Capitolo 7 - Amelie

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Il giovane sobbalza dallo spavento guardandomi con occhi sgranati, mentre io mi avvicino minacciosa e con sguardo impassibile.

Il ragazzino è immobilizzato dalla paura, mi guarda fisso negli occhi senza sbattere ciglia. Mi fermo a pochi centimetri di distanza da lui e non lascio trasparire alcuna emozione.

Restiamo per quasi un minuto così, a guardarci negli occhi senza dire una parola.

Arriva il momento in cui non riesco più a restare seria, la mia bocca si contorce dal provare a non ridere, ma non ci riesco più e scoppio a ridere.

Il dodicenne mi guarda sorpreso con occhi spalancati mentre sono più che sicura che sta pensando che io sia pazza.

Mi riavvicino al giovane scombinandogli i capelli in modo fraterno. "Proprio come facevo con Daniel, il mio amato fratellone, quanto mi manca..."

<<Complimenti giovane ladro, sei molto abile. Devi solo imparare ad essere più indiscreto e a vantarti solo quando la tua vittima ti girerà le spalle >>

<< In pratica mi stai dicendo che posso tenere il denaro? >>

Scoppio a ridere un'altra volta.

<< Ti piacerebbe, ma no. Mi dispiace. Mi servono. Ma se vuoi puoi fare un giro con me, aiutarmi a trovare una locanda munita di stalla per poter far passare una notte tranquilla anche al mio cavallo e poi potrei ringraziarti pagandoti con qualche moneta >>

Ammico mentre al ragazzino nasce un sorriso sornione in faccia.

<<Affare fatto, guerriera >>

Mi porge la mano che stringo prontamente con presa ferrea.

<< Bene. Ora recuperiamo il mio cavallo e poi possiamo continuare la nostra ricerca >>

Gli do le spalle ma poi faccio finta di ripensarci e mi rivolto di nuovo verso il ragazzino.

<<Ma prima... >>

Mi avvicino a lui, gli porgo la mano e con cenno delle dita gli faccio cenno di riconsegnarmi ciò che mi ha rubato.

<< Sgancia il bottino giovane ladro >>

Sbuffa, sperando che mi dimenticassi del mio amatissimo denaro. Si sposta la giacca e tira fuori il mio sacchettino poggiandomelo sul palmo della mano.

<< Ecco >>

<< Bravo >>

Rivolgo nuovamente la mia attenzione verso la folla. "Bill, per favore, raggiungici sano e salvo e senza avere nessuna zampa rotta".

***

Io e Franc, il giovane ladro, siamo sulla groppa del mio fedele destriero e riusciamo ad oltrepassare un arco di pietra che si affaccia su una piazza rettangolare con delle bancarelle per il mercato poste ai lati, mentre una struttura in legno ne delinea il contorno.

<<Hai fame giovane ladro? >>

<< Veramente... >>

Risponde con tono imbarazzato portanosi le braccia allo stomaco.

<< Ok, allora troviamo un posto dove lasciare il mio cavallo e poi pranziamo. Tu hai fatto colazione? >>

<< No >>

<< A dire la verità neanche io. Vorrà dire che mangeremo più di una semplice pesca >>

Annuncio poi scendendo dalla schiena di Bill. Gli afferrò le briglie e lo guido in un posto abbastanza isolato in modo che possa stare il più tranquillo possibile.

<< Ecco fatto giovane ladro, adesso possiamo andare. Prenderemo anche delle carote per questo bel bestione >>

Dò qualche pacca a Bill in segno d'affetto e poi ci incamminiamo insieme verso la bancarella dell'alimentare.

<< Buongiorno signorina, che cosa desidera comprare dal miglior offerente di cibo di tutta la Francia? >>

Mi saluta molto cordialmente il signore dietro il balco in legno in cui sono esposti frutti, verdure e carne in delle casse di legno

<< Vogliamo cinque carote e tre pesche >>

Tiro fuori un gruzzoletto di denaro fuori dal mio sacchettino e mi rigiro tra le mani le varie monete facendo i calcoli di quanto devo pagare.

<< Ecco a lei >>

<< Grazie tante signorina, le auguro una buona giornata >>

<< Speriamo >>

Sussurro voltandomi verso il dodicenne al mio fianco che è stato sempre e completamente ignorato dal mercante e gli porgo il sacchetto con dentro le nostre compere.

Ci avviciniamo alla panetteria, mentre penso preoccupata a quanto possa costare una semplice pagnotta di pane.

<< Buondì signorina, cosa desidera? >>

<< Vorrei la pagnotta più economica che avete >>

<< Certamente...eccola qua, la pagnotta meno costosa che possiedo >>

Pago la signora tenendo tra le mani il misero pezzo di pane che sono riuscita ad ottenere grazie ai soldi regalatomi da Pierre e Simone. "Caspita quanto mi mancano di già".

Io e Franc raggiungiamo Bill che si trova esattamente dove l'avevo lasciato e gli porgo davanti al suo bellissimo, lunghissimo e morbidissimo muso le carote facendolo mangiare mentre con l'altra mano mi porto alla bocca una pesca, lasciando le altre due al giovane ladruncolo.

<< La vuoi? >>

Mi chiede il ragazzino mostrandomi la pagnotta. Vedo il suo viso sporco e secco ed anche se sto morendo di fame mostro un falso sorriso e scuoto la testa.

<< No, tranquillo. Mangia pure. Anche se indossi abiti non bucati penso che tu abbia più fame di me >>

Cerco di distrarmi e di non pensare a quel delizioso pezzo di pane accarezzando un ultima volta il muso al mio cavallo e poi mi allontano di pochi passi da loro respirando a pieni polmoni e chiudendo gli occhi per tranquilizzarmi ed autoconvincendomi che questa giornata andrà meglio, che si sistemerà tutto e che riuscirò a trovare un alloggio questa sera.

Improvvisamente sento come uno spillo che mi viene puntato alla gola dalla lama fredda, apro gli occhi ed incontro quelli dello stesso uomo di cui mi ero presa gioco mentre ero impegnata ad inseguire il giovane ladro.

Mi punta la spada proprio nel punto in cui sentivo fastidio prima, alla gola.

<< Te l'avevo detto ragazzina che mi sarei scontrato con te oggi e devo dire che non potevi scegliere luogo migliore per il nostro duello >>

Ghigna sicuro di sé. "Bene bene, vedremo chi avrà la meglio allora".

LA QUARTA MOSCHETTIERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora