"Vostro figlio ha una gran rabbia in corpo, signori Grey."
"E' per questo che pago una retta di trecentomila dollari per farlo soggiornare qui. L'idea era quella di aiutarlo."
"Ha fatto grandi progressi."
"Ha spaccato il naso ad un ragazzo che non conosceva!" Sentivo Carrick sbraitare come un matto, mentre io cercavo di riprendermi dallo stato di torpore e di semi-incoscienza che mi aveva procurato lo stordimento del taser. "Mi stia a sentire, dottor Flinn. Christian è qui da un mese e mezzo, e credevamo stesse veramente facendo progressi, ma a questo punto ci chiediamo se non sia il caso di riportarlo a casa." Alzai leggermente la testa, per poi farla ricadere a peso morto sul cuscino.
"Non potete mandarlo a casa!" Sophie? Era davvero la sua voce?
"Infatti. Quel ragazzo se l'è cercata. Ha aggredito Christian davanti a tutti." Eva. Immaginai i miei amici schierati davanti alla mia porta, in una specie di muro di contenimento. Cercavano di contenere me. Di contenermi all'interno di quelle mura dalle quali avevo sempre voluto evadere. Ed eccola, la mia possibilità. Era stata Ana ad offrirmela, ma non la volevo più. Se me ne fossi andato non avrei mai saputo se Anastasia si sarebbe mai ripresa.
"Lui si è solamente difeso, signor Grey."
"Concordo con il mio enorme amico. Chiedete a chiunque se non ci credete." Ci fu un minuti di silenzio pressante, nei quali mi passarono per la mente mille scenari di me che facevo le valigie, che salutavo tutti con tanto di pioggia battente e Goodbye my friend in sottofondo. Mi misi a canticchiarla, pensando che probabilmente avrei dovuto imparare a suonarla al pianoforte. Serviva sempre una canzone malinconica.
"E voi chi sareste?"
"Io sono Adam Scott. Loro sono Gideon Cross, Eva Tramell e Sophie Lether. Siamo suoi amici." Altro silenzio, poi sentii la voce di Carrick, leggermente più lieve.
"Tu sei il figlio di Geoffrey, ragazzo?" No, Carrick! Come gli veniva in mente di fare certe domande? Le parole che avevo letto sulla cartella di Gideon continuavano a tormentarmi, e lo immaginai aggrottare le sopracciglia, spingere via tutti e scappare via, come quella volta alla mensa. Per questo rimasi di stucco quando lo sentii rispondere con un sereno: "Sì, signor Grey." Bravo Gideon.
"Avete detto proprio che siete amici di Christian? Del nostro Christian?"
"A volte ci chiediamo anche noi il perché, non si preoccupi." Finalmente avvertii di nuovo la sensibilità ai piedi, ed sentii quello sinistro sbattere contro qualcosa di solido. Mi misi lentamente a sedere, allungando una mano verso quel qualcosa e portandomelo vicino al viso, in modo da vedere nonostante l'oscurità. Accorgendomi degli scarsi risultati, accesi la lampada sul comodino e rimasi ad ascoltare la conversazione con scarso interesse. Finché non avessi scoperto perché Ana si era sentita male, del resto mi importava poco e nulla. Avevo un mal di testa tremendo, e nel momento in cui me la sfiorai capii che me l'avevano fasciata. Sentivo anche i capelli più corti, ma non ci feci molto caso, concentrandomi sulla cosa che avevo in mano. Era uno schedario ad anelli, color bordeaux, con una piccola targhetta sul lato superiore sinistro.
SE LO TROVATE RESTITUITELO A CHRISTOFER C. TYSON
Come aveva fatto a finire sul mio letto? La risposta arrivò da un bigliettino che scivolò fuori dallo schedario finendomi sul piede. Quando lo lessi fu come se mi avessero colpito nello stomaco. Riconobbi immediatamente la grafia. Così dolorosamente familiare.
SCUSA, QUALSIASI COSA TI ABBIA FATTO.
LA TUA COINQUILINA DISPIACIUTA, STRONZA E IMPICCIONA, CHE FINALMENTE HA CAPITO
Mi tappai la bocca con una mano, per poi strofinarmi il viso. Anastasia. Deve averlo messo qui prima di sentirsi male, ma perché? Beh, c'era solo un modo per scoprirlo. lo schedario era pieno di fogli di cartone nero, sui quali erano incollati foto, ritagli di giornale e altri pezzi di document scritti a mano. Lessi alcuni titoli, senza capire. I primi erano a dir poco bizzarri.
IL GIRO DELLE PROSTITUTE SI ALLARGA SU DETROIT
NEVICATE DA RECORD SULLA CITTA' PIU' INQUINATA D'AMERICA
Ma mano a mano che giravo, tutto acquistava un senso.
TROVATO CADAVERE DI UNA DONNA
Suicidio o omicidio per conto in sospeso?
E di nuovo si bloccò tutto. Ero arrivato più o meno alla quinta pagina quando quel pezzo di giornale attirò la mia attenzione. Guardai la data, e i miei dubbi ebbero una conclusione quando vidi che corrispondeva esattamente all'anno in cui Ella era morta. Continuai a leggere. Il cuore nelle orecchie.
Continuo orrore nei quartieri più dimenticati di Detroit, soprattutto la sera del giorno prima, quando la polizia, attirata dalla telefonata di una donna che lamentava cattivo odore, si è trovata davanti uno spettacolo raccapricciante: una donna, Ella Montrey, in stato di post mortem avanzato abbandonata sul pavimento, e al suo fianco un bambino, non identificato, di quattro anni, ancora vivo. Il corpo e il bambino sono stati portati nel S. Antony Hospital di Detroit per degli accertamenti, e a quanto pare la causa del decesso non è altro che l'ennesimo caso di overdose.
Seguiva una lunga parlata sulla piaga della droga nella società moderna. Oh, pensai, forse è materiale per una ricerca. La foto del cadavere di Ella coperto da un lenzuolo bianco, affiancata da una in cui invece sorrideva alla telecamera per la sua carta di identità, mi fece rabbrividire. Andai avanti. Continuai ad avanzare come un soldato che va alla guerra. Consapevole, ma troppo orgoglioso e cocciuto per girarsi e tornare indietro, ad una casa sicura. Saltai i documenti, concentrandomi solo sui giornali. E poi mi vidi. Ero proprio lì. Nero su bianco. Una serie di articoli che mi vedevano protagonista, e di cui io non sapevo neanche l'esistenza.
LIETO FINE PER IL PICCOLO TROVATELLO DELLA 542
Ricordate il piccolo trovato nell'appartamento 542 di Piper Road? Eccolo oggi.
E' passato un anno dall'agghiacciante ritrovamento che ha sconvolto metà della popolazione americana. Il piccolo Christian, così a quanto pare si chiama il bambino della vittima, era stato trovato accanto al cadavere della madre, affamato e in fin di vita, ma vivo. Riportava gravi lesioni fisiche, non parlava ed era aggressivo, ma oggi la sua vita è cambiata. Da pochi mesi, infatti, Christian è diventato Christian Grey, secondo figlio adottivo della coppia d'oro Grace Trevelyan e Carrick Grey (in foto). La donna, intervistata, ha dichiarato quanto segue: "Dal primo momento che ho visto Christian ho capito che era un bambino diverso. Deve aver visto molta violenza nella sua vita, ed io e mio marito siamo desiderosi di dargli una casa vera, con una vera famiglia. So che non potrò mai sostituire la sua vera madre, ma spero che un giorno possa guardarmi e dire che sono sua mamma, così come ha fatto Elliot. Ammetto che sarà difficile crescerlo, ma io e Carrick siamo persone tenaci, e lui è un bambino d'oro. Ce la caveremo."
Allegata c'era una mia foto in abito elegante. Non potei fare a meno di pensare che ero ridicolo, con quel broncio e il corpo troppo magro in un abito scuro. Perché Christofer conservava certe cose? C'erano delle mie foto da piccolo, in diverse pose, ma non tutte erano da rivista. Ce n'era una in cui avrò avuto dieci anni, ero in costume da bagno e avevo la faccia sporca della fetta d'anguria che avevo ancora in mano. Dietro di me c'era un Elliot di dodici anni che mi faceva le corna. Poi c'ero io a lezione di piano; io che studiavo; io che facevo elegantemente il dito medio alla telecamera quando Carrick aveva provato a cogliermi in flagrante mentre piangevo per Titanic. Come faceva ad averle?! Mi colse il panico pensando di essere spiato per tutti quegli anni. La mia vita su carta era inquietante, ma bella da guardare.
ARRESTI NEI QUARTIERI ALTI
Christian Grey e Richard Fitzgerard arrestati per guida in stato di ebbrezza.
Nella foto allegata a quell'articolo c'ero io che reggevo il cartello con il mio nome, la data e il numero di incarcerazione. Ero palesemente ubriaco. Non ricordo molto di quella sera. Solamente di aver pisciato per terra. Mi vergognai amaramente di me stesso. Il magnaccia di mia madre si ubriacava, si drogava. Io non volevo essere simile a lui. Arrivai verso le ultime pagine, e per la prima volta diedi uno sguardo anche ai fogli scritti a mano, notando che erano lettere. Ma non lettere qualsiasi. Erano state scritte da Grace.
Caro Christofer,
ecco a te le foto di Christian, come promesso. Sta facendo dei progressi, ma crediamo che per un po' lo manderemo in una struttura psichiatrica, quindi non potrò mandarti foto per un po'. Non angosciarti. Sarà una cosa innoqua.
Con affetto,
Grace
COSA? Grace?! Era stata Grace a mandare quelle foto?! Tornai subito indietro, leggendo ancora, ubriacandomi di parole. Alcune erano di Ella. Parlavano vagamente di come stava lei, ed erano scritte male, con parecchi errori ortografici. Quelle di Grace iniziarono poco dopo l'articolo sul mio affidamento.
Caro Christofer,
mi spiace che Carrick abbia rinunciato ad affidarti Christian. Nonostante il test del DNA, ormai Christian è nostro figlio, e nessuna giuria con un po' di buon senso toglierebbe Christian ad una famiglia amorevole per consegnarla ad un disoccupato. Ti chiedo di non sporgere denuncia, per il nostro bene e per quello del bambino. Ti scriverò ogni mese e ti manderò sue foto, così, in un certo senso, potrai vederlo crescere. Abbiamo intenzione di fargli suonare il piano. Magari potrai venire a vederlo a qualche suo concerto. Sono sicura che abbia talento. Non posso fare di più.
Con affetto,
Grace Trevelyan-Grey
"Possiamo entrare a vederlo?"
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It's only a bad dream, Christian
FanficVi siete mai chieste come sarebbe un mondo in cui il piccolo diciassettenne Christian Grey avesse conosciuto il problematico Gideon Cross e lo spensierato Adam Scott? E se avesse incontrato un'Anastasia sicura di se e divertente? E se tutto questo f...