La mattina seguente la ragazza si svegliò con un gran mal di testa, tutto intorno a lei girava come una trottola; reggeva bene l'alcool tant'è che durante la serata non ebbe nessun cedimento, i postumi però la colpivano in pieno il giorno dopo. Fortunatamente era stata previdente e già il giorno prima aveva chiesto al suo responsabile di settore di rimanere a casa quella mattina cosicché non avesse preoccupazioni inutili durante la cena.
Si era alzata con estrema calma, aveva fatto colazione e si era concentrata sul fare dell'ottimo Body Care. Martina amava prendersi cura del suo corpo e della sua pelle con olii, creme e trattamenti e qualche volta si concedeva una bella giornata in spa o un bel massaggio rilassante, questo le permetteva di staccare la spina e dedicarsi a sé stessa.
La ragazza guardava, di tanto in tanto, il cellulare per vedere se trovava qualche messaggio del calciatore, ma poi si ricordò che Dusan non aveva che mandarle messaggi perché non si stavano frequentando quella era stata solo una cena di lavoro e non un qualcos'altro. Lei però qualcosa l'aveva percepita, come una sensazione di spensieratezza che da anni non avvertiva ma non poteva e soprattutto non poteva illudersi, doveva mantenere i piedi per terra perché Dusan rimaneva sempre un personaggio pubblico.
Scosse la testa a questi pensieri e si concentrò nel rispondere ad alcune e-mail di lavoro cercando di togliersi dalla testa tutto.
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Dall'altra parte di Torino, quella stessa mattina, apriva gli occhi un ragazzo che di voglia di mettersi in moto ne aveva ben poca. Dusan era il tipico ventenne "la notte da leone, la mattina da ... (continuate voi stimatissimi lettori)"; si girava e rigirava tra le lenzuola quando una vocina soave lo svegliò:
"Mister Vlahovic io mi ritiro, le ho lasciato la colazione pronta in tavola e il pranzo basta accendere il forno per scaldarlo lo trova li dentro...arrivederci"
"Grazie mille Dolores ci vediamo domani mattina" bofonchiò e sentì il tonfo della porta segno che la donna era uscita.
Dolores era la cuoca di Dusan già dai tempi di Firenze perché il calciatore non era abituato a "mantenersi da solo" perciò, specie all'inizio, aveva avuto bisogno di una grossa mano. Ora le cose erano cambiate, Dusan era capacissimo di fare tutto da sé ma con Dolores si era instaurato un clima familiare e di mandarla via proprio non ne voleva sapere. Era una donna bassina e paffutella veniva dal Perù, aveva viaggiato tanto per lavoro e di ogni posto che aveva visitato aveva appreso tutte le prelibatezze culinarie compresa la Serbia e Dusan, quando lo scoprì, non poté che esserne contento.
Quando il ragazzo si fu ripreso del tutto si alzò dal letto, scese in cucina e mentre scrollava le notizie tra un social ed un altro mangiò ciò che gli era stato amorevolmente preparato. Finita la colazione, avendo la mattina libera, si dedicò ad un allenamento intensivo nella sua palestra che andava a completarsi con la sessione che avrebbe avuto alla Continassa quello stesso pomeriggio.
Tra una canzone ed un'altra controllava tutte le notifiche del suo cellulare in cerca di quel messaggio che però stentava ad arrivare; Dusan sapeva che non poteva pretendere nulla alla fine era solo "una collega di lavoro" però non poteva nemmeno negare che qualcosa l'attirava verso quella ragazza e sentiva dentro di se la voglia di conoscerla sempre di più e di passare sempre più tempo in sua compagnia, ma non si sarebbe mai imposto nella vita di qualcun altro sapeva bene cosa significava, lo aveva imparato a sue spese e si era ripromesso di non farlo accadere più, motivo per il quale si era concentrato solo sul suo lavoro tralasciando tutto il resto...
A proposito del suo lavoro, Dusan interruppe il flusso di pensieri e si accorse che erano ben quattro ore da quando aveva cominciato il suo allenamento perciò decise di interrompere, farsi una doccia, gustarsi il pranzo e volare alla Continassa.
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Take my hand- Dusan Vlahovic
FanfictionIn un millesimo di secondo si creò il caos attorno a lui, persi di vista il mio collega e non capii più nulla; l'unica cosa che notai fu la sua confusione e il suo nervosismo...non ci pensai due volte: "Prendi la mia mano Vlahovic". Dicono che un t...