Epilogo

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Due mesi dopo

Noah

Noah aveva ricevuto un messaggio da Lizzie in cui gli chiedeva di incontrarsi nel campo di Lacrosse che di solito utilizzava con gli amici per allenarsi.

Erano tornati da qualche giorno dalla California, e avevano in mente di rimanere un po' di tempo in città per organizzare alcune cose e per stare con Lily, Brian e anche con i suoi amici. Gli mancava Travis quando non c'era, più di chiunque altro. Sapeva che non viveva una vita tranquilla, e cercava di esserci il più possibile, così come Lizzie faceva con Lily e Wendy.

Arrivò al campo vuoto, e incrociò gli occhi di Lizzie, ferma nel mezzo di quel campo dove aveva messo piede una volta sola, e la osservò mentre, con le mani dietro la schiena, guardava nella sua direzione.

«Liz? Che succede?».

«Volevo incontrarti qui, ti ricordi quando ti ho detto che ti amo?».

«Sì, certo», Noah si avvicinò, ma la ragazza fece due passi indietro non permettendogli di raggiungerla.

«Volevo che sapessi che cercherò di capire ancora di più il lacrosse».

«Ma ormai giochiamo due o tre volte l'anno».

«Credo che stia per cambiare qualcosa», Noah osservò Lizzie aggrottando le sopracciglia, mentre la ragazza si mordeva il labbro e sorrideva.

«Lizzie mi spieghi che succede?».

«Credo che bisognerà imparare le basi e ricominciare a trovare dei campi adatti».

«Lizzie?».

«Devo dirti una cosa».

»L'avevo capito sai?», Noah sorrise, e lo sguardo di Lizzie si illuminò mentre mostrava quello che nascondeva dietro la schiena. Ci mise un po' a capire cosa fosse, come se il suo cervello non fosse in grado di reperire il messaggio. Un casco da lacrosse.

No.

Un minuscolo casco da lacrosse, formato bambino.

«Liz? Cosa vuoi dirmi?».

«Sono incinta».

Noah cadde in ginocchio, prendendo quel casco tra le mani e baciando il palmo di quelle di Lizzie. L'idea di aspettare un bambino con la ragazza dei suoi sogni, che amava da quando aveva dodici anni, era un'idea che gli aveva mandato il cervello in totale tilt.

«Da quanto lo sai?».

«Circa un mese, sono andata prima a fare i test a casa di Lily, poi con Maggie sono andata a fare un controllo a Los Angeles. La volevo vicino, e volevo anche aspettare a dirlo a te per non farti illudere».

«Non ci credo».

«Forse è un po' presto, siamo giovani, ma io vorrei tenerlo».

«Ma scherzi?», Noah si alzò in piedi e strinse Lizzie in un abbraccio.

«Questo è il nostro bambino, siamo noi, siamo una famiglia e riusciremo a creare una famiglia enorme».

«Enorme?».

«Almeno altri tre figli!».

«Noah Beckett sei impazzito?».

«Assolutamente sì Elizabeth Evans, sono pazzo di te e del nostro futuro».

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