto.
-Due giorni-
Lara si allarmò e cercò di mettersi in piedi ma ricadde pesantemente sul materasso. Era ancora debole e questo la innervosì.
-Riposati ancora un po'. Solo le sei del mattino, ti sveglierò tra due ore per fare colazione, va bene?- Sveva era così gentile che Lara non sapeva cosa dire. Annuì sorridendo poi si rimise giù.
La donna le rimboccò le coperte poi uscì piano dalla camera.
Lara fu svegliata dai movimenti del letto, qualcuno ci stava saltando sopra.
-Leykos, ti ho permesso di poterla svegliare solo se lo facevi delicatamente- lo rimproverò sua madre.
La ragazza si mise a sedere e sbadigliò -Non ti preoccupare- poi acchiappò il piccolo Licantropo e cominciò a fargli il solletico. La stanza si riempì delle risate del bambino.
Quando la ragazza smise di fargli il solletico, Leykos disse -Ho avuto tanta paura, però mamma è una bravissima Guaritrice-
-Mi sa che ho fatto preoccupare un po' di gente- poi guardò Sveva che era appoggiata alla porta -Grazie per tutto-
-Mi ha aiutato anche Yuma, era la prima volta che curavo una Zemit-
-Non credo di essere una Zemit, in realtà non so bene cosa sono, mi hanno chiamata con diversi nomi- disse rabbuiandosi.
-Sono sicura che troverai la tua vera identità- disse sorridendo dolcemente e fece tornare il buon umore a Lara -Penso che vorrai farti una doccia, i tuoi vestiti puliti sono in bagno-
Quando vide che Lara si stava guardando i vestiti che aveva indosso aggiunse -Quando ti abbiamo portata qui, ti ho messo i vestiti che avevi nello zaino, quelli che avevi addosso erano bagnati e avevi bisogno di essere riscaldata-
-Grazie- Lara non sapeva che altro dire. Sveva non la conosceva eppure era così gentile, le ricordava sua madre e questo le fece venire il magone.
La donna le fece vedere dove era il bagno e poi le disse che l'avrebbero aspettata giù per la colazione.
Allo specchio del bagno, Lara si tolse delicatamente la fasciatura dalla mano sinistra, il taglio che si era fatta era diventato una linea sottile bianca. Toccò alla fasciatura alla testa, non aveva idea di quanto fosse grave la ferita perché era svenuta prima di poterla vedere. C'era una cicatrice identica a quella della mano ma molto più lunga, che scompariva tra i capelli.
Altre due cicatrici che si aggiungevano a quelle già presenti sulle gambe, braccia e viso.
La doccia calda fu un toccasana, tutti i muscoli in tensione si rilassarono. La doccia e la pozione di Yuma, che aveva fatto effetto, la rimisero a nuovo.
Quando fu pronta scese al piano di sotto. Un'unica grande stanza era divisa in due ambienti, la cucina da una parte e il salotto dall'altra.
Sveva era ai fornelli e dalla padella sfrigolava qualcosa dall'odore invitante, che fece venire subito fame alla ragazza. Al tavolo da pranzo erano seduti l'Alpha e il figlio.
Lara si mise a sedere, con un certo imbarazzo, vicino a Leykos. Il bambino era felice di averla accanto.
Sulla tavola c'era di tutto, dal salato al dolce, cioccolato, marmellate, latte, yogurt, caffè, pancake, toast, uova all'occhio di bue, frutta di stagione, infine Sveva mise in tavola fette di pancetta appena cotte.
-Serviti pure- disse la donna -Spero sia di tuo gradimento-
Un improvviso nodo alla gola le impedì di parlare.
Sveva se ne accorse -Tutto bene?-
Lara si schiarì la voce, ricacciando indietro le lacrime -Ho sempre sognato stare così con la mia famiglia, ho sempre avuto solo mia madre e mi manca, mi mancano tutti-
-Mi dispiace, non possiamo immaginare cosa tu stai passando, ma se hai bisogno noi ci saremo per te-
-Non ti piace stare con noi?- chiese il bambino guardando Lara con i suoi occhi ambrati.
-Non è questo...- Lara non sapeva come spiegare senza far rimanere male il suo piccolo amico.
-Leykos- lo rimproverò il padre -Come ti sentiresti se venissi allontanato dalla tua famiglia, dai tuoi amici e dal tuo branco?-
-Molto triste- poi chiese a Lara -È così che ti senti?-
-Sì- rispose dolcemente -Ma grazie a voi, Randi, Edon e Yuma sono meno triste-
Lara si sentì meglio e si abbuffò, non si era accorta di avere così tanta fame.
Quella colazione le ricordava tanto quelle che preparava sua madre con tanto amore. Nei momenti più tristi si immaginava di veder seduto sulla sedia suo padre, anche se all'epoca non conosceva ancora il suo volto.
Sveva le restituì lo zaino e le fece promettere di andare a trovarla, senza svenire però.
Leykos l'aiutò a trovare Edon e Randi, l'Alpha l'aveva già avvertiti che si era svegliata e che stava bene.
Randi le saltò addosso appena la vide -Mi hai fatto preoccupare tantissimo-
-Ci hai fatto preoccupare tantissimo- specificò Edon.
-Come stai?- chiese la licantropa ignorando il compagno.
-Sto bene. Adesso però devo tornare da Yuma e raccontarle cosa è successo al Tempio-
-Quando ci rivediamo?- chiese Edon.
-Non lo so, ci vediamo prima della prossima missione, di cui non so ancora nulla-
-Torna presto- disse il piccolo Leykos.
-Certo Ley, tu sarai il primo che verrò a salutare-
Il bambino sorrise, poi Lara scomparve nella luce bianca e riapparve davanti alla casa di Yuma.
Entrò, trovando la maga intenta a preparare una pozione. Sembrava fosse passata una vita da quando aveva lasciato quella casa.
Senza nemmeno girarsi Yuma disse -Siediti-
Lara non aveva detto nulla, evidentemente l'aveva riconosciuta in qualche modo, però non si aspettava un'accoglienza del genere dopo tutto quello che aveva passato.
Silenziosamente si sedette al tavolo, poggiò lo zaino per terra e aspettò.
Yuma finì di preparare la pozione, poi si sedette dall'altra parte del tavolo, come se volesse mettere una certa distanza.
-Non fare mai più una cosa del genere?- non era mai stata così seria.
Lara cadde dalle nuvole, non aveva idea di cosa avesse fatto per farle avere una reazione del genere.
-A cosa ti riferisci?-
-Ti ho trovata la prima volta in fin di vita, due giorni fa eri di nuovo in fin di vita- lo disse come un'accusa.
In quei mesi la maga si era molto affezionata alla ragazza, era da tanto che non provava un sentimento così forte verso qualcuno.
Lara si arrabbiò un po' per il tono che stava usando -Non è di certo colpa mia se la missione è stata più complicata di quel che pensavi. Non si è trattato solo di un dono di sangue, ho dovuto affrontare una prova, Rio mi ha portato in posto diverso in cui ho rischiato di rimanere bloccata. Sentirsi strappare via un pezzo della propria carne è stato straziante ed è questo che ho sentito quando l'Elemento dell'Acqua mi veniva portato via. Quindi se non vuoi che succeda di nuovo, dovrai legarmi, perché questa è una cosa che devo fare per salvare gli Elementi e dovrai dare anche delle spiegazioni a Rayke, anche se al pensiero di riprovare lo stesso dolore per altre tre volte mi fa venire voglia di scappare- si alzò, mise a posto le cose dentro lo zaino, prese un libro e si distese sul letto a leggerlo.
Yuma rimase seduta a fissare il posto vuoto che aveva lasciato la ragazza, incapace di dire qualcosa mentre provava emozioni contrastanti.

La Prima Figlia 2 - I Templi degli ElementiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora