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Come ogni santa mattina mi ero alzato e mi ero diretto immediatamente sotto la doccia.

Questa notte era stata una delle più pesanti, Zoe era stata parecchio male con l'arrivo di nostro figlio, mancavano pochi mesi ormai alla sua nascita.

Ormai era febbraio inoltrato e la voglia di vedere quel piccolo fagottino diventava sempre di più.

Era esattamente il 14 di febbraio, San Valentino e questa sera avevo organizzato una bella cosa per Zoe, l'avrei portata in un ristorante a mangiare e poi avremmo fatto una passeggiata per la città e dopo diretti subito a casa nostra.

Già casa nostra.. in questi mesi le cose con la bionda erano andate avanti, avevamo intrapreso un relazione seria anche per via del bambino, piano piano però mi stavo affezionando anche a lei, ai suoi modi di fare e tutto quello che comprendeva lei.

Avevamo preso casa insieme dove poter stare e se prima io abitassi sul Lago di Como adesso avevamo scelto una casa molto più vicina a Milanello.

Eravamo andati ad abitare insieme verso metà dicembre e li avevamo passato le nostri giornate, alcune potevano essere meravigliose e tranquille altre un po' meno, dato che il nostro piccolo, perché si sarebbe stato un maschietto, a volte decideva di fare il monello.

Stanotte era stata una di quelle, Zoe era andata a vomitare un paio di volte per qualcosa che aveva mangiato e il piccolo si faceva sentire molto.

Per la prima volta l'avevo sentito scalciare ed era stato il momento più emozionante di sempre!

Zoe mi diceva che scalciava spesso ma purtroppo io non ero mai a casa e mi ero perso anche questi piccoli momenti e lui come se lo sapesse, aveva deciso di farlo quando c'ero anche io.

Dopo la doccia mi ero subito asciugato e vestito con un jeans largo e una felpa altrettanto larga, le mie Nike ai piedi.

Avevo fatto i capelli con un po' di gel  e dopo aver messo chili e chili di profumo, non mi piaceva il profumo no no, ero finalmente pronto.

Passo in camera e vedo che Zoe dorme ancora, sorrido e le accarezzo la testa, lei si lamenta leggermente e io dopo aver preso il borsone che era pronto sulla poltrona esco dalla camera.

Quel giorno il mister ci aveva fatto fare doppia sessione di allenamento, avevamo la sfida contro uno delle squadre più forti al momento in Serie A e lui non voleva trovarsi impreparato.

Ci aveva fatto provare vari moduli e diverse tattiche in modo da essere preparati a tutto.

Il pranzo era arrivato come al solito in un batter d'occhio almeno per noi, la colazione quella mattina era stata molto veloce per iniziare subito appunto gli allenamenti.

Ci eravamo seduti al solito tavolo dove c'ero io, Rafa, Olivier, Isma, Brahim e Davide, stavamo parlando del più e del meno, della partita che da li a pochi giorni si sarebbe disputata ma il mio sguardo andava sempre verso Viola.

Quella ragazza aveva qualcosa che non andava e lo  si poteva notare da moltissime cose del suo comportamento.

Spesso si teneva la pancia, oppure si torturava un qualsiasi altra parte del corpo per non fare smorfie.. l'avevo vista quel giorno quando Rafa le era andato a parlare, avevo visto la smorfia di dolore che cercava di reprimere.

La osservavo da molto tempo, nonostante le avessi scritto tutte quelle brutte cose che non pensavo sul serio.. lo dicevo soltanto perché ero arrabbiato!

Tutte e dico tutte stavano con me, non gli interessava se per una notte, due o per tutta la vita gli interessava semplicemente che ero io Theo Hernández e potevano infilarsi nel mio letto.

Tryin' not to love you|| Theo HernándezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora