Capitolo 20

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"Lei è..." Balbettò Dusan.

"Io sono..." disse Martina prima di scoppiare in una risata mista tra imbarazzo e nervosismo.

"Martina è una nostra carissima amica, nonché collega di lavoro" li salvò Chiesa che percependo che quei due non accennavano a dare una risposta concreta, cercò di placare la curiosità di lady Marchisio.

Roberta sembrò crederci, ma uno strano silenzio imbarazzante avvolse tutto il gruppo.

Cercarono di non dar troppo peso al clima venutosi a creare e per un po' di tempo l'atmosfera resse, ma quando Dusan e Martina cominciarono a rivolgersi a stento la parola i ragazzi non seppero più come agire e, usando la scusa della stanchezza, si diedero appuntamento per un'altra serata come quella appena trascorsa.

Martina fu felice di tornare a casa perché tutte le sue paranoie, che con cura aveva cercato di mettere da parte, erano tornate più forti che mai e ciò di cui aveva bisogno, oltre che di risposte da Dusan, era di tornare a casa e sprofondare nel suo letto.

Dall'altra parte anche il Serbo era piuttosto sollevato di tornare nella sua dimora, non sopportava sentire Martina così distante e sapeva che un minimo di colpe per come si stava concludendo quella bella serata erano sue.

Dopo i saluti di rito ogni coppia si diresse verso la propria auto e quello tra i nostri due protagonisti fu viaggio di ritorno glaciale, neanche i riscaldamenti accessi riuscivano a riscaldare l'abitacolo colmo di respiri profondi e silenzi assordanti che la dicevano lunga sui pensieri dei due giovani.

"Non credi sia il caso di parlare?" la buttò lì Dusan senza neanche staccare gli occhi dalla strada.

Martina strabuzzò gli occhi, poi sospirò e rispose:

"E di cosa dovremmo parlare...è stata una bella serata!"

Dusan fece un sospiro profondo...

Nel frattempo, giunsero sotto casa di Martina che, decisa a voler mettere fine a quel turbine infinito di paranoie, disse:

"Dus ti dispiacerebbe salire un secondo a casa mia...forse c'è qualcosa di cui possiamo parlare"

Dusan fece di si con la testa e parcheggiò senza pensarci due volte, scese dalla macchina e raggiunse la ragazza che già si trovava davanti il portone di ingresso.

Salirono insieme ed entrarono nell'appartamento della ragazza...tutto in religioso silenzio.

"Dus siediti pure nel divano, io vado a mettermi qualcosa di più comodo e ti raggiungo subito"

Martina si era inventata la prima scusa non troppo banale per temporeggiare e cercare di organizzare un mini-discorso per mettere in chiaro tutta la situazione; non voleva e non poteva interpellare Alessia perciò doveva cavarsela da sola.

Si mise un pantalone di tuta ed una felpa oversize, si struccò monto velocemente e raggiunse il calciatore che, pazientemente, la attendeva seduto in salotto.

Si guardarono intensamente forse per dei secondi che però avevo il sapore di minuti o forse anche di ore...

"Devo dirti una cosa" dissero contemporaneamente.

"Vai tu..." disse di nuovo.

Risero debolmente.

Dusan preso da un momento di coraggio chiese, tacitamente, il permesso a Martina di poter cominciare; le parole cominciavano a stargli strette in gola ed aveva bisogno di tirare tutto fuori, aveva bisogno di sapere cosa pensava Martina e voleva tirarsi fuori da quella situazione il prima possibile.

Martina non disse nulla, si sedette e attese Dusan, anche a lei cominciavano a star strette alcune cose e sentiva il bisogno di sentire lui e poi liberarsi anche lei.

"Marti..."

"Si Dusan..."

"Basta! Senti Martina io lo so che ci conosciamo da troppo poco tempo, ma io sono preso da te...amo trascorrere il mio tempo con te, amo quando mi scrivi prima e dopo una partita, ho amato quando mi hai salvato da me stesso e ho amato anche questa serata quando ti ho visto ben inserita nel gruppo dei miei migliori amici...io non so ancora se ti amo, forse è troppo prematuro per pensarci, ma quello che so è che ti voglio accanto a me oggi, domani e mi azzardo a dire per sempre perché mi sento troppo legato a te e scusami se sono stato un coglione ad aspettare tutto questo tempo, scusa se ti ho fatta sentire usata non era mia intenzione...io avevo bisogno di sistemarmi dentro per cercare di rendermi migliore per te"

Dusan disse tutto senza mai prendere fiato, senza dare possibilità a Martina di potersi inserire in qualche parte del discorso, non che lei lo volesse fare dato che era immersa in una valle di lacrime.

Poi di colpo si fermò, la guardò, si avvicinò per accarezzarle il viso e qualche lacrima scese anche dai suoi occhi.

"Dusan...io non so cosa dirti, ma non perché non senta le stesse cose anzi tutto il contrario...hai detto tutto tu...mi sento felice quando sono con te, mi sento protetta tra le tue braccia, mi fai sentire al sicuro, amo vederti giocare e fare gesti romantici come portarmi la colazione in ufficio o regalarmi tulipani; ho amato che ti sia interessato al mio lavoro e che mi abbia invitata questa sera. Anche per me è preso per dirti ti amo, ma puoi stare tranquillo che sento di volerti al mio fianco per sempre..."

Le lacrime scendevano copiose da entrambi le parti, sintomo che i nervi ormai erano sciolti e solo emozione e felicità aleggiava in casa; si guardarono ancora per qualche altro istante e poi finalmente unirono le loro labbra in un bacio che era ricco di tutte le altre cose che non erano riusciti a dirsi, un bacio carico di passione e sentimento proprio come lo erano Martina e Dusan.

"Te lo chiedo ufficialmente allora...Martina Marino vuole concedermi il privilegio di conoscerla meglio?" disse Dusan con fare teatrale.

"Si, Dusan Vlahovic avrei il grandissimo piacere di conoscerla meglio anch'io!" rispose lei.

Risero.

Si baciarono.

Erano felici e lo sapevano...



Spazio Autrici:

Scusate per l'attesa, speriamo ne sia valsa la pena!

Godetevelo tutto ed assaporatelo...vi aspettiamo nei commenti

M&A

Take my hand- Dusan VlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora