10 - Ingrid

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Louis aveva creato l'opportunità per un appuntamento perfetto ed io ero stata così stupida da rovinarlo immediatamente con le mie domande. Perché non ero riuscita a stare zitta e a godermi il momento che si era creato, dopo la giornata piacevole che avevamo passato insieme Harry ed io?

«Non lo so.» Disse il ragazzo dopo quella che mi sembrò un'infinità di tempo. «Non so perché mi sto comportando in questo modo. Mi dispiace se ti ho ferita quando ti ho detto che non volevo tornare a letto con te.» Aggiunse, abbassando la voce.

«Voglio solo sapere come stanno le cose.» Dissi. «Se mi dici che non sei attratto da me e che tra noi non ci sarà mai nulla... rimarremo amici. Direi che siamo abbastanza bravi ad essere amici, oggi ne è stato l'esempio. Non ne farò una tragedia.»

«Freya, la situazione è complicata.» Rispose Harry, agitandosi ancora di più.

«Cosa c'è di complicato?»

«Tutto, Freya. Tutto è complicato.» Disse, scuotendo la testa. «Non...» Cominciò a dire, ma lo interruppi.

«Ah, già. Elizabeth.» Replicai. «Facciamo una cosa. Mangiamo e fingiamo che non sia successo niente, per favore. Mi sento già abbastanza stupida.»

«Non devi sentirti stupida. È che vorrei che tutto fosse più facile, ma non lo è. E a volte mi comporto da idiota, mi dispiace per tutte le volte in cui sono stato maleducato.» Disse lui.

Non avrei dovuto sentirmi stupida? Peccato che in quel momento era come se avessi in testa un cartello gigante con luci neon lampeggianti che diceva «qui c'è una stupida». Harry era innamorato di Elizabeth. Era venuto a letto con me perché probabilmente gli facevo pena o perché aveva litigato con lei o per chissà quale altro motivo, poi si era pentito e aveva cercato di evitarmi. Come avevo fatto a non capirlo prima?

«Pensiamo al menu, che forse è meglio. Tu cosa ordini?» Domandai, cercando disperatamente di cambiare discorso.

«Oh, sushi per tutta la vita.» Rispose lui sollevato, forse più tranquillo dopo che avevo deciso di abbandonare il discorso. «Tu?»

«Non lo so. Il riso con le verdure mi sembra una buona idea, ma non sono mai stata in questo ristorante.» Dissi, guardandomi intorno.

Era un posto che aveva scelto Louis, io non ci avevo mai messo piede. Uscivo raramente con lui a mangiare, di solito preferivamo ordinare da asporto e stare a casa. E quando uscivamo sceglievamo ristoranti di chef famosi, quindi la sua scelta mi era sembrata un po' strana.

«Io vengo sempre qui con Niall. Cioè, Niall preferisce andare da Nando's in fondo alla strada, ma questa è una valida alternativa. Sono venuto qualche volta anche con Lou e lui ordina spesso il riso con le verdure. Dice che è buonissimo.» Rispose Harry.

«Oh, okay. Grazie.» Dissi. «Quindi... quindi tu dove passi il tuo tempo di solito? Voglio dire, quando non stai lavorando.» Aggiunsi, imbarazzandomi.

Era una domanda maleducata? Probabilmente sì, ma mi ero appena resa conto che non avevo la minima idea di cosa parlare con Harry e, soprattutto, non avevo mai passato tanto tempo con una persona così diversa da me. Una persona che veniva da un mondo così distante dal mio.

«Sto tanto con Niall e solitamente andiamo al parco a giocare a calcio, oppure vediamo anche Louis e giochiamo ai videogiochi... ma quando ho voglia di stare da solo prendo la mia macchina fotografica, esco e comincio a camminare. Non so nemmeno io dove andare finché non ci arrivo. È... è una cosa che mi fa stare bene, che mi fa sentire tranquillo.» Rispose lui.

Ricordai vagamente un discorso che avevamo fatto tempo prima, quello in cui mi aveva chiesto la mia passione e non ero riuscita a rispondere, così l'avevo chiesto a lui e mi aveva detto che si trattava della fotografia.

«Deve essere bello.» Dissi, abbassando lo sguardo sul tovagliolo che avevo sistemato sulle mie gambe.

«Se vuoi puoi venire con me qualche volta.» Propose Harry. «Appena ho un giorno libero e il tempo lo permette vorrei andare a Regent's Park... potremmo andare insieme.»

«Mi piacerebbe.» Risposi, maledicendo mentalmente il mio cuore per quello stupido tuffo che aveva appena fatto.

Perché aveva cominciato a battere ancora più forte? Harry era innamorato di Elizabeth e non gli interessavo. Era abbastanza chiaro, ormai. Dovevo smetterla di sentirmi come una ragazzina di undici anni.

«Siete... ehm... siete pronti?» Domandò la cameriera, interrompendoci con aria intimorita.

Le sorrisi, mi scusai con lei per essermi comportata in modo molto maleducato poco prima, e poi ordinai il riso alle verdure che avevo scelto.
***
La cena continuò tranquillamente. Io evitai di tornare sull'argomento che aveva creato parecchia tensione a inizio serata, e anche Harry cercò di parlare di qualsiasi altra cosa tranne che di quello.

In realtà parlammo davvero di tutto, partendo da quello che stavamo mangiando e arrivando a toccare argomenti più profondi e complessi, come se quella non fosse una delle prime volte in cui parlavamo davvero.

Matthew cercò di contattarmi per tutta la serata, ma continuai ad ignorare i suoi messaggi e le sue chiamate, tanto che, a un certo punto, decisi persino di togliere la suoneria per non continuare ad interrompere la conversazione con il ragazzo di fronte a me.

Alla fine della sera Harry mi portò a casa di Louis. Parcheggiò l'auto per pochi minuti davanti al negozio di Sameer e scese per accompagnarmi alla porta, cosa che trovai abbastanza strana, ma anche molto, ma molto gentile e premurosa.

«Mi ha fatto piacere passare del tempo con te.» Dissi, cercando di non tradire le mie emozioni.

Mi morsi il labbro inferiore, perché Harry mi rendeva nervosa e quando parlavo con lui mi sembrava di essere tesa come una corda di violino.

«Anche a me ha fatto piacere.» Replicò lui, camminando al mio fianco e fermandosi quando raggiungemmo il retro del negozio. Per qualche strano motivo Louis odiava la porta d'ingresso principale, quindi si doveva passare da Sameer anche per andare nel suo appartamento.

«Scusa se ti ho fatto delle domande un po'... ehm... un po' scomode. Non volevo... non so nemmeno io perché l'ho fatto. Sono...» Cominciai a dire.

Mi bloccai, perché continuavo ad inciampare nelle mie stesse parole e non riuscivo a formare una frase di senso compiuto. Perché doveva farmi quell'effetto? Non avevo mai provato niente del genere per nessuno. Ero sempre stata io quella che faceva girare la testa ai ragazzi, che li faceva balbettare e li faceva diventare impacciati. Non avevo la minima idea di come comportarmi in quel momento, così decisi di lasciare perdere e non dire più nulla. Tanto Harry non avrebbe capito in ogni caso, perché non riuscivo ad esprimermi.

«Ehi, lasciamo perdere. Io mi sono comportato da stronzo con te, quindi fingiamo che questa cena sia un nuovo punto di partenza e cancelliamo tutto quello che è successo prima di oggi, d'accordo?» Propose, guardandomi negli occhi e facendo accelerare il battito del mio cuore.

«Mi piace come idea.» Mormorai, distogliendo lo sguardo e puntandolo sulla maniglia della porta del retro del negozio. «Ci vediamo, allora. Buona notte e, uhm, beh, buona notte.» Aggiunsi, arrossendo.

Dovevo obbligarmi a non guardarlo, perché altrimenti mi sarebbe venuta voglia di baciarlo e non mi sembrava il caso. Avevamo fatto dei passi avanti e sì, probabilmente lui non mi avrebbe mai voluta perché era innamorato di Elizabeth, ma stavamo diventando amici. E amici era meglio di niente, in teoria. Giusto? Quindi non avrei potuto rovinare tutto con un bacio. Non in quel momento.

«Buona notte, Freya.» Disse Harry. Si allontanò di qualche passo, poi ci ripensò e tornò indietro.

Nella mia mente avevamo già cominciato a baciarci appassionatamente contro la parete e lui aveva già anche aperto la porta per portarmi al piano di sopra in braccio, continuando a baciarmi.

Ovviamente, nella realtà, non successe nulla di tutto quello che avevo immaginato.

«Hai dimenticato qualcosa?» Domandai, speranzosa.

«Sì.» Rispose lui, annuendo. «Volevo solo dirti che... per quello che conta, volevo dirti che hai fatto la cosa giusta, secondo me. A lasciare la casa, voglio dire. Hai il diritto di essere felice e di essere libera di scegliere quello che vuoi per tua figlia.» Aggiunse. «Niente, volevo solo che lo sapessi. 'Notte!» Concluse, uscendo velocemente dal negozio e lasciandomi lì da sola, a riflettere su quello che era appena successo.
***
Trovai Louis sdraiato nel letto che condividevamo, mezzo nudo e con l'iPad in mano.

«Non dovevi essere a cena con Regina?» Domandai, abbandonando la borsa e le scarpe.

«Eh?» Mi chiese, distrattamente. «Cosa? Ah, la cena con Regina! No, era una balla per farvi rimanere da soli. Vi ho anche portati in un ristorante con dei bagni molto belli. Prego, eh. Dai, adesso voglio sapere tutto. Quanto, da uno a dieci, vi siete dati da fare?»

Lo fissai, cercando di capire che cosa stesse facendo e che cosa stesse dicendo.

«Dati da fare?» Domandai, raggiungendolo sul letto e rubandogli l'iPad di mano, nella speranza di beccarlo mentre guardava un film hard, in modo da avere materiale per ricattarlo per tutta la vita, ma invece stava solo facendo una maratona della nuova stagione di Orange Is The New Black su Netflix. «Sei noioso, Tomlinson. Speravo almeno che stessi guardando religiosamente un porno o qualcosa del genere.» Aggiunsi ridendo.

«I porno sono stupidi.» Rispose lui, riprendendosi l'iPad e guardandomi male. «Creano troppe false aspettative e poi non farei mai niente del genere nel letto che condividiamo. Per chi mi hai preso, per un uomo di Neanderthal?»

«Dubito che a quell'epoca avessero tablet e film, ma comunque no. Dimenticavo che sei il perfetto gentiluomo.» Risposi, ridendo.

«Bene, allora smetti di cambiare discorso e raccontami tutto quello che avete fatto tu e Styles. Avete usato il bagno del ristorante o vi siete nascosti in macchina, parcheggiati in qualche vicolo buio?» Mi chiese Louis, mettendosi seduto e riponendo l'iPad sul comodino.

«Niente di tutto ciò, mi dispiace deluderti. Abbiamo parlato e ho scoperto che tra di noi non succederà mai nient'altro, perché lui è innamorato di Elizabeth. Ed io, piuttosto chiaramente, non sono Elizabeth.» Risposi.

Louis mi fissò intensamente per qualche minuto, poi scosse la testa.

«Va beh, se è un cretino mica è colpa mia. Io ci ho provato.» Disse. «Spuntino di mezzanotte? Sono arrivato all'episodio tre dell'ultima stagione, se vuoi vederlo con me lo guardiamo in TV e ti racconto cosa ti sei persa.» Mi propose pochi istanti dopo.

«Ci sto.» Dissi. «E ho una voglia incredibile di cioccolato.» Aggiunsi, alzandomi e raggiungendo la cucina per svaligiare la dispensa.
***
Passai una settimana a casa di Louis, stressata a causa dei lavori al Circolo e in ansia per l'incontro con Ingrid e per la situazione con Matthew, che non smetteva un secondo di cercare di chiamarmi e si era persino presentato all'appartamento.

Avevo cominciato a fare fatica a dormire - non mi addormentavo mai e, quando lo facevo, mi svegliavo poche ore dopo, con la testa che quasi girava dai troppi pensieri e le troppe preoccupazioni. Avevo raramente fame e, quando mangiavo, poi mi veniva la nausea per il resto della giornata. Ero un disastro, e non avevo la minima idea di cosa fosse normale nel secondo trimestre della gravidanza e cosa non lo fosse.

Il giorno dell'incontro con Ingrid seguii le istruzioni che la donna mi aveva scritto sulla lettera e mi ritrovai in un piccolo ristorante a Shoreditch, a Est di Londra, un posto in cui non ero assolutamente mai stata.

Mi sedetti a un tavolo, dicendo al cameriere che mi si era avvicinato che stavo aspettando un'amica e che avrei ordinato più tardi, e cominciai a guardare fuori dalla vetrina, sperando che arrivasse presto.

Ingrid si fece attendere solo cinque minuti, poi la vidi entrare e non riuscii a trattenermi. Saltai in piedi e le corsi incontro, abbracciandola stretta.

«Cos'è successo? Che fine hai fatto? Perché sei sparita? Mi sei mancata tantissimo! Ho così tante cose da raccontarti! Puoi venire a fare la donna di servizio a casa del mio amico Louis? Vivo lì adesso e posso assumerti io.»

«Freya, tesoro, un attimo! Sediamoci, così ti racconto tutto.» Replicò la donna, accompagnandomi all'interno del ristorante.

«È vero che ti sei licenziata?» Domandai dopo essermi seduta.

«No.» Replicò la donna, guardandosi intorno furtivamente.

«Lo sapevo!» Esclamai. «Allora adesso puoi venire a lavorare a casa di Louis.» Dissi velocemente.

«Freya, la situazione è complicata.» Rispose Ingrid, abbassando lo sguardo.

Se avessi avuto una sterlina per ogni volta che avevo sentito 'Freya, la situazione è complicata' nell'ultimo periodo, probabilmente sarei stata in grado di comprare tutta la città di Londra. Quella frase era diventata la storia della mia vita. Ed io odiavo le situazioni complicate.

«Ma perché?» Insistetti.

La donna sospirò e mi prese una mano.

«I tuoi genitori hanno ottenuto un ordine restrittivo nei miei confronti e vale per tutta la famiglia. Non so come abbiano fatto, probabilmente hanno qualche amico giudice... insomma, hanno presentato delle false prove, hanno detto che rappresento una minaccia per tutta la famiglia e non posso più avvicinarmi a nessuno di voi. Rischio di essere arrestata, è pericoloso anche quello che stiamo facendo oggi.» Spiegò lei.

«Ma...» Cercai di ribattere, aggrottando le sopracciglia. «Ma non è giusto!» Esclamai. «Tu non sei un pericolo per nessuno. Tu mi hai cresciuta, sei stata una madre per me ed io ho bisogno di te in questo momento...» Piagnucolai.

Mi rendevo conto di sembrare una bambina di cinque anni, ma Ingrid per me era stata davvero una figura materna. Aveva giocato con me, mi aveva insegnato a parlare, a camminare, mi aveva ascoltata quando avevo bisogno di sfogarmi e mi aveva sempre dato consigli utili.

«Lo so, tesoro, non è giusto. Ma la situazione è questa e non possiamo cambiarla.» Rispose la donna, accarezzandomi le mani.

«Ma perché ti hanno licenziata?» Domandai.

Ingrid mi guardò e scrollò le spalle.

«La scusa che hanno utilizzato è che è stata tutta colpa mia se è successo quello che è successo, che sono stata una brutta influenza su di te e che devo starti lontana. La vera motivazione, secondo me? Tua madre ha voluto liberarsi di me perché sapevo troppo e perché non voleva che la sostituissi in questo momento delicato della tua vita.» Replicò.

«Nah.» Dissi. «Mia madre continua a fregarsene di me alla grande. L'unica cosa che le interessa è organizzare feste per salvarsi la faccia, dicendo che sono fidanzata ufficialmente con Matthew, annunciando la gravidanza e altre cazzate del genere. Non ho sentito una sola parola di supporto da quella donna. Non una. Quindi non penso che sia gelosa di te o niente del genere.» Aggiunsi.

«Non lo so, tesoro. So solo che è successo e dobbiamo trovare il modo per restare in contatto. I tuoi genitori mi hanno pagato un biglietto aereo per tornare a casa, ma non l'ho utilizzato. Ho passato le ultime settimane qui nell'est di Londra, ho trovato un lavoro come donna delle pulizie e ho cercato di stare lontana da tutti i posti che frequenta la tua famiglia. Ma nel retro della mia mente c'era sempre il pensiero fisso di quello che ti stava succedendo. Volevo starti vicina, ma non sapevo come. Voglio sapere tutto quello che è successo in queste settimane, Freya. Come stai? Vedo che hai deciso di continuare la gravidanza.» Disse Ingrid, stringendo le mie mani.

Mi lanciai in un racconto dettagliato di tutto quello che mi era successo da quando era stata licenziata, cioè da quando avevo scoperto di essere incinta, e Ingrid si commosse quando le raccontai che aspettavo una bambina. Poi cambiò espressione quando le spiegai tutta la situazione con Matthew, Harry ed Elizabeth.

«La mia vita è un casino adesso, Ingrid. Ho bisogno di te.» Dissi alla fine.

Lei scosse la testa, come faceva sempre quando pensava che qualcosa non andasse bene.

«Sei incinta, Freya. Devi cominciare a prenderti cura di te stessa. Tutto questo stress non ti fa bene! Hai delle occhiaie pazzesche, quand'è l'ultima volta che ti sei fatta una bella dormita?» Mi domandò.

«Non mi ricordo. Dormo due, tre ore per notte da un po' di tempo.» Mormorai, abbassando lo sguardo.

«Tesoro mio, tu hai bisogno di fare un cambiamento radicale nella tua vita. Per prima cosa devi dimenticarti di tutti questi uomini che ti stanno facendo impazzire. Metti le cose in chiaro con Matthew, digli che hai bisogno di tranquillità e di relax finché non sarà nata la bambina e di lasciarti in pace. Non può continuare a chiamarti e a presentarsi a casa tua, se non lo vuoi vedere. Questo Harry mi confonde, non capisco quali sono le sue intenzioni con te, ma ti sta facendo agitare e questo non va bene. So che sei giovane e vuoi trovare qualcuno con cui condividere la tua vita, ma Freya, amore mio, la tua priorità assoluta in questo momento è questa bambina. Hai ancora quattro mesi di gravidanza, da questo momento le cose cominceranno a cambiare. Comincerai a sentirla muoversi, la pancia comincerà a crescere e a diventare pesante, comincerai ad aver bisogno di aiuto a fare le cose più semplici, come allacciarti le scarpe o alzarti dal letto... non puoi combattere con tutte queste cose e anche i ragazzi.» Cominciò a dire Ingrid. «Lascia stare Elizabeth e la sua gelosia. Sei andata a letto con il suo amante, ormai sono passati mesi, è anche ora che se la faccia passare. E, per favore, questa è la cosa più importante di tutte. Devi promettermi che non ti farai più fregare da tua madre e dai suoi giochetti di potere.»

«Lo so, lo so che devo fare tutte queste cose, ma come faccio?» Domandai, scuotendo la testa. Mi sembrava di essere ai piedi di una montagna altissima e di non avere la minima idea di da che parte iniziare a scalarla.

«Ce la farai, Freya. Devi solo mettertelo in mente. Iscriviti a un corso di Yoga in gravidanza, rilassati e rimanda tutte le decisioni e queste cose a dopo la nascita della bimba.» Mi consigliò Ingrid.

Annuii, cercando di ricacciare indietro le lacrime. Ingrid aveva ragione. Tutto quello stress non mi stava facendo bene, dovevo rivedere le mie priorità e sistemare la mia vita.

«Grazie.» Dissi. «Mi sei mancata tantissimo e non so come farei senza di te. Per tutto questo tempo mi sono sentita come una gallina senza testa che corre in mezzo alla strada.» Aggiunsi.

Ingrid scoppiò a ridere, facendomi riscaldare il cuore. Era lì. Era davanti a me. E aveva detto che avremmo trovato il modo per rimanere in contatto e mi avrebbe aiutata. Le volevo bene, per me era mia madre, anche se non mi aveva partorita. Era stata lei a crescermi da quando ero appena nata, era lei la persona a cui avevo detto la mia prima parola, cioè 'mamma'.

«Ti voglio bene, Coccinella.» Replicò lei, usando il soprannome che mi aveva dato quando ero una bambina.

Aveva cominciato a chiamarmi così, perché quando avevo tre anni avevo voluto vestirmi da coccinella per il Carnevale di Notting Hill e avevo voluto che mi portasse. Mi aveva detto che 'Coccinella' era un codice segreto e che l'avrebbe usato per dirmi che mi voleva bene davanti ai miei genitori, senza farsi sentire da loro.

«Anch'io, Ape.» Risposi.

Poi, esattamente come quando ero una bambina, Ingrid iniziò la nostra stretta di mano segreta, che terminò con l'abbraccio più stretto di tutta la mia vita.

«Devo andare adesso, Freya. Tieni, questo è un telefono usa e getta su cui possiamo contattarci senza farlo scoprire ai tuoi genitori. Quando vuoi sentirmi o vedermi, basta che mi chiami e ci mettiamo d'accordo, okay?» Disse, porgendomi una busta gialla.

«D'accordo.» Risposi. «Grazie.» Ripetei, sorridendo.


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Ecco il nuovo capitolo! Finalmente scopriamo la risposta di Harry e, in realtà, non abbiamo scoperto molto, perché quel ragazzo è davvero misterioso. Cos'avrà voluto dire? Freya ha interpretato bene? Poi vediamo un momento di quotidianità con Louis, che è davvero il miglior amico che si potrebbe desiderare. Infine arriviamo al tanto atteso incontro con Ingrid e abbiamo delle risposte. Cosa succederà prossimamente? Matthew si farà di nuovo vivo? Freya andrà al parco con Harry? Oppure seguirà il consiglio di Ingrid e si concentrerà solo su se stessa e lascerà perdere tutte le altre "distrazioni"? Martedì prossimo avremo tutte le risposte :)
Grazie per essere passati e per aver letto! <3

No Control || [One Direction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora