Capitolo 28

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Lizzie

Lizzie si trovava in teatro insieme a Wendy, avevano appena finito una giornata pesantissima di prove e stavano mettendo in ordine le ultime cose. Non avevano nemmeno la forza di parlare, e salutarono solo Lily e Brian che erano andati a prenderle per andare a cena fuori.

«Ciao ragazzi», Wendy si strinse una felpa in vita e salutò con un bacio i due appena arrivati. Lizzie sorrise ai migliori amici, per poi tornare a sistemare la sua borsa. Prese le scarpette da ballo, il maglione ed alcuni fogli con degli appunti che aveva scritto insieme a Simon e Nat riguardo alcune modifiche ed alcuni punti che non convincevano del tutto. Da lì a poco avrebbero avuto la prova con gli sponsor dello spettacolo, e la ragazza dormiva poco e sentiva le palpitazioni per ogni piccola cosa. Era talmente tanto concentrata che non si rese conto dell'aria tesa che aleggiava nel piccolo teatro, fino a quando non fu Lily a parlare e il suo cervello ci mise un po' ad elaborare l'informazione che stava dando la ragazza.

«Lizzie, dobbiamo dirti una cosa».

Lizzie sollevò lo sguardo in un istante, incrociando prima quello di Wendy, poi quello di Brian e infine quello della migliore amica. Lily indossava dei jeans abbinati a delle sneakers bianche e un maglione dello stesso colore. I capelli erano legati in una semplice coda, senza fiocchi o lustrini e Lizzie si chiese quanto tempo fosse passato da quando aveva visto l'amica vestita in modo così semplice.

«Cosa?».

«Dio, Liz», Brian si passò una mano sul viso guardando sua moglie in cerca di aiuto e Lizzie per la prima volta si sentì davvero tagliata fuori da quel rapporto. Lily e Brian, Lily soprattutto, non le aveva mai nascosto nulla eppure in quel momento, mentre si mordeva il labbro inferiore, sapeva che fosse a disagio e che, qualcosa di importante, le stava sfuggendo.

«Liz, Noah sta partendo», Lily si accovacciò vicino a lei e la sorresse per una spalla.

«Mi dispiace Liz, lo abbiamo saputo solo stamattina. Vanno tutti a vedere la sua partita di Lacrosse, lui parte domattina all'alba. Io però resto qui se vuoi, sto con te», la sua amica le strinse un braccio intorno alla vita in una sorta di abbraccio, ma Lizzie non reagì.

«Di cosa stai parlando?».

«Non so, si tratta di un lavoro, sta facendo avanti e indietro da un po', e pare che se ne voglia andare», Brian la guardò con sguardo mortificato.

Lizzie si alzò, sentendo le sue gambe incredibilmente salde e fissò gli amici senza dire una parola. Si sentiva confusa e rapidamente nella sua mente si misero insieme i tasselli come in un puzzle.

Le valigie a casa sua.

Il suo essere schivo.

L'aria stanca alla festa.

Il modo in cui gli amici non l'avevano nemmeno guardata da Francine.

Poi pensò al modo in cui l'aveva fatta sua in quella serra, ai gesti rudi e al modo in cui sembrava quasi disperato. I suoi baci erano stati forti, le avevano tolto il fiato, e qualsiasi cosa lei avesse pensato in quella serra e nei giorni successivi, era stata totalmente diversa da quello che avrebbe potuto pensare e provare lui.

Non poteva andarsene senza salutarla.

Lei non poteva mandarlo via senza dirgli niente.

«Andiamo alla partita».

«Cosa?», Wendy si girò verso di lei a bocca aperta mentre Lily batteva le mani e Brian sorrideva.

«Lo speravamo tanto, andiamo ho la macchina qui fuori»; Brian le diede il cinque e le prese la borsa dal pavimento.

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