barriere

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Quel giorno sembrava non finire mai: università, lavoro, casa.
Una routine dolce e severa, che le occupava tutto il tempo a disposizione, ma lasciandole comunque uno spiraglio per dedicarsi a se stessa.
Leggeva, leggeva tantissimo.
E beveva il caffè.
Tirò giù la saracinesca, girando poi la chiave per chiudere definitivamente il bar.
"Posso portarti a casa, oppure no?"
Una macchina si accostò al marciapiede, rivelando, dal vetro abbassato, il viso di Joseph.
"Che ci fai qua?"
Un sorriso si fece spazio sulle sue labbra.
"Sono venuto a prenderti"
"Ma come facevi a sapere che lavorassi qua? E, soprattutto, a quest'ora?"
Chiese sorpresa, sedendosi nel posto del passeggero.
"Ho fatto le mie ricerche"
Schiacciò i pedali e partirono.
"Come è andata a lavoro?"
Emma si girò per guardarlo, mentre lui teneva una mano sul volante e l'altra sul cambio marcia.
"Bene, sempre il solito"
Non impiegarono molto ad arrivare, e quando si ritrovarono esattamente davanti al portone di casa, lui fermò la macchina.
"Sali?"
Emma abbassò lo sguardo, diventando rossa fino alla punta delle orecchie per l'imbarazzo.
Joseph annuì sorridendo, parcheggiando meglio la macchina e , successivamente, salirono insieme fino all'appartamento della mora.
"Vuoi qualcosa da bere?"
"No, grazie"
Emma andò in camera per togliersi il cappotto e la borsa.
"Giusto stamattina stavo ascoltando Barriere"
Lui le si avvicinò, sedendosi sul letto.
"Si?"
Emma annuì.
"Avevo un po' la nostalgia"
Un sorriso triste si dipinse sul volto di entrambi.
"Le parole che ho scritto sono rimaste vere comunque"
La faccia interrogativa di lei pervase il cuore di Joseph con mille battiti al secondo.
Si alzò e la guardò dall'alto, mentre Emma rimase ferma immobile ad osservare ogni suo movimento.
"Vorrei ci fossi quando vado fuori, quando perdo il controllo sei l'unica che riesce a farmi stare calmo"
Iniziò piano piano a sussurrare le parole di "Barriere" parlate.
"Sei artificio come i fuochi che ora scoppiano nei nostri cuori, giuro sei l'unica che voglio qui accanto"
Erano talmente vicini che i loro nasi si scontrarono.
Le mani di Joseph si rifugiarono sui fianchi di Emma, che a quel tocco sentì un sacco di brividi spargersi per tutto il corpo.
"Fammi un segno quando vuoi che ti porto via con me"
Lei non lo fece continuare, gli fece il segno che lui le aveva chiesto.
Si alzò in punta di piedi, circondando il collo di Joseph con le braccia e appoggiando le labbra sulle sue.
Non sembravano passati gli anni, non sembrava successo niente di niente. Era come nel 2018, loro due e un bacio. Tutto ciò di cui avevano bisogno.
La presa sui suoi fianchi si fece più salda, e le mani di lei tiravano leggermente i capelli di Joseph, provocandogli dei mugolii che non riuscì a trattenere.
E si baciarono ancora. E ancora.
"Dobbiamo recupera' il tempo perso, no?"
Lei rise, spingendolo sul letto.
E consumarono una delle notti più belle della loro vita.

scusate per l'attesa, ero e sono ancora piena di roba da studiare 💛

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