Capitolo 11

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Noah

Quando Noah aprì gli occhi, automaticamente mise il braccio sull'altro lato del letto, sentendolo però vuoto e freddo. Lizzie non c'era, ma il suo dolce profumo era presente sulle lenzuola e sul cuscino. Il pensiero della notte prima e di tutto il giorno precedente, lo fece sorridere in un modo in cui non faceva da anni. Dopo aver dato il meglio di sé sotto - e sopra- le lenzuola, si era addormentato tenendo un braccio sull'addome nudo di Lizzie avvolgendo il corpo della ragazza dolcemente. Quella sensazione lo accompagnò anche in bagno, mentre cercava di svegliarsi e indossava un paio di mutande, andando poi a cercare la ragazza.

La trovò in cucina, seduta sull'isola in marmo, con i piedi che penzolavano e le dita sporche di cioccolata. Indossava una sua vecchia maglia di Lacrosse ed un'enorme pila di pancake era in un piatto accanto a lei.

Gli occhi della ragazza lo intercettarono subito non appena entrò nella cucina, e gli sorrisero.

«Ho fatto i pancake»

«Hai trovato tutto il necessario?».

«Hai una cucina incredibilmente fornita».

«Mi piace pensare di poter cucinare quando voglio».

«Tu cucini?».

«Non esiste solo il cibo d'asporto Elizabeth», Noah le si avvicinò e lei gli porse una tazza di caffè caldo dalla quale bevve volentieri un sorso.

«Dormito bene?».

«Molto, grazie dottore».

«Mh, prego».

Noah decise che il caffè quella mattina poteva essere superfluo, visto che la ragazza di fronte a lui era un modo molto più dolce ed efficace per svegliarsi. Incastrò il viso nel suo collo e sentì il corpo di lei irrigidirsi dall'eccitazione e dalla sorpresa.

«Sai che mi piace come ti sta questa maglia?».

«Ah sì? L'ho trovata per caso nell'armadio, non sapevo che mettermi. Però è un po' grande».

Seduta sull'isola non si vedeva, ma la maglia di Lacrosse, indossata senza protezioni, cadeva larga anche a lui sulle spalle, quindi immaginò che a lei doveva arrivare circa all'altezza del ginocchio. Il pensiero gli mandò una scarica di eccitazione diretta sul basso ventre.

«Dovresti assaggiare i pancake, sono veramente buoni. Una ricetta di mia cugina»

«Sì molto interessante», Noah spinse il volto ancora più a contatto con quello del collo della ragazza, lasciando una scia umida con la lingua.

«Davvero!», Lizzie rise e gli spinse in bocca un pezzo di pancake. Noah dovette ammettere che era veramente buono e si lasciò convincere a mangiarne un altro po'.

Gli piaceva vedere la ragazza a casa sua, con indosso una sua maglia, mentre a vicenda si imboccavano con dei piccoli pezzi di dolce.

«Ci sono anche i condimenti, vuoi miele, sciroppo d'acero o cioccolato?».

«Vediamo un po'», il ragazzo prese la mano di Lizzie, ancora sporca di crema al cioccolato, e ne succhiò piano due dita. Aveva gli occhi fissi nei suoi, e la scarica di elettricità che passò dallo sguardo della ragazza, gli lasciò intendere che era più che contenta della sua iniziativa. La immaginò già bagnata nella sua intimità, ed improvvisamente decise come sarebbe andata la loro mattinata.

«Dovrei provarne un po' di più», con quelle parole si chinò verso il bancone prendendo la boccetta contenente la crema al cioccolato, e ne versò un po' sulla gamba nuda della ragazza. Si chinò a leccarla, e quando sollevò il viso vide che Lizzie aveva tra le labbra un pezzo di pancake e lo guardava maliziosa. Lui glielo rubò dalle labbra e lo mangiò.

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