29. Rain in my eyes

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"Take my Heart, don't break it."

-Myles Smith-

Le lacrime sgorgavano come fossero proiettili, uscivano ininterrottamente

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Le lacrime sgorgavano come fossero proiettili, uscivano ininterrottamente.

Facevano lo stesso percorso e scendendo verso la guancia, bruciavano sulla pelle e reclamavano di fuoriuscire sempre più.

Scavavano sul viso con la barba colta e quasi imprimevano un marchio.

Come impresso dal Diavolo, per farmi pentire dei miei peccati di gioventù.

Sembravo un bambino.

Piangevo e immaginavo la terra sparire sotto i miei piedi.

Mi sentivo in colpa, ma anche felice.

Avevo rivisto mio figlio, dopo così tanto tempo e non avrei mai potuto descrivere quelle emozioni travolgenti.

Mi si stava annebbiando la vista, le lacrime continuavano a procede e dei singhiozzo sopraffini richiedevano di uscire.

Ma, trattenevo e trattenevo.

Forse, aveva capito chi ero.

Mi guardava con quelle fessure spalancate alla ricerca di una risposta.

Nemmeno la zia parlava.

Un silenzio profano, aveva preso l'attenzione nostra e incombente sulla cucina richiedeva di disperdersi in qualche parola.

Ma quelle non uscivano.

Nulla e ancora nulla.

Solo occhi che si cercavano e lacrime che mi stavano scaricando la frustrazione e la voglia di dirgli tutto quello che mi ero tenuto dentro.

Mi sentivo sopraffatto e allo stesso tempo avrei solo voluto abbracciarlo e chiedergli come stava e cosa aveva fatto nella sua crescita tutti quegli anni.

Ma come facevo ad averne il diritto?

Mi andò di traverso la saliva e mi pulii con una mano tremante la guancia scarna.

Era da giorni che lo volevo vedere e ora non sapevo come iniziare una conversazione.

Com'era possibile?

Tutta la paura non era svanita e il solo pensiero che mi avrebbe guardato con odio mi avrebbe spezzato il cuore ancora di più.

Mi avrebbe portato alla rovina e alla consapevolezza che non sarebbe servito a nulla essere lì.

Continuava a guardare me e poi la zia e come d'istinto, fece dietro front e scappò.

«Dale... No aspetta... per favore!» gli urlai dietro.

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