03. Evil

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"Evil, I've come to tell you that she's evil, most definitely."

-Lana del Rey-

-Lana del Rey-

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Erano appena le cinque del pomeriggio, quando la nostra coach R

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Erano appena le cinque del pomeriggio, quando la nostra coach R. Sullivan ci portò a fare allenamento nel cortile della scuola.

Attraversammo un corridoio secondario che dallo spogliatoio, collegava a una porta dal quale una distesa di prato e una pista di atletica si stendevano davanti ai nostri occhi.

«Bene prendete posizione, iniziate con il riscaldamento.» disse a voce alta, mentre tutte noi ci stavamo allineando una di fronte all'altra.

Sul selciato d'asfalto, dovevamo fare attenzione a non prendere una scivolata, se non volevamo farci male da qualche parte.

Nel fare i piegamenti, Samantha se ne uscì: «Allora, mi puoi spiegare che cosa è successo questo pomeriggio carina?» mi chiese con sguardo curioso.

Aveva una curiosità eccessiva quella ragazza.

«Ma nulla, ho soltanto beccato uno stalker con delle mie foto. Devo dire che non sono venute niente male.» le risposi, mentre un sorriso compiaciuto si distendeva sul mio viso.

«Ma com'era? Era carino almeno?» chiese ridendo, mentre piegava una gamba dietro la schiena alzandola repentinamente.

«Ma cos'è un interrogatorio?!» e alzai gli occhi al cielo.

Detestavo quando mi mettevano pressione, facendomi delle domande così assurde.

«Comunque, ho solo notato quanto fosse spaventato dalla mia presenza e la cosa mi ha divertito come non mai.» le dissi, ridendo ulteriormente.

Samantha, intanto, mi continuava a guardare in attesa di sapere altro. Ma nulla c'era da dire, se non che quel ragazzo non si era nemmeno degnato di guardarmi negli occhi.

Tornai a fare dei piegamenti e la coach ci passava accanto, controllandoci una ad una.

Ora tutte a fare addominali, forza!» E batté le mani, per spronarci a fare del nostro meglio.

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