Capitolo 14 - Aramis

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Noto subito la colonna accanto a me avere una crepa in più per la collisione con il proiettile e tiro un sospiro di sollievo

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Noto subito la colonna accanto a me avere una crepa in più per la collisione con il proiettile e tiro un sospiro di sollievo. "Ci  è mancato così poco". Riprendo a respirare e subito dopo aver riacquisito lucidità mi volto verso dove pensavo fosse provenuto lo sparo. Amelie è lì. È nella penombra a combattere con un uomo mentre cerca di disarmarlo togliendogli con la forza la pistola dalla mano. Li vedo iniziare una danza frenetica in cui nessuno dei due sembra essere intenzionato a voler mollare l'osso.

Percepisco la frustrazione della ragazza che alla fine si decide di concentrarsi sulla spada ancora nel fodero, afferrarla e utilizzarla per ferire la mano al nemico affinché mollasse la presa. Mi nasce l'accenno di un sorriso nel vedere la perseveranza della biondina e la sua incredibile capacità di svignarsela in ogni situazione.

Dei passi veloci erano diretti verso di me e me ne accorsi appena in tempo parando un colpo. Mi ero quasi distratto. Una volta essermi sbarazzato del mio avversario formammo tutti e 4 un cerchio in mezzo alla piazza del forte in attesa di un altro duello.

<< Sbaglio o ti avevo esplicitamente detto che avresti dovuto aspettarci fuori? >>

Athos e quel suo costante tono glaciale.

<< Sbaglio o anche tu sapevi benissimo che non lo avrei fatto? >>

Le mie spalle toccano quella della bambolina da una parte e quella del mio superiore dall'altra. Mi sento come tra due fuochi e so benissimo che Athos non è in vena di battute. E nemmeno di risposte.

<< Sentivi già la nostra mancanza, eh panterina? >>

Porthos aveva il difetto di non saper mai tenere a freno la lingua. Anzi, si divertiva a far irritare le persone e probabilmente la ragazza era diventata la sua nuova vittima preferita.

Davanti a noi avanzano altri uomini e mettendoci in posizione di attacco nessuno parlò più. Il vento si portò via i versi strozzati per gli sforzi di dover mettere tutti gli omaccioni KO e più la notte si addentrava, più il freddo aumentava. Il mio pensiero va automaticamente alle braccia e al petto scoperti di Amelie, convinto che nonostante l'adrenalina stesse patendo freddo.

<< E questo era l'ultimo >>

Dichiara il mulatto sfilando la lama dal petto di un uomo inginocchiato davanti a lui facendo leva con il piede sul petto della vittima per riappropriarsi della propria lama. Ora il campo sembrava libero e il nostro lavoro era concluso. Mi tolgo subito il mantello per appoggiarlo sulle spalle della ragazza, che nonostante il solido orgoglio, notai che le tremavano i denti.

<< Ora andiamocene e torniamo ai nostri alloggi a riposare. Domani non sarà una giornata meno pesante di questa >>

Athos ci diede l'ordine e nessuno di noi si oppose grati di poter finalmente andare a dormire. Stringo le mie mani contro le spalle di Amelie coperte dal mantello e muovendole rapidamente speravo di provocarle un po' di piacere trasmettendole caldo - per quanto mi era possibile. Quel tocco dura molto poco. La bionda si sottrae dalla mia presa con un movimento brusco del corpo e mi riserva un'occhiata da "fatti i fatti tuoi".

LA QUARTA MOSCHETTIERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora