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~POV SOPHIE~

Incinta.

Ero incinta.
L'avevo scoperto circa a metà settimana.
Dopo aver vomitato ed essermi accorta che i crampi non erano dovuti al ciclo che a quanto pare non mi sarebbe arrivato per altri 9 mesi.

Ogni giorno però per sicurezza rifacevo il test, perché non volevo crederci, ma usciva sempre 'positivo 1-2 mesi'
All'inizio ero felice della cosa, ma poi il passato mi rinfrescò la memoria e i brutti ricordi mi invasero la mente.

Mi coprii il volto con le mani.

Non di nuovo.

Non volevo ripassare per quel periodo della mia vita.

Non volevo che Lewis facesse come aveva fatto Pierre, finendo per farmi soffrire.
'Ma Lewis non è come Pierre' mi ricordò la vocina nella mia testa.
Non lo sarebbe mai stato e me lo aveva quasi dimostrato sulla Torre Eiffel, prima che io mandassi tutto a puttane.

Mi stava per chiedere di essere la sua ragazza.
La sua fortunata ragazza.

L'avevo capito perché continuava a tenere la mano in tasca e giocherellare con una scatolina.

Lui mi aveva portata a Parigi, la città dell'amore, per chiedermi di ufficializzare finalmente la nostra relazione.
Aveva organizzato tutto così dettagliatamente e io per ringraziarlo gli avevo chiesto una pausa.

Potevo ricambiare il favore dicendogli che ero incinta, ma non ero sicura di come l'avrebbe presa e nel caso scappare come aveva fatto Pierre circa sei anni fa.

Avevo buttato via tutti i mesi felici che avevamo trascorso insieme, in cui speravo giorno dopo giorno di ricevere quell'anello.

Il vento mi spostava il vestito da una parte all'altra.

Mi trovavo ancora sulla Torre Eiffel.
Guardai in basso e una lacrima mi scivolò sul volto.

Improvvisamente migliaia di scenari diversi mi occuparono la mente.

Lewis ed io che sceglievamo il nome da dare a nostro figlio/figlia.

Lewis che mi stringe la mano durante il parto e mi sussurra parole dolci per tranquillizzarmi.

Lewis che prende nostro figlio in braccio e sorride.

Lewis che lo fa salire sui kart e cerca di trasmettergli la sua passione.

Noah e suo fratello/ sorella che giocano insieme e si divertono.

Ma tutti questi pensieri vennero sovrastati dalla paura, paura incontrollata di sapere che lui non voglia un figlio e che è troppo presto per pensarci. Dio ci conosciamo da 7 mesi!
È successo tutto così in fretta e non dovremmo tenerlo... nel caso succeda qualcosa alla fine sarei io a tenere il figlio perché lui non potrebbe.

Stanca di pensare mi girai per prendere l'ascensore e scesi.

Lentamente tornai verso l'hotel.

Era passata ormai un'oretta da quando Lewis se ne era andato e immaginai che potesse essere già in camera o addirittura fosse partito.

Salii con l'ascensore e arrivata davanti alla porta della nostra stanza mandai giù un groppo che avevo in gola.
Lentamente feci scivolare il badge sul sensore e la porta si aprì.
All'interno non c'era nessuno.
Aprii velocemente l'armadio e i suoi vestiti non c'erano più, tutte le sue cose non c'erano più.

Mi sedetti sul letto e mi strofinai le mani sugli occhi.
Non potevo più tornare indietro e cancellare quello che avevo fatto.
No non potevo.

Cercai il suo numero in rubrica.
Il dito fermo sopra al suo nome.
Non riuscii a chiamarlo.
Spensi il telefono e lo buttai sul letto.
Andai in bagno e mi guardai allo specchio.
Prima il volto e poi la pancia.
Li dentro c'era il mio secondo figlio.
Quello che sicuramente Lewis avrebbe voluto, ma lui non poteva me lo aveva esplicitamente detto.
Lui viaggia troppo e non riuscirebbe a prendersene cura.
Quindi sarei rimasta di nuovo sola, a crescere anche questo figlio con le mie mani e senza l'aiuto di nessun altro.

Raccolsi le mie cose ed uscii dall'hotel, chiamai un taxi e mi diressi verso la stazione per prendere un treno diretto nella cittadina dove abitava Mick.
Fortunatamente al prossimo gran premio non sarei dovuta andare perché dovevamo registrare alcune scene in Germania.

Chiamai subito Mick.

"Ehi Mick, scusa se ti chiamo ora, ma volevo avvisarti che anticipo il mio arrivo a casa tua" sospirai.
"Se sei occupato troverò un alloggio temporaneo non preoccuparti" aggiunsi.

"No non ti preoccupare, ma non dovevi stare con Lewis lì ancora un giorno?" mi chiese.

"Si, ma ho fatto un casino" cercai di non piangere, di nuovo.

"Soph" disse, ma si interruppe.
"Ne parliamo quando sei qui" sorrisi.

"Va bene, grazie" lo salutai.

................

"Ehi" mi abbracciò non appena entrai in casa sua.
"Mi sei mancata Soph" mi strinse e io sprofondai nel suo abbraccio confortevole. Ne avevo bisogno per cui mi presi tutto il tempo che avevo necessario.
"Vuoi raccontarmi la storia davanti a una camomilla?" mi domandò e io scossi la testa.

"Sto bene qui, ho bisogno di un tuo abbraccio" e dette quelle parole lui mi strinse più forte a se, cercando di trasmettermi tutto il bene che mi voleva.
"Mick ho fatto un casino" dissi con voce tremante.
"Credo di averlo ferito" continuai e lui mi tenne ancora tra le sue braccia.

"Che cosa è successo?" mi chiese.

"Sono incinta" dissi e lui si irrigidì.
Mi prese per le spalle e mi allontanò per riuscire a guardarmi negli occhi.

"E perché l'hai ferito? Non è una cosa bella? Non è felice della notizia?" alzò un sopracciglio interrogativo.
"Da quanto sai di essere incinta?" domandò subito dopo.

"Sono incinta da 1-2 mesi, non lo so per certo"
"Il problema è che non gliel'ho detto" sospirai con le lacrime agli occhi.
"Gli ho chiesto una pausa per metabolizzare e decidere se tenerlo o no" aggiunsi.
"Ho fatto proprio una cazzata" singhiozzai.
"Mi stava chiedendo di essere la sua ragazza e io ho mandato tutto a fanculo" mi strinse non appena una lacrima mi rigò il volto.

"Vedi che si risolverà" mi accarezzò la schiena lentamente per tranquillizzarmi.
"Prenditi il tuo tempo e appena avrai le idee chiare parlagli" disse.
"Però secondo me dovresti confrontarti con lui prima di fare la scelta, magari lui vuole prendersi cura di vostro figlio e tu non lo saprai finché non gli parli" aggiunse.
"Non è come Pierre" mi rassicurò.

"Lo so" feci un respiro profondo e sciolsi l'abbraccio.
"Grazie" gli diedi un bacio sulla guancia.
"Ti voglio bene Micky"

"Ti voglio bene anche io Sophy"
"Sempre qui per te ricordatelo" sorrise.
Gli sorrisi in risposta e presi i bagagli mi diressi verso la (ormai) mia camera da letto.

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ciao a tutti,
Purtroppo non sono riuscita a ricontrollare bene il capitolo, ma volevo comunque pubblicarlo per via delle settimane in cui sono stata assente.
Spero vi piaccia, fatemelo sapere come al solito.
sapete che vi amo ❤️
Giulietta

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