Capitolo 18 - Amelie

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Il tempo in cella sembrava infinito e da quella piccola e stretta finestra entrava così poca luce da non far capire che ore fossero

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Il tempo in cella sembrava infinito e da quella piccola e stretta finestra entrava così poca luce da non far capire che ore fossero. Mi stendevo per terra e mi rigiravo su un fianco e poi sull'altro, oppure mi passavo il tempo lanciando il sassolino e riprendendolo al volo, mi sedevo con la schiena contro la parete e chiudevo gli occhi.

I miei compagni non sembravano persone di troppa compagnia e spesso passavamo il tempo a non parlare. Del ragazzo nella prigione di fronte alla mia riconobbi solo dei folti ricci biondo scuro, un corpo asciutto e delle gambe lunghe. Dedussi che fosse un tipo a cui non piaceva mostrarsi, preferendo mantenere la sua posizione nell'ombra.

La mia missione, però, non consisteva nel girarmi i pollici, avrei dovuto raccogliere informazioni. Decido quindi di prendere parola con Pauline seduta di fronte a me nella mia stessa posizione.

<< Voi come mai siete qui? >>

"Forse troppo affrettato". A rispondermi è l'uomo nella cella dopo.

<< A causa dei soliti capricci del re >>

E' una risposta secca, veloce, che non ammette parole in più. Capisco che se volevo la loro fiducia avrei dovuto guadagnarmela con altrettanta sincerità.

<< Athos è stato solo un diversivo >>

Confesso. Percepisco le orecchie di tutti drizzarsi immediatamente, per prima la donna dai lunghi capelli che le ricadono sul petto.

<< Non mi sono concessa a lui per il semplice piacere di farlo >>

Alzo gli occhi davanti a me ormai consapevole di tenere tutti con il fiato sospeso impazianti di sentire che cosa avevo da confessare.

<< Io non sono di Parigi. Hanno bruciato il mio intero villaggio, ho perso la mia famiglia e dopo aver compiuto la maggiore età ho deciso di venire qui >>

Ancora silenzio. Vogliono sapere di più.

<< Sono stati i moschettieri del Cardinale. Il loro Capitano mi ha perfino procurato un taglio lungo la schiena e ora ho una cicatrice che mi ricorderà per sempre di quella notte >>

Noto Pauline alzarsi e posizionarsi al mio fianco poggiandomi una mano sulla spalla. Da quella vicinanza vedo che ha qualche ciocca bianca tra la lunga chioma, degli occhi marroni ed un viso dolce e rassicurante. "Mi ricorda tanto la mia mamma". Sorridendomi lievemente mi invita a continuare a parlare.

<< Il re è sopra ogni cosa, perciò, se hanno distrutto la mia casa vuol dire che a sua maestà non è importato così tanto di fermare i piani del Cardinale. Quello che mi è successo è anche colpa sua >>

Faccio una piccola pausa portandomi un ciuffo dei miei capelli dietro all'orecchio.

<< Athos l'avrei usato solo come una pedina per avvicinarmi di più al re e al Cardinale e vendicarmi >>

LA QUARTA MOSCHETTIERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora