I giorni passavano e più mi trovavo bene sia a Milano che nella società del Milan.
Passavo molto tempo a lavoro questo è vero però ero felice di quello che facevo, dei risultati che riuscivo a raggiungere giorno dopo giorno.
I ragazzi dello staff e anche quelli della squadra mi hanno accolta benissimo facendomi sentire sin da subito parte della famiglia, giuro non potrei che esserne più che felice non chiedevo di meglio dalla vita.. ho il lavoro dei miei sogni, una famiglia bellissima e degli amici altrettanto meravigliosi.
Mi sto finendo di truccare quando sento il citofono di casa Calabria suonare
"Da vai tu ad aprire?" urlo dalla mia stanza ma non ricevendo risposta, sicuramente o starà dormendo oppure è sotto la doccia cosi vado io
"Si, chi è?" dico aspettando dall'altra parte una risposta
"Ah sei tu.. comunque sono Theo" esclama abbastanza scocciato il francese e io resto di sasso
"Scusa ma vivo anche io in questa casa stronzo, che vuoi tu?" controbatto acida
"Dovrei salire no? Davide mi ha dato appuntamento qui per andare agli allenamenti insieme" sbuffa innervosito e cosi gli apro il portone e per non aspettarlo come una deficiente, apro la porta di casa e la lascio accostata tornando a finirmi in camera
"Permesso? Ammazza che casa!" lo sento urlare e mi fa sorridere
"Entra e accomodati, adesso vado a vedere se quella lumaca di mio fratello ha finito" concludo per poi andare a bussare alla porta, ma non ricevendo un'altra volta risposta apro e non c'è nessuna traccia di Davide cosi stranita torno di la
"Mio fratello non c'è, non so dove sia andato" dico al terzino che ha un bigliettino in mano
"Si ho appena letto questo, l'ha lasciato a te" me lo porge e leggo che ha avuto un imprevisto all'ultimo quindi era dovuto andare via
"Porca miseria.. beh allora mi sa che ti toccherà andare da solo" vado in cucina andando a bere il bicchiere di spremuta che avevo lasciato a colazione
"Perché non facciamo il viaggio insieme?" nel suo tono c'è una nota di malizia cosi mi giro di scatto e lo fulmino
"No! Non se ne parla! Tu vai per conto tuo ed io per conto mio, tu inizi prima di me, vai vai" lo spingo verso la porta di casa ma ovviamente essendo più forte fisicamente mi viene un po difficile
"Eddai piccina, non fare cosi lo so che lo vuoi pure tu" si gira e mi guarda dalla testa ai piedi.
Quel giorno avevo indossato un completo con giacca e pantaloni color nero con sotto una camicia bianca e dei tacchi del medesimo colore, sotto il suo sguardo sono arrossita e sono sicura che il bastardo ci stia godendo
"Che hai da guardare? E comunque ho detto no, e no continua ad essere!" lo spingo e sto per chiudere la porta ma ci mette il piede in mezzo
"Sei cosi bella.. con questo completo che quasi quasi mi fa venire voglia di restare a casa e fare altro" sghignazza malizioso
"Smettila davvero Theo! Sei il solito porco e stronzo, io con te non ci passerò nemmeno un attimo del mio tempo e te l'ho giurato qualche settimana fa, poi non hai capito un cazzo.. adesso hai una ragazza incinta di tuo figlio, dovresti stare affianco a lei e soprattutto prenderti le tue responsabilità cosa che mi sembra mooolto difficile dato il tuo essere bambino" lo liquido e chiudo la porta lasciandolo di stucco, meglio cosi forse capirà che deve lasciarmi perdere.
Passo una buon mezz'ora a messaggiare con Marco che per lavoro è dovuto scendere giù in Sicilia, quando guardo l'orologio vedo che è ora di partire da casa cosi mi metto il cappotto e prendo la borsa dove metto il telefono, ma quando apro la porta di casa ed esco Theo è ancora li davanti e rimango di stucco.
STAI LEGGENDO
Tryin' not to love you|| Theo Hernández
FanfictionViola ha 22 anni, è di origine siciliane e vive nella sua amata Sicilia con lei, non ha mai saputo nulla del padre, la madre non gliene parlava molto spesso e lei la rispettava, immaginava solo quanto dolore potesse aver provato la madre e a lei sta...