27. November so annoying

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«So take my hand, don't be afraid
This too shall pass
We'll get through it all together.»

-Sia & David Guetta-

Novembre era arrivato come un fulmine  a ciel sereno

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Novembre era arrivato come un fulmine a ciel sereno.

Il lunedì pomeriggio mi ritrovai mezzo addormentato, con gli occhi appesantiti e la sola voglia di tornarmene a casa a dormire per la troppa stanchezza.

Il weekend appena passato mi aveva dato un brio diverso. Una scossa di adrenalina che non avevo mai provato.

Era la cosiddetta gioventù e ancora non ne capivo molto a riguardo, dato che avevo passato la mia intera esistenza ad isolarmi da tutti.

Era il Vivere.

Quella sensazione allo stomaco?

Quella cosa che mi chiedeva di fare di più e cambiare drasticamente la mia monotona vita.

Più che monotona, mi ero lasciato intrappolare nella tranquillità. In quel flebile equilibrio, che solo ora capivo che si stava letteralmente spezzando.

Chi ero davvero?

Era la domanda a cui fino a quel momento pensavo di avere chiara risposta, invece tutta quella serie di eventi ero fermamente convinto fosse un'altra persona che se li stesse godendo.

Probabilmente un mio alter ego.

Mi sarei crogiolato nella paura e non avrei fatto nulla di queste semplici cose, che magari per gli altri erano banalità.

La giornata di scuola era appena finita e ne approfittai per prendere in fretta e furia le mie cose e ritornare per un momento alla mia lettura di Shakespeare.

Un po' di distrazione mi serviva.

E cosa poteva esserci di meglio?

Se non leggere le mie poesie preferite.


Novembre era un mese difficile. Era uno di quei mesi di cui avrei fatto volentieri a meno.

Creati per il passare dei giorni. Uno di quelli di transito, che poco importavano tra il tepore dell'autunno e gelido inverno che doveva ancora giungere.

Non appena svoltai l'angolo del corridoio centrale, mi ritrovai una Heidi pensierosa che mi attendeva con le cuffie alle orecchie.

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