3. « Benvenuta alla Brightdoom Academy »

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🎵 Toxic - 2WEI

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Edimburgo, 2024
Ai giorni nostri.

«Destiny svegliati o arriverai in ritardo!» Disse la madre della ragazza.

Destiny si svegliò di soprassalto. Guardò l'ora nel cellulare e spalancò gli occhi.

Erano le 7:30 e la scuola sarebbe iniziata in meno di mezz'ora.

A quel punto balzò dal letto come una saetta, prese la divisa scolastica dall'armadio e si diresse verso il bagno per prepararsi.

Dopo circa 10 minuti, uscì dal bagno e andò diretta in cucina dove trovò la madre intenta a preparare la colazione.

«Eccoti, finalmente! È dalle 7 che ti chiamo...» Disse la madre un tantino alterata.

«Scusa mamma... ieri sono andata a letto tardi.» Disse lei, aggiungendo: «Adesso devo andare altrimenti perderò l'autobus!» disse prendendo al volo un pancake.

Quasi sull'uscio della porta gridò:
«Ti voglio bene mamma!»

La madre non fece nemmeno tempo a replicare che Destiny era già fuori dal vialetto di casa.

Come devo fare con questa ragazza!
Pensò la madre ad alta voce, sospirando.

L'Istituto era un luogo intriso di storia e fascino, con una torre centrale che dominava l'intero complesso e offriva viste mozzafiato. Le numerose vetrate circolari conferivano un'atmosfera magica, illuminando gli ambienti con una luce soffusa. Esternamente, l'edificio ricordava una antica chiesa, mentre all'interno traspariva un'eleganza regale. Il magnifico giardino circostante, con aiuole fiorite dai colori vivaci, aggiungeva ulteriore bellezza al luogo.

Il cancello gotico in ferro battuto, imponente e decorato con dettagli dorati intricati, accoglieva gli studenti con maestosità. Le due imponenti colonne di cemento sorreggevano il cancello, mentre la presenza della lettera 'B' al centro aggiungeva un tocco di mistero e nobiltà all'ingresso. I lampioni a forma di triangolo completavano l'atmosfera fiabesca che avvolgeva l'Istituto.

Al centro dell'Istituto, una possente statua in marmo bianco raffigurante un uomo con ali d'angelo catturava lo sguardo di chiunque varcasse la soglia. Le ali, dettagliatamente scolpite e di un bianco candido, conferivano alla statua un'aura di divinità e bellezza senza tempo. L'opera sembrava così reale da poter prendere vita da un momento all'altro, aggiungendo un tocco di magia all'atmosfera già incantata dell'Istituto.

Appena si entrava all'interno dell'edificio, ad accoglierti c'erano sculture dalle più svariate misure che decoravano gli angoli, quadri ottocenteschi con le più disparate raffigurazioni di acclamati artisti, paesaggi che raffiguravano posti sconosciuti al mondo, affreschi che al solo sguardo urlavano arte dalle pareti e dal soffitto.

Al centro, poco dopo l'entrata, si stagliava una lunghissima scalinata di velluto rosso che portava al piano superiore, che al solo sguardo si sporcava, lussuosa com'era.

Non appena mise piede all'interno dell'Istituto suonarono le campane indicando che erano ufficialmente iniziate le lezioni.

Destiny spaesata, non sapendo bene dove andare, si avvicinò timidamente a un gruppetto di ragazzi, a cui domandò dove fosse la segreteria.

Non udendo alcuna risposta decise di trovarla da sola e si incamminò nei meandri di quell'immensa scuola.

Dopo aver vagato a vuoto per una decina di minuti circa, trovò finalmente la segreteria.

Una volta ricevute tutte le indicazioni, salì le infinite scalinate per raggiungere l'aula in cui si doveva tenere la lezione quando a un certo punto perse l'equilibrio e chiuse gli occhi credendo di passare a vita migliore.

Gli riaprì piano piano pensando di essere in Paradiso, invece era ancora sospesa nelle scalinate con un'unica piccola differenza.

Un uomo che doveva avere la sua stessa età circa se non uno o due anni in più di lei, le stava cingendo un fianco a mo' di sposa.

Destiny spalancando gli occhi non sapendo se essere più scioccata del fatto che pensasse di essere morta o che questo fantomatico uomo misterioso l'aveva letteralmente salvata.

Ancora su di giri, cercò di sciogliersi dalla presa di quell'uomo biascicando un flebile grazie.

«Stai più attenta la prossima volta, bellezza.» Pronunciò l'uomo in questione, liberandola dalla sua presa.

Ed ecco che così cominciò il suo primo giorno alla Brightdoom High School.



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RICLAU'S POV

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«Riclau giuro che se non ti sbrighi ci vai a piedi a scuola.» Disse Errard.

Come al mio solito, amavo stare ore e ore ad ammirare il mio riflesso allo specchio, cosa che a mio fratello irritava parecchio.

Soddisfatto dell'outfit per il primo giorno di scuola, scesi giù in cucina dove mi aspettava Errard da più di un'ora.

«Fratellino, calmati sono qui! Pensavo di averti detto che ci sarei andato con la mia macchina... beh, ci si vede!» Pronunciai in modo pacato.

Errard mi guardò in viso senza dire una parola.

Poco dopo divenne rosso in volto, e mi gridò:

«Stai scherzando vero? Ti ho aspettato per una dannata ora e solo ora mi dici che ci saresti andato con la tua macchina? Fottiti Riclau.»

Lo guardai con assoluta indifferenza e feci spallucce, dopodiché presi la giacca e mi diressi verso il garage.

Rimasi per tutto il tempo nel garage dedicato esclusivamente alle vetture per decidere con che macchina andare a scuola.

Non curandomi minimamente del fatto che fossi in terribile ritardo.

Dopo un'accurata scelta (ovviamente in tinta della divisa scolastica che indossavo, composta da una camicia bianca con sopra una giacca grigia doppiopetto con ricamato lo stemma della scuola e una cravatta a righe grigio-blu. Infine indossavo un paio di pantaloni del medesimo colore, abbinati al capospalla e un paio di stringate) scelsi la Maserati quattroporte Trofeo color grigio metallizzato.

All'interno sembrava un vero e proprio salotto.
Aveva le sedute rosse in velluto.

Finalmente soddisfatto della mia scelta, salì sulla macchina e diedi gas.

Una volta all'interno dell'edificio, trovai il gruppetto dei suoi amici e andai a salutarli.

Dopodiché controvoglia, feci per dirigermi verso il piano superiore per raggiungere la mia classe, quando a un certo punto vidi una ragazza che non avevo mai visto prima perdere l'equilibrio.

Senza nemmeno pensarci due volte, la presi per un braccio e le cinsi un fianco a mo' di sposa.

Mi presi cinque minuti di tempo per ammirarla e rimasi abbagliato dalla sua bellezza.

La fantomatica ragazza, schiuse gli occhi che un attimo prima aveva chiuso sicura di cadere, e capendo la situazione cercò di sciogliersi dalla mia presa e biascicò un timido 'grazie'.

A quel punto la liberai dalla mia presa dicendole:
«Stai più attenta la prossima volta, bellezza.»

The Angel's Oath: The Cursed DreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora