una canzone che non so

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terza persona

Emma si guardò allo specchio: il pigiama largo le fasciava tutto il corpo, non facendo trasparire nemmeno una piccola porzione di pelle, i capelli erano legati in una coda disordinata e le occhiaie erano diventate molto marcate. Tutti quei parziali all'università la stavano uccidendo, studiava tantissimo e non mangiava molto: lo stress le chiudeva lo stomaco, facendole passare l'appetito. Davanti alla sua immagine, non ha saputo trattenere una smorfia di disgusto. Si vedeva brutta, assomigliava un po' al riflesso del casino che aveva in testa. Dopo la separazione dal suo primo amore, tutto per lei era iniziato a decadere, tra cui la salute mentale soprattutto e non esitò a chiedere aiuto ad una professionista, il regalo migliore che si potesse fare.
"Mo basta, oggi ci facciamo belle, è arrivato il momento di risplendere"
Corse in bagno, non prima di aver messo una buona playlist self care per questo suo restauro, ed iniziò a lavarsi i capelli. Passate le ore necessarie, si ritrovò davanti al suo portone con un top a corsetto nero, un blazer del medesimo colore e una gonna grigia brillantinata, aspettando la macchina di Eva quasi impaziente, visto il freddo che faceva quella sera di novembre inoltrato.
"Sali amò"
"Regà c'è un freddo porco fuori" disse Emma, stringendosi nel suo cappotto.
"Amò ma sei bellissima! Pronta a rimorchia' sta sera eh?"
"Ale ma te sei vista? Tu splendi, me sa che te li piji tutti tu"
Le tre amiche risero, andando verso il locale dove avrebbero dovuto incontrare Giovanni, il fidanzato di Eva, e gli altri componenti della sua band.
"Eccoci, menomale che abbiamo trovato parcheggio vicino e subito"
Eva, Alessandra ed Emma uscirono dall'abitacolo, dirigendosi verso l'entrata.
"Ciao ragazze! Allora, loro sono Andrea, il batterista, Elia, il cantante e chitarrista e Pietro, il bassista"
Si presentarono tutti e sei, per poi entrare. Emma subito rivolse i suoi occhi verso il palco imbandito di attrezzature e strumenti musicali.
"Ti piace?"
Si girò verso quella voce, notando fosse l'amico di Giovanni, Elia.
"Molto, è anche accogliente come posto"
Lui sorrise, provocando un sorriso anche sulle labbra della mora.
"A che ora vi esibite?"
Lui guardò un attimo il cellulare per controllare l'ora, per poi guardarla di nuovo negli occhi.
"Tra un'oretta circa, infatti tra poco me sa che dobbiamo salutarci, semo i secondi"
Si toccò il ciuffo nervosamente, suonare in live gli metteva sempre un po' di agitazione.
"Vedrai che spaccherete dai, sono con voi"
Emma cercò di rassicurarlo, riservandogli un sorriso dolce, che lui ricambiò.
"Ora vado a recuperare gli altri, buon concerto! spero che ti divertirai"
"Senz'altro, in bocca al lupo"
"crepi il lupo"
Si salutarono un'ultima volta, per poi vedere Elia allontanarsi lentamente.
"Qualcuno qui ha fatto subito colpo!"
"Piantala Ale, è solo stato gentile, fine"
Emma alzò gli occhi al cielo, nascondendo un sorriso, ma fallendo, notando lo sguardo ammiccante dell'amica.
Improvvisamente tutte le luci si spensero, segno che il concerto degli artisti emergenti stava iniziando, lei si avvicinò di più alle sue due amiche.
Quando partì la musica, il cuore di Emma si fermò per qualche secondo ed il respiro le si mozzò in gola.
Era da troppo tempo che non lo vedeva, e ritrovarselo lì, mentre cantava tutte le canzoni scritte quando ancora stavano insieme le sembrava surreale.
"Ma che figo è lui!" esclamò Alessandra, girandosi verso di loro.
Un senso di gelosia si appropriò del corpo di Emma, una gelosia infondata visto che ormai lui non era più suo, e le sue amiche non sapevano in realtà che il famoso ex di cui parlava sempre Emma era proprio quel ragazzo che si stava esibendo sul palco, Holden.
"Regà ma io conosco alcune sue canzoni, spacca di brutto, vero Em?"
Eva la guardò confusa, gli occhi della sua amica erano puntati sulla figura del cantante ed era pietrificata, non si muoveva.
"Em? Tutto a posto?" Eva le toccò una spalla, facendo uscire la mora da quello stato di trance.
"Io? Sisi, tutto bene amò"
Joseph aveva cantato le canzoni che avevano più stream, tra cui: cadiamo insieme, na na na, non fa per me, roma milano ed accelero ancora.
Tutte avevano riportato alla mente di Emma i ricordi che nascondevano, e le lacrime non stavano tardando ad arrivare, ma la cosa che le diede il colpo di grazia fu il finale.
"Spero che i miei brani vi siano piaciuti, li trovate su tutte le piattaforme digitali. Ora è arrivato l'ultimo momento, e lo vorrei spendere per una canzone speciale, che esce domani a mezzanotte, ma voi avete il privilegio di ascoltarla prima. Parla della fine di una relazione, un capitolo immenso e speciale, ma bisogna andare avanti, per questo le sto dedicando un ultimo saluto, per chiudere per sempre. Dimmi che non è un addio"
Non era molto distante dal palco, anzi, lo vedeva piuttosto bene in faccia, ma ancora lui non si era accorto della sua presenza. Dopo quel discorso, il viso di Emma era ricoperto dalle lacrime, e non riusciva a farle smettere. Per fortuna che la musica era abbastanza alta da non farsi sentire da nessuno, e le luci si erano abbassate ancora di più, permettendo di creare la giusta atmosfera che la canzone portava con se.
"Non ignorerò la sorte, come fossero consigli. Se nel buio che ci inghiotte non sembriamo stare qui. Che l'aria poi mi toccherà, che scacci via un po' dei miei guai, spero che lo capirai"
Intorno a lei tutte le persone presenti accesero la torcia del telefono, per aumentare quell'aria intima e speciale del brano.
"Se nel buio che c'è, pensavo a me e pensavo a te, dimmi perché, dimmi che non è un addio dimmi che non è un addio. Nel buio che c'è cerco la tua mano, se devi dirlo, dimmelo piano. Dimmi che non è un addio, questo sembra un vero addio"
Gli occhi di Joseph vagavano per il pubblico, guardando le facce dei presenti ammaliate e sorridenti, ma una di loro catturò la sua attenzione particolarmente.

La sua Emma.

Si prese qualche istante brevissimo per realizzare, continuando a cantare le parole profonde che le stava dedicando.
"Ora che sono solo in un appartamento, tu bevi un cocktail in un pub al centro. Con il tempo svanirà, ah, ogni momento. Dimmi che non hai paura adesso, tu non vuoi svegliarti sola nel tuo letto, io sdraiato sul parquet nel buio pesto"
Continuò a guardarla, ed Emma era più che sicura che l'avesse vista. Iniziò questo gioco di sguardi, e lei continuava a piangere e piangere, non riusciva a smettere.
La fine della canzone arrivò presto, portando le luci ad accendersi, e le sue amiche notarono lo stato in cui si trovava lei.
"Oi Emma, che succede?"
La mora si asciugò gli occhi con la manica del blazer, per poi rivolgere un'ultima occhiata a Joseph, girato di schiena che sistemava una chitarra.
"Niente raga, vado un attimo a prendere un po' d'aria"
"Vuoi che veniamo con te?"
Lei scosse la testa, sorridendo appena alle sue amiche.
"No no, tranquille. Ci metto poco"
Aumentò il passo, andando verso l'uscita.

Come quando ti spogli, vado fuori di testa, ma vorrei sparire un po'.

Raga sto piangendo, non mi sembra vero. (Non uccidetemi)

playlist - holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora