Drogato o problematico?

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"Oh. Mio. Dio." Elliot mi guardava come se avesse davanti una versione bionda de Il gobbo di Notre-Dame, e non potevo dargli torto. Avevo coperto l'occhio nero con un paio di occhiali da sole, ma il labbro spaccato, il livido sulla mascella e i cerotti erano fin troppo evidenti. "Fammi indovinare. Hai sbattuto contro tante porte." mi prese in giro, intrecciando le mani sul tavolino tondo che ci separava. Era venerdì, e venerdì significava più comunemente il giorno delle visite. Fortunatamente Carrick e Grace avevano portato Mia dai nonni al lago, ma Elliot aveva insistito per venirmi a trovare. Forse voleva vedere la vera vita di un recluso.

"Non è così grave." minimizzai, osservandolo da dietro le lenti scure.

"Oh, certo. Allora perché non mi fai vedere i tuoi begli occhioni grigi?" disse in tono melenso, allungandosi verso di me. Sbuffai con disappunto, alzando la montatura Ray-Ban e mostrando il danno di quei pugni. L'occhio sinistro aveva iniziato a sgonfiarsi, ma la sclera era diventata rosso sangue per la rottura dei capillari e, anche se Anastasia riteneva che il violetto giallognolo si abbinasse al colore dei miei occhi, io lo detestavo. Elliot sbarrò i suoi, arretrando un pò nella sua posizione da seduto.

"Wow, fratello. Chi ti ha ridotto così?" Alzai le spalle, guardando il resto della comitiva della NARCONON che interagiva con il mondo esterno. Riconobbi diversi tizi da rivista: attori, giornalisti famosi oppure pagine di gossip portate in vita e ficcate su delle poltroncine mentre conversavano amabilmente con il proprio figlio/fratello/fidanzato/amante part-time. Cercai Anastasia con lo sguardo, provando a vedere con chi stesse. Notai Cross insieme alla propria famiglia, mentre lì fissava talmente a disagio da farmi accapponare la pelle, poi Eva che gridava contro sua madre. Anastasia era lì, nel tavolino accanto. Parlava con una donna bruna e una ragazza ramata, distribuendo sorrisi e stando dritta con la schiena. "Aww, cos'è quello sguardo?" Eh? Tornai con l'attenzione verso mio fratello, che adesso aveva assunto uno di quei sorrisetti da furbo che si schiaffava in faccia quando doveva parlare con Grace.

"Q-quale sguardo?" balbettai, mordendomi subito la lingua. Perché stavo balbettando? Okay, quel posto mi stava dando alla testa. Erano passati tre giorni dall'aggressione in corridoio, ma forse il mio cervello ne risentiva ancora.

"Non ci posso credere. Chi è?"

"Chi è chi?" Distolsi di nuovo lo sguardo, tornando a guardare Anastasia. Perché Carrick l'aveva richiesta come mia coinquilina? E come cazzo faceva ad avere quelle pasticche? Welch. Devo trovare quel Welch.

"La brunetta, eh? Bella scelta."

"Non dire stronzate." ringhiai, fulminando Elliot quando vidi come fissava il tavolo con Anastasia.

"Niente male. Mamma sarà contenta nel sapere che non sei gay."

"Ma io non..." mi bloccai un attimo, assimilando le sue parole. "Aspetta. Grace credeva che fossi gay?" chiesi, guardandolo sbalordito.

"Ti avremmo accettato comunque." Non capivo se stesse dicendo sul serio o se si stesse prendendo solo gioco di me, ma visto che stava continuando a fissare il tavolo con Ana non approfondii l'argomento.

"Come vanno le cose in casa?" borbottai, con scarso interesse. Lelliot tornò a sedersi composto, portandosi una mano dietro la nuca. Lo vedevo come una grande macchia sfocata senza profondità a causa delle contusioni, ma conoscevo quel gesto nervoso. Un piccolo tic fastidioso.

"Bene. Mia inizia a chiedere di te. Oh, e papà ha comprato una barca. Beh, a dire il vero è uno yot, ma Carrick ci tiene alla modestia." Feci una smorfia di scherno, scuotendo la testa davanti alle sopracciglia aggrottate di mio fratello.

It's only a bad dream, ChristianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora